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“Nei voli immaginosi d’indispensabile drammaticismo” La confraternita di Santo Stefano e le musiche di Giuseppe Peruzzi
15 aprile 2023

Il giorno 11 marzo, presso la chiesa di Santo Stefano in Molfetta si è tenuta una conferenza dal titolo “Retorica e affetti nelle arie de La Passione – Oratorio Sacro composto da Giuseppe Peruzzi nel 1872”. Hanno relazionato il prof. Giovanni Antonio del Vescovo e il maestro Gaetano Magarelli, organista. Durante la serata, sono state eseguite due romanze tratte dall’ Oratorio la “Passione” di Giuseppe Peruzzi. Ha cantato il tenore Giuseppe Cacciapaglia. Perdoneranno gli autori ed i lettori se ripeto di seguito il programma di sala della serata, redatto da del Vescovo e Magarelli: credo che in certe materie gli addetti ai lavori abbiano la precedenza rispetto ai “generici”. All’ Arciconfraternita di Santo Stefano va il merito di avere ancora una volta promosso la conoscenza del nostro grande patrimonio di musica sacra. “Il pio esercizio dei venerdì di Quaresima ha conosciuto, nel corso del tempo, almeno due versioni testuali. La prima è inclusa in un registro manoscritto di preghiere composto da vari sezioni, la più antica delle quali risale al 1863; è intitolato Novenario Per uso della Chiesa di Santo Stefano dal Sacco Rosso di Molfetta rifatto sotto il priorato del Signor Antonio Calò di Saverio. In esso sono mostrati i pii esercizi utilizzati al tempo del primo priorato di Antonio Calò e che presumibilmente risalivano a data più antica, come quello riservato ai venerdì di Quaresima ripetutamente stampato con il titolo di Pio esercizio nella contemplazione dei Cinque Misteri del Nostro Signor Gesù Cristo da praticarsi in tutti i Venerdì di Quaresima. Nel 1872, a detta dello storico della confraternita, il farmacista Ignazio Pansini, fu approntata una versione testuale differente da quella più antica, ad opera del canonico Camillo Pedata, rettore del Seminario Vescovile di Molfetta ai tempi del vescovo mons. Gaetano Rossini. I versi furono musicati da Giuseppe Peruzzi, il quale compose La Passione. Oratorio sacro, il cui autografo della riduzione per canto e pianoforte riporta la data 28 gennaio 1872. A proposito dello stile e dei canoni estetici del padre Giuseppe, scriveva Francesco Peruzzi nel 1931 che gli oratori paterni «non erano musica teatrale, come nemmeno intendiamo dire che sia del tipo classico della musica sacra di secoli addietro, la quale, anche senza misura e a sole voci calma, grave, impassibile, senz’ombra di risalti, esaltava i tipi contemplativi ed ascetici, che non sono più del nostro tempo». Francesco Peruzzi intendeva sottolineare come gli oratori paterni fossero lontani dai canoni estetici della polifonia palestriniana, della quale Francesco riconosce la peculiarità, ma che allo stesso tempo non esprimessero esclusivamente musica del genere teatrale; essi rappresentavano eloquentemente l’archetipo di quella musica definita religiosa, che attingeva ai modelli ispiratori dei grandi musicisti. Il Sacro Oratorio che si pratica nel Venerdì di Quaresima in memoria de’ Santi Misteri della Passione di N. S.G.C. dall’ Arciconfraternita di Santo Stefano Protettore dal sacco rosso di Molfetta per cura del Presidente dell’Arciconfraternita Antonio Calò di Saverio, fu dato alle stampe per la Pontificia Tipografia dell’Immacolata Concezione di Modena nel 1872. Non è dato sapere, al momento, da quale anno sia invalsa la pratica di cantare in Santo Stefano i brani della Passione di Peruzzi, giacché contemporaneamente all’ edizione appena citata si continuò a dare alle stampe l’antico testo. Né si sa, se ogni venerdì si cantassero le strofe nella esecuzione integrale: l’impegno vocale dei cantanti, notevole per alcuni passaggi impervi, lascia tuttavia propendere per una esecuzione parziale nei venerdì, così come avviene ancora oggi. Un dato di fatto incontestabile, ma che pone problemi di comprensione di cosa venisse eseguito, è quanto scriveva Francesco Peruzzi, nel 1932, a proposito dei pii esercizi quaresimali: «s’iniziavano siffatte artistiche esecuzioni sacre nei Venerdì di Quaresima in Santo Stefano con la meditazione della Passione di Nostro Signore eseguendosi un oratorio a piena orchestra con i migliori elementi vocali signorili, di cui Molfetta allora abbondava, attirando grande concorso di pubblico scelto intellettuale, che si pigiava in quella chiesetta, pur di conquistare un posticino». © Riproduzione riservata

Autore: Ignazio Pansini
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