Nave Alderamine, 2 molfettesi morti: chiesti 3 rinvii a giudizio
MOLFETTA – 31.1.2002
Si è conclusa l’inchiesta per la morte di tre marittimi pugliesi, due di Molfetta e uno di Monopoli, morti nella notte tra il 30 e il 31 marzo 2000 a causa delle esalazioni di gas a bordo della nave cisterna “Alderamine”. Il Pm, della Procura della Repubblica di Bari, Desireé Digeronimo, dopo mesi di indagini, durante i quali ha ascoltato anche gli altri 30 marittimi membri dell’equipaggio, ha chiesto tre rinvii a giudizio: per l’armatore, Luigi di Meo, 66 anni, di Monte di Procida (Napoli), il comandante della nave, Carmelo Garufi, 41 anni, e il primo ufficiale di bordo, Antonio Guarracino, 28 anni.
La nave, all’epoca dei fatti era di ritorno dagli Stati Uniti, durante operazioni di scarico di sostanze organiche e inorganiche, si verificarono fuoriuscite di gas e di materiale tossico, che furono fatali per Francesco Sciancalepore, 47 anni, Pantaleo di Candia, 41,entrambi di Molfetta e per Luigi di Palma, 50 anni, di Monopoli.
L’Alderamine era partita 25 giorni prima da New York ed era diretta in Europa. Al momento dell’incidente si trovava a 250 miglia (400 km) dalla costa portoghese. L’inchiesta ha accertato che tra le possibili cause della tragedia vi sarebbe la rottura della “pompa stripping” di bordo.
Nel corso delle indagini sono state ritrovate e analizzate all’interno della stiva tracce di idrogeno solforato, sostanza altamente tossica e letale per l’uomo. Probabilmente le famiglie delle vittime si costituiranno parte civile.
Michele de Sanctis jr.