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Molfettesi morti o feriti nelle Torri Gemelle?
12 settembre 2001

MOLFETTA - 12.9.2001 La tragedia dell'attentato terroristico contro le torri gemelle di New York e contro il Pentagono, con oltre 20.000 morti, ha colpito tutto il mondo. Inutile ripetere le notizie che sono già su tutti i giornali e che le televisioni hanno ripetuto e fatto vedere abbondantemente. Non sappiamo se tra morti e feriti ci siano molfettesi. E' stata chiesta la collaborazione del nostro sito per trasemttere eventuali notizie in merito. Tutti coloro che possono farlo, anche dali Usa, possono utilizzare lo spazio dei commenti di queste notizie. Inoltre tutti coloro che vogliono esprimere le loro opinioni su questa tragedia, possono farlo tra i commenti.
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Vi proponiamo alcune riflessioni sulla tragedia americana delle Torri gemelle. Altri interventi sono sul forum La violenza terrorista viola ogni codice, la guerra può scoppiare, nemmeno dichiarata, una mattina nel cuore di Manhattan. Se la violenza travolge ogni canone, se parla una lingua nuova, la scelta della non violenza può restare inalterata? Giriamo la domanda ai responsabili di Pax Christi, ai Beati i costruttori di pace, alla Caritas. Don Antonio Dell'Olio, di Pax Christi: "È chiaro - risponde - che non possiamo rimanere gli stessi, dopo quel che è successo. Ma solo nel senso che dobbiamo rafforzare ancora di più la nostra scelta. Qualunque risposta violenta agli attentati non può che innescare una spirale di violenza sempre più feroce". Le proporzioni di quanto è accaduto allora non cambiano niente? "Le proporzioni spropositate dell'aggressione non devono distoglierci dall'andare alle radici della logica che sta dietro simili azioni. A me ieri sera, di fronte alle immagini in tv delle torri crollate, continuava a tornare in mente una frase della Populorum progressio di Paolo VI. Quel passo in cui si dice che occorre restituire ciò che è stato rubato a tanti popoli, pena la collera dei poveri, che può essere terribile". Il terrorismo islamico, principale indiziato, rappresenta i poveri? "No, ma può trovare un facile terreno fra i popoli poveri: il terreno giusto per alimentare l'odio. Un'esplosione di violenza spaventosa come questa non nasce dal nulla, ma ha vecchie radici. C'entra con la globalizzazione, non solo in un quadro generale ma anche negli aspetti più tecnici. Come hanno fatto i terroristi a eludere i controlli in aeroporto? Negli Usa anche i controlli aeroportuali, in un'ottica liberista, sono appaltati ai privati. E i privati, per guadagnare di più, pagano così poco che il personale, spesso extracomunitario, può essere corruttibile". Andare alla ragione, alla radice della violenza, dunque, in un pacifismo più che mai convinto. Ma, come si fronteggia l'emergenza, e quale reazione è lecita contro i terroristi? "Per quanto mi riguarda - risponde il sacerdote - l'azione di una polizia internazionale in questi campi sarebbe difesa più aggressione, riduzione del danno invece che violenza. Un'azione mirata però, non un bombardamento che coinvolga i civili". Don Albino Bizzotto, dei Beati i costruttori di pace: "Proprio quel che abbiamo visto ci dimostra che la violenza, la spettacolarità e la crudeltà si avvitano in una spirale senza alcun limite. E però, in questa tragedia immane, io vedo anche due elementi di speranza. Il primo è che gli Stati Uniti, colpiti nel loro cuore, possano sperimentare quanto è importante la solidarietà fra i popoli. La speranza che i più potenti e ricchi si riconoscano bisognosi anche loro. La seconda speranza è che i governanti si rendano conto che non esiste alcuno scudo spaziale o sistema di intelligence o di sicurezza che possa difenderci da un terrorismo a questi livelli. E dunque capiscano che la pace mondiale non può reggersi sull'egemonia di qualcuno, ma solo sulla collaborazione di tutti. C'è una contraddizione così grande tra i progetti di scudo spaziale e la debolezza rivelata oggi, che sembra difficile non vedere come i rapporti fra i vari Paesi non possono essere solo governati col controllo economico o militare, ma devono cambiare del tutto la loro logica". Roberto Rambaldi, della Caritas italiana, più che mai pacifista dopo l'apocalisse americana: "Il nostro impegno educativo sarà ancora intensificato. Intanto, abbiamo proposto a tutte le diocesi italiane una veglia di preghiera. Quanto all'interrogarsi, il nostro è un continuo interrogarci su quanto il nostro agire sia capace realmente di "produrre" pace". Anche a lei, chiediamo, è venuta in mente la "collera dei poveri" evocata da Paolo VI? "Occorre mantenere un grande equilibrio. È lecito e giusto interrogarsi sul perché gli Stati Uniti abbiano attirato una simile catalizzazione di odio. Senza però mai, con questo, rischiare di scivolare nel giustificazionismo". Flavio Lotti, responsabile della Tavola della Pace che promuove la marcia Perugia-Assisi, alla domanda se l'11 settembre cambi qualcosa nelle sue scelte risponde che questo giorno terribile "cambia le categorie del pensiero, della cultura e della politica, ma nel senso che tutti devono domandarsi se fino ad ora si è fatto tutto il possibile per la pace. Allora occorre riflettere su questo decennio trascorso dal Muro di Berlino, su tante opportunità sprecate. Da anni noi pacifisti denunciamo un disimpegno per la pace, rappresentato anche dalla amministrazione americana. Denunciamo un terrorismo che, invece d'essere bandito dalla società civile, è stato anche praticato da alcuni Stati. Interrogarsi? Sì, il pacifismo deve liberarsi da una certa retorica e domandare invece, con forza, più politica. Una violenza a questi livelli, si combatte solo andando alle sue radici. Non possiamo lasciare che regioni intere del mondo marciscano in conflitti senza fine, e poi stupirci se questa violenza ci ritorna addosso".


UN TRIBUTO AGLI STATI UNITI Il sottoscritto crede che sia giunto il momento di alzare la voce e difendere gli americanieri come uno dei popoli piu' generosi sulla terra. La mia non vuol essere retorica, e si rivolge soprattutto a coloro che parlano male di questo popolo. Vi siete scordati di chi ha liberato l'Italia? Oppure per andare apena oltre confine, vi siete scordati quando l'economia in Francia nel '56 stava per collassare? Il ringraziamento? L'arroganza e gli insulti dei francesi. Chi ha varato il piano Marshall per risollevare le sorti dell'europa dopo la ii guerra mondiale? O chi e' sempre intervenuto in casi di terremoti in citta' non certamente americane? O semplicemente quando ci sono state delle inondazioni in centramerica o nel sudamerica? Nessuno, solo gli Americani. Tutti oggi sputano addosso agli americani, ma per esempio dove volano gli italiani? no di certo sugli aerei sovietici, ma su Boeing, Lockheed o Douglas DC10. No di certo su aerei agusta. Parliamo di tecnologia? Bene, parlate con un giapponese e vi dara' una radio, parlate con un tedesco avrete una macchimna, e con un italiano? Forse un bel vestito. Parlate con un Amerciano e vi portera' un uomo sulla luna!!! Vogliamo parlare degli scandali? Non c'e' problema, gli Americnai sono i primi a metterli in bella mostra, quando noi cerchiamo sempre di mnasconderli, vvolete affermare il contrario? Basta guardarsi nella nostra amata molfetta....... Posso citarvi almeno 5000 amerciani che sono intervenuti per aiutare persone in altri paesi, potete citarmi 1, dico UN nome di qualcuno che ha aiutato un Americano? Io sono un italiano, veramente orgoglioso di essere italiano, ma oggi devo inchinarmi davanti a questo popolo. Questo popolo colpito al cuore come MAI nessun popolo era stato colpito finora, ma di sicuro non lo hanno ammazzato, anzi lo hanno rafforzato. "Alzati in piedi, e sii orgogliosa di te America. Noi non ti capiremo mai!!!" ...possiamo solo invidiarti. P.S. un ultima cosa, noi tiriamo fuori la nostra italianita' solo quando gioca l'Italia, e questa e' semplicemente una vergogna.


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