Molfetta, negozi aperti la domenica: è guerra tra sindaco e commercianti
MOLFETTA – 16.8.2005
E' guerra tra sindaco e commercianti per l'apertura dei negozi tutte le domeniche. La vecchia proposta dell'amministrazione comunale che servirebbe a rilanciare il commercio locale, viene invece vista col fumo negli occhi dagli stessi operatori (nella foto, una veduta di Corso Umberto).
L'idea del sindaco di favorire questa soluzione, è nata in vista dell'apertura del Fashion District, la Città della Moda che sarà inaugurata il 22 settembre, catalizzando l'attenzione dei clienti soprattutto nei giorni festivi, quando si è liberi dal lavoro ed è più facile fare shopping.
Una proposta che ci sembra molto positiva e che dovrebbe essere raccolta al volo dai commercianti, proprio per queste opportunità, viene invece osteggiata dalle organizzazioni di categoria, di solito divise su tutto, ma su questo fronte, almeno per una volta, compatte, al punto che minacciano lo spegnimento delle insegne nelle ore dello shopping, tenendo anche le saracinesche aperte per metà.
Una specie di lutto cittadino, che se non fosse per la serietà del problema, apparirebbe anche ridicolo contro la conclamata “apertura selvaggia e insensata”.
Come già in altre circostanze, “Quindici”, ritiene assolutamente sbagliata questa posizione: è una specie di harahiri per i negozianti molfettesi, che non fanno nulla per promuovere i propri prodotti, essendo rimasti fermi ad una mentalità medievale, forse frutto di mancanza di cultura imprenditoriale e di avarizia congenita.
Come è possibile sperare che restando fermi davanti alla soglia del proprio negozio, si possa attirare i clienti? La scarsa lungimiranza dei commercianti porta all'autolesionismo (come è avvenuto quando si è trattato di realizzare la zona pedonale a Corso Umberto, con la fiera opposizione dei negozianti locali). Quella di preferire la “vita comoda” del week-end è una scelta rispettabile, ma non è poi giustificato, né comprensibile, che gli stessi operatori commerciali piangano per il crollo dei consumi, che ha una spiegazione anche nell'avvento dell'euro e nella dissennata politica di raddoppiare i prezzi col giochetto 1 euro=1.000 lire. Un trucco che ha funzionato all'inizio, ma poi, alla distanza, si è rivelato controproducente, perché la gente quando ha visto eroso il suo stipendio e ridotto il suo potere di acquisto, ha rinunciato a spendere. Se va bene così per i commercianti, nulla quaestio, vuol dire che hanno lucrato a sufficienza col giochetto dell'euro.
Se, invece, non va bene, non si risolve il problema col solito piagnisteo all'italiana. Meglio rimboccarsi le maniche e recuperare il flusso dei consumi, prima che indirizzi definitivamente verso la Città della Moda e l'Ipercoop. Allora sì che saranno dolori. Una riflessione in merito non farebbe male alla categoria.