Molfetta esclusa dal consiglio Asi. Scambio di accuse tra Azzollini e Minervini
MOLFETTA – E’ guerra senza esclusione di colpi a Molfetta fra le due coalizioni di centrodestra con candidato Isabella de Bari e il destracentro con candidato sindaco Tommaso Minervini. Oggetto di scontro questa volta è l’Asi (l’area di sviluppo industriale di Bari): Molfetta era rappresentata all’interno del consiglio di amministrazione e ora ne è stata esclusa a favore di Modugno (nella foto: Azzollini e Minervini).
Ad iniziare la contesa è l’ex sindaco sen. Antonio Azzollini (candidato ombra, dietro la De Bari): «L’altro giorno l’assemblea del consorzio Asi, quello della zona industriale di Molfetta, ha escluso la città di Molfetta, dopo oltre 15 anni, dal consiglio di amministrazione, sostituendola con il Comune di Modugno».
E attacca il commissario straordinario Mauro Passerotti che sarebbe sempre assente: «Inaudita la vicenda anche perché il Comune di Molfetta era assente. Il commissario di Molfetta, evidentemente, si occupa di cose frivole o superficiali: non risolve alcun problema e, anzi, li aggrava. Ma, a questo punto, più che ridicola e grottesca è l’affermazione di Tommaso Minervini sulla collaborazione istituzionale o su altro, queste fumosità che fa girare per la città. La verità è che i gruppi che fanno capo ad Emiliano e Decaro penalizzano pesantemente la città e il sindaco, il candidato sindaco, l’ex sindaco Tommaso Minervini non è, se non un complice volontario o, peggio, involontario”.
Quindi Azzollini sostiene che né l’ex sindaco Paola Natalicchio, né Tommaso Minervini suo complice sono stati capaci di difendere Molfetta, e non poteva mancare l’affondo ai suoi ex colonnelli della destra, traditori, oggi con Tommaso. Quello che Azzollini non dice, però, ad onor di cronaca e di verità, è che lui non ha voluto mollare per due anni la poltrona di consigliere di amministrazione dell’Asi, pur non avendone diritto. Se l’avesse fatto prima e democraticamente, non costretto come è avvenuto, avrebbe lasciato più tempo ai suoi successori di intervenire adeguatamente. Poi c’è stata la crisi e quindi un anno di commissariamento e quindi l’assenza di rappresentanti dell’amministrazione comunale all’interno del consiglio.
La replica di Tommaso Minervini non si è fatta attendere: «Per l’ASI Azzollini ricandidatosi, attacca prima di essere attaccato, secondo il proverbio molfettese “se pensi di essere menato, mena prima”. Sa di avere contribuito nei suoi lunghi anni a rapporti istituzionali distruttivi con ASI, Città metropolitana e la Regione. L’inconsistenza e superficialità sino ai giorni nostri han fatto il resto. Noi grazie a questa incapacità di rapporti istituzionali costruttivi usciamo ora dal Consiglio, ma non dall’ASI. Anzi aspettano le nostre elezioni per completare il quadro di “comando” con le società di servizi ASI, dove rafforzeremo il ruolo di Molfetta (e magari Minervini riuscirà a piazzare qualcuno dei numerosi pretendenti alle poltrone che compongono la sua variopinta coalizione ciambottistica, ndr). Con la credibilità dei nostri rapporti con Emiliano e Decaro, rientreremo nelle dinamiche positive anche in relazione all’ASI con la quale stiamo istruendo i grandi interventi da fare nella zona ASI di Molfetta, rimaste sempre parole urlate. La fase delle prepotenze urlate è finita. Azzollini, figuriamoci la De Bari, possono ricostruire ciò che ha distrutto?».
E il ping pong continua con la candidata di Azzollini, Isa de Bari: «Fermate il delirio di svendita della nostra città: Emiliano con la sanità, Decaro con la Città Metropolitana. E ora il commissario, con la sua inerzia, che consente l’esclusione di Molfetta dal Consiglio di Amministrazione dell’Asi. Il candidato sindaco Tommaso Minervini, anziché insorgere, irritarsi per l’accaduto, con l’accondiscendenza cortigiana, si fa vanto dell’operazione di cui ha appreso solo dai giornali. Questa scriteriata conseguenza dell’assenza del commissario ha svilito l’investimento del Comune di Molfetta dell’ASI».
E la De Bari ricorda anche i danni fatti da Tommaso Minervini quando era sindaco di centrodestra (con l’appoggio di Azzollini, anche questo va ricordato, ndr): «va ricordato che Molfetta è riuscita a possedere nel tempo, un numero maggiore di quote rispetto agli altri Comuni. Non solo, ma tra il 2010 e il 2012, Molfetta ha ripianato i debiti verso l’ASI dell’allora sindaco, Tommaso Minervini, dal 2001 al 2006. Molfetta ha finanziato quale socio ASI, gli interventi di urbanizzazione non solo nell’ASI, ma anche nelle altre città. Ebbene, benedette quelle urla».
E siamo solo all’inizio di una campagna elettorale che si conferma già infuocata, dove si confronteranno soprattutto le due destre quella di Azzollini e quella di Tommaso per cercare di arrivare al ballottaggio.
Ma qual è lo scenario di queste elezioni amministrative, cosa c’è dietro lo scontro in atto tra ciambottisti e sopravviventi (gli azzolliniani traditi e dimezzati dai colonnelli voltagabbana) lo racconteremo nei prossimi giorni e sulla rivista mensile “Quindici” in edicola alla metà della prossima settimana con l’atteso editoriale del direttore Felice de Sanctis sulla situazione politica, come sempre senza peli sulla lingua.
“Quindici” quello che gli altri non dicono.
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