MOLFETTA - Anche Domi Bufi (foto) chiarisce le motivazioni del voto contrario al documento politico finale nel 1° Congresso fondativo di Sel a Molfetta. Già ieri l’avv. Francesca La Forgia aveva espresso la sua posizione e spiegato il suo disimpegno (pur continuando nell’appoggio politico) da Sel Molfetta, puntando il dito verso le primarie e il rischio di riproporre «ministre riscaldate» senza il rinnovamento politico atteso.
«E’ vero, come sostiene Francesca, che quel documento politico, in parte condivisibile, non rende verità e giustizia a quasi due anni di fertile ed intenso lavoro compiuto dalle tre forze di sinistra (PD, Rifondazione e SEL) nella costruzione del Cantiere del Centrosinistra a Molfetta. In questo periodo di tempo, finalmente, i tanti pezzi della sinistra molfettese si sono ritrovati a “parlare”, dopo 15 di anni di sguardi bassi e sghembi, hanno ritrovato la grammatica delle parole comuni, hanno imparato a ripartire, a riconoscersi forti nei valori condivisi.
Questo processo, difficile, contorto, travagliato, ma utile ed indispensabile, ha portato e sta portando, i primi frutti importanti: i consiglieri comunali di riferimento hanno saputo coordinare ed indirizzare al meglio la propria azione di opposizione al governo di centro destra; i tre partiti hanno saputo, insieme, denunciare lo s-governo della Città con un impatto mediatico più incisivo ed in maniera ancor più netta e compatta (Piano del Commercio, Tempo Pieno, Mani sulla Città, Porto); il Cantiere del Centrosinistra, con l’intento di innescare nuovi processi partecipativi, ha avviato un confronto aperto con la città che ha risposto in maniera importante ed entusiasta a tale richiamo (a giudicare dalle significative presenze di liberi cittadini che hanno partecipato alle iniziative).
Insomma, tutto questo periodo di lavoro, in cui il SEL ha giocato un ruolo di protagonista, “ha scosso l’albero morto del centro sinistra”, come ama dire il Presidente Vendola. E’ da qui che si parte, insomma! Si riapre la Partita, va bene, ma non si riparte da zero.
Tornando al Congresso, nel documento politico finale, che in conclusione la commissione politica proponeva agli iscritti, avevo chiesto di inserire un passaggio che rendesse conto di queste considerazioni, che pure, durante le tre ore di dibattito, nessuno degli intervenuti aveva disconosciuto.
L’inserimento della frase “in piena continuità con il Cantiere del Centrosinistra”, pure condivisa dagli organi provinciali presenti, ha visto però la netta, ferma ed inspiegabile opposizione del Presidente del Congresso. Anche l’eccessiva enfasi data da molti intervenuti e dal documento politico alle primarie sembrerebbe essere più una forzata accelerazione pericolosa all’individuazione di un “candidato sindaco a tutti i costi”, attraverso un’organizzazione “mirata” delle masse, che una vera condivisione dello strumento primarie, come alta manifestazione di democrazia e come evento finale di un ampio e genuino processo di partecipazione. Ipotesi, questa, che darebbe un senso ad approvare un documento politico che nei fatti rinnega il percorso partecipativo del Cantiere del Centrosinistra, riconoscendolo quale ostacolo a primarie non regolate.
Ma in politica vince chi riesce ad orientare ed organizzare il consenso e quel documento, che pure ha visto il voto contrario di due dei quattro coordinatori cittadini di SEL Molfetta, è stato approvato dalla maggioranza degli iscritti: la democrazia delle mani alzate funziona così. Ed io rimango, indignato, deluso, arrabbiato, “in direzione ostinata e contraria”, testardamente solo. Perché nel tentativo di costruzione di un soggetto politico leggero e nuovo che si arricchisca nella diversità delle esperienze più nobili della cultura democratica, ambientalista, libertaria e comunista, io ci credo, davvero.
E ci credo, nonostante tale cammino, in Sel Molfetta, sia reso più difficile da compagni di viaggio, le cui distanze fra sensibilità intellettuali e pratiche politiche sono veramente abissali. E sento che questo mio disagio è in comune con i tanti compagni indignati che assistono e seguono le vicende del partito, di cui ne condividono i principi, sempre dall’uscio della porta, trèmuli nel compiere quel piccolo grande balzo che spinga loro a passare dall’indignazione all’azione.
Ecco, io resto anche per loro. Convinto che a Molfetta, nonostante il mare periglioso, un altro governo con le forze genuine e vere del centro sinistra è possibile».