Molfetta, appello di una lettrice di Quindici: salviamo tre cani da morte sicura
MOLFETTA - Pubblichiamo una lettera-denuncia accorata e commovente inviataci da una nostra lettrice di via Ungaretti, che si fa portavoce degli abitanti della zona e lancia un appello alla sensibilità dell'amministrazione comunale e dell'intera cittadinanza:
«Gentilissimi Redattori di Quindici,
quella che mi accingo a scrivere non è una lettera facile e divertente, né amena per gli occhi che la scorreranno e per gli animi che la intenderanno. Ma vuol essere un'attestazione vera di fatti che autenticamente interessano Molfetta ed un quartiere in particolare.
Una dichiarazione di reale sofferenza e insieme di profonda gratitudine alla sensibilità umana: è la “voce” per quella vita, fatta di profondo affetto e incrollabile lealtà... che “voce non ha”... men che meno “in capitolo”. Scelgo la Vostra Redazione giornalistica perché mi convince da sempre l'imparzialità e la correttezza dei Vostri criteri di azione nel confezionare articoli e perché la libertà di espressione, nel pieno rispetto di notizie e protagonisti, traspare da ogni riga del Vostro giornale.
La storia che denuncio ha come tema il rapporto “odi et amo” tra uomo e cane, o meglio, tra meticci canini... e “meticci” umani, per rimanere nei ranghi della decenza.
I protagonisti sono loro, i nostri Lady, Lilly e Vagabondo, rispettivamente madre e cuccioli di un anno, pastori tedeschi randagi e liberi, ma col cuore e con la bontà da impeccabile pedigree. “Nostri”, perché da un anno a questa parte sono cani di quartiere, tutelati, amati e coccolati dall'intera Via Ungaretti. Con predilezione maggiore per i cuccioli, dati in adozione subito dopo essere stati svezzati e prontamente restituiti al mittente dopo esser stati ampiamente traumatizzati da percosse e maltrattamenti. Fino a pochi giorni fa tutti, grandi e piccini, ci siamo dedicati ad accudirli e coccolarli, dando loro gioco e affetto, pasti caldi e riparo (quest'ultimo ripetutamente sottratto e distrutto da vandali, soliti ignoti!). E loro ci hanno sempre, ripetutamente ripagato con vivace fedeltà, accompagnandoci nei pomeriggi desolati del nostro quartiere solitario. Sempre insieme: Vagabondo, che raschia alle porte del pianterreno e abbaia per richieder cibo e che si acciotola ai piedi per invitarci a non andar via dopo esser stati in sua compagnia; Lady, che ama far footing con le mie vicine di casa imitandone persino l'andatura e i movimenti; Lilly, che ogni giorno ci allieta con feste e scodinzolate.
Come in ogni favola che si rispetti, il cattivo è sempre in agguato. Nel nostro caso, il cattivo ha agito nei panni di una coinquilina di nuova acquisizione che, in preda ad un'insana fobia per “tutto ciò che le si muove accanto”, dai cani ai bambini (questi ultimi la infastidiscono per le continue fragorose risate e gli “odiosi” frastornanti giochi) e forte dei recenti avvenimenti in Sicilia, ha reiterato denunce e richieste di cattura. Per carità, non è mia intenzione sminuire l'entità dell'evento siciliano, ma ora si fa “di tutta un'erba un fascio”.
A nulla è valso cercare di far capire alla Polizia che i cani sono “in regola”, sterilizzati e vaccinati secondo quanto previsto dal regolamento comunale: i militari intervenuti hanno ritenuto doveroso agire di prassi, dando soddisfazione alla denuncia. Prontamente. Un solo grande rammarico. Che le tante nostre denunce in seguito a furti di macchine e in appartamento, in seguito a scippi non siano state evidentemente così efficaci da sollecitare quei tanti sopralluoghi in Via Ungaretti, al contrario effettuati per la presenza dei cani. Si son visti più carabinieri e vigili ora che in quindici anni di residenza nel quartiere. Il risultato di tanta “solerzia” è che Lady, catturata ed isolata dal suo habitat, rinchiusa in un'angusta gabbia del canile molfettese, si sta pian piano lasciando andare, rifiutando ormai il cibo e la stessa nostra presenza, di uomini che non l'hanno saputa proteggere fino in fondo.
Morirà? Quasi certamente. Ma tanto, che importa? Che importanza hanno l'esistenza e l'emotività di un essere animale? Nessuna! Come non ha importanza il timore che tutti noi abbiamo per un'altra inattesa ed impensabile denuncia, che possa portarci via Lilly e Vagabondo. Li teniamo costantemente sotto controllo, dividendoci tra la loro tutela e protezione e la ricerca spasmodica di possibili adozioni, unico mezzo per ridar loro serenità e pace.
Ciò è irrilevante, come un'esperienza, altrettanto futile, che ha provocato un'autentica valanga nella mia coscienza. Durante una visita a Lady nel canile, ho incontrato e incrociato lo sguardo di una cagnetta, zoppa per un moncone al posto della zampa anteriore destra e per quella di sinistra palesemente deformata. Si muoveva, come poteva, mangiava e scodinzolava alle amorevoli cure di un anziano che quotidianamente la visita e le porta cibo e amore. La mia domanda sulla motivazione di tale condizione ha ricevuto una risposta raggelante: la cagnetta, non gradita, è stata sparata ripetutamente. Salvata in extremis dai veterinari del canile, ha purtroppo subito l'amputazione della zampa e la deformazione dell'altra.
«Vive di una sola carezza. Aspetta che qualcuno le faccia una semplice, sola, piccola carezza». E quella carezza semplice la cagnetta l'ha voluta ricevere in modo altrettanto semplice, abbassandosi a terra e schiacciando il musetto sul pavimento, in atto di dignitosa umiltà e di profonda accondiscendenza.
Mi sono sentita morire dentro. Ho pianto mentre ascoltavo questa storia, esattamente come piango ora che la trascrivo.
Concludo, allora, invitando i miei concittadini a riscoprire e alimentare la loro umanità. E a rispettare la vita in ogni sua forma! Vita è sicuramente quella martoriata dalle guerre estere o dalle macerie d'Abruzzo. Vita è quella che si è spenta atrocemente per la Natura in questi giorni o quella che ne è uscita, grazie a Dio, incolume. Ma è vita anche quella, muta, in un canile, quella libera e festante in un quartiere residenziale. Aiutateci a salvare Lady, Lilly e Vagabondo!
E infine, un grazie di cuore! Ad ognuno dei volontari che spende il suo tempo in sacrifici gratuiti e si adopera giorno dopo giorno per questi nostri amici animali e ai veterinari che impegnano la loro professionalità nel canile. Un grazie di cuore agli abitanti di Via Ungaretti, che stanno tentando ogni espediente per salvare e far adottare Lady, Lilly e Vagabondo. Un grazie di cuore a Voi Redattori, che accogliete questo scritto-appello con sensibilità e disponibilità.
Un grazie di cuore, infine, all'animo e alla coscienza di chi mostrerà sincera commozione e vivo interesse a questa lettera.
Con gratitudine infinita!».