Metti una mattina di pulizia a Molfetta a Torre Gavetone...
MOLFETTA - Quando la pubblica amministrazione non riesce, o non vuole, far fronte alla pulizia della spiaggia, ci pensano i privati cittadini a impegnarsi in prima persona in un'opera di volontariato per restituire decoro alle nostre coste: è il caso di un gruppo di molfettesi che, su iniziativa di Donato Centrone (nella foto), collaboratore di “Quindici” che vive a Milano per lavoro, ha deciso di passare una mattina a pulire la spiaggia di “Torre Gavetone”.
Ecco la cronaca di questa giornata raccontata dallo stesso nostro collaboratore:
Milano seconda quindicina di luglio, di ritorno da un weekend nella mia amata Molfetta riflettevo sulla situazione della città con un amico, anche lui molfettese a Milano. Entrambi eravamo sconcertati dal degrado che prolifera in città. Molfetta è sporca, ma non solo, e spero di riuscire in queste righe a spiegare la mia personale posizione, Molfetta sta diventando aggressiva e individualista, e le due cose viaggiano su binari paralleli. Aggressiva: è capitato più volte, a me o ad amici, di riprendere, con la dovuta gentilezza il signor Mario Rossi o la signora Maria Bianchi che, griffati da capo a piedi, in procinto di cominciare la loro passeggiata serale a corso Umberto, appallottola e getta un fazzolettino per strada, ed lì a far notare che tali atteggiamenti sono alla base del degrado della nostra città, che non costa nulla aspettare il cestino dei rifiuti più vicino e depositare la carta, ma che se proprio Mario o Maria non vogliono la carta la getto io.
Ma la reazione qual è? Bè si arriva dal classico “Lei non sa chi sono io” a improperi verbali che scadono nel più rozzo frasario dialettale. Oppure il ragazzetto che, fermo al lungomare, sul muretto del pub Beatles, dopo aver lasciato la sua bottiglia di birra sul muretto, risponde sfrontato alle tue pacate argomentazioni, fino ad arrivare a minacciarti. Individualista: sono pronto a scommettere che nel 99% delle case molfettesi tutto è così lindo e pulito da poter anche pranzare sul pavimento, ma passato l'uscio di casa “terra di nessuno”. Carte, pacchetti di sigarette, mozziconi, tutto è permesso, il bene pubblico non è mio, salvo poi lamentarsi degli altri cittadini o delle autorità preposte. Ma per carità non sono mica io che sporco le piazze centrali, le vie periferiche, le spiagge.
Sempre più inviperiti perché, sebbene a distanza, la nostra città la amiamo, e le riflessioni di queste righe, ci tengo a ribadirlo nascono proprio da questo, dall'impressione che la gran parte dei molfettesi non ami la sua città, discutendo di ciò io e il mio amico abbiamo ripensato a ciò che spesso fanno gruppi di altri ragazzi sulla spiaggia del gavetone, una mattinata di pulizia volontaria, armati di guanti e scarpette da tennis
Allora, dato che le ferie erano vicine non rimane che la classica mail inviata a tutti i contatti in rubrica per una mattinata di pulizia organizzata a distanza, qualche ore delle sacrosante ferie donate a Molfetta.
E stamattina il proposito è stato mantenuto, ore 6.30 appuntamento nel parcheggio di torre gavetone per una mattinata passata a pulire la spiaggia. Certo, alla fine non eravamo in tanti, come spesso è accaduto quando ci sono state iniziative volontarie di questo tipo, però siamo riusciti, come si vede dalla foto a raccogliere un bel po' di immondizia e a rendere un po' meno tristi quegli scogli.
Alla fine della pulizia, ho notato una cosa: a parte bottiglie, cartacce e contenitori di plastica un po' dappertutto, a farla da padroni sulle spiagge sono i mozziconi di sigarette, incastrati ad arte nei pertugi tra gli scogli, o nascosto in fessure tra le rocce e poi ricoperti con una pietra quando la misura è colma. Questo mi porterebbe a fare considerazioni troppo personali su larga parte dei fumatori che frequentano la spiaggia, ma lascio al lettore le sue riflessioni. Mi sono poi soffermato a guardare la quantità di immondizia raccolta e, tornando a precisare che gran parte della colpa è da attribuirsi a quei cittadini che non amano il proprio territorio, ciò che mi chiedo è: probabilmente se quattro persone, non esperte del lavoro, hanno raccolto, in poco più di due ore e con mezzi precari, 10 sacchi di rifiuti, una gruppo di professionisti del settore ben attrezzati in un tempo minore potrebbe arrivare anche a risultati migliori. Probabilmente si potrebbe pensare che, nelle prime ore di luce, questi lavoratori potrebbero facilmente passare al settaccio il litorale. Probabilmente la gente che svolge, giornalmente, questo tipo di attività sul campo potrebbe meglio consigliare le autorità competenti su come svolgere i turni, e su quale sono le zone maggiormente a rischio. Queste riflessioni vengono da un profano ma sicuramente chi ne ha facoltà saprà prendere, e sta già prendendo, i giusti provvedimenti per arginare la situazione di crisi.
Spero che la città sappia reagire perché si sta prendendo una brutta piega. E per certi versi non è solo colpa del classico maleducato “u czzal” a cui noi molfettesi siamo avvezzi e che ha un che di folkloristico, si sta andando oltre. Il senso di malessere diffuso, percepibile anche a livello nazionale, non si sta trasformando in una reazione positiva che inneschi quei processi virtuosi capaci di arginare queste tendenze e far cominciare una risalita, sta portando a un ripiegamento su se stessi e ad un allontanamento di una gran parte dei cittadini dall'amore per un territorio di cui una minoranza si sta impadronendo.