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Lillino Di Gioia racconta i flop del sindaco Minervini e del “governo a rete”
27 gennaio 2004

MOLFETTA – 27.1.2004 La risposta al comizio di Tommaso Minervini, al suo bilancio di 30 mesi di attività amministrativa, è venuta dal solito, iperattivo Lillino Di Gioia (nella foto) che, dopo 15 giorni esatti, si è presentato domenica sullo stesso palco dell'Odeon per una manifestazione pubblica chiara negli intenti sin dal titolo: “I flop del “governo a rete” e le storielle esilaranti del “sindaco più scellerato del dopoguerra”. Introdotto da Pino De Candia, di “Politica nuova”, e da Gianni Ventrella degli “Ambientalisti”, assente invece fra i simboli e con rappresentanti sul palco la “Democrazia Cristiana”, pure citata nel suo discorso, l'ing. Di Gioia ha smontato punto per punto quelli che il sindaco aveva presentato come i successi del “governo a rete”. Le opere che il sindaco ha dichiarato di aver portato a termine sono frutto del lavoro di amministrazioni passate e non è elegante che se ne prenda la gloria solo perché ha avuto la fortuna di essere eletto giusto al momento in cui c'era solo da tagliare i nastri. Le case, anzi le gru che dovrebbero costruire la nuova zona di espansione, semplicemente non ci sono, nonostante anche in quest'ambito Tommaso Minervini sia stato assistito dalla buona stella, trovando un Piano regolatore già approvato, senza, però, poi fare nulla di più. Anzi, il sindaco, rispetto al PRG, più che attuarlo, ha cercato di apportare varianti che avrebbero legittimato la costruzione di strutture turistiche ed alberghiere non nelle zone indicate dallo stesso Piano, ma in altre, disseminate nel territorio agricolo. Un tentativo bloccato, ha affermato Lillino Di Gioia, dalle sue diffide giudiziarie, relative soprattutto alla vicenda di “torre Mino”. Di risultati del “governo a rete” Lillino Di Gioia ne vede pochi anche per quanto riguarda l'azione del deputato e del senatore del collegio. L'on. Amoruso “ha avuto 10 anni di tempo, dal 1994, per lasciare una sua traccia a Molfetta: un francobollo”, ha ironizzato Di Gioia, per ricordare subito dopo, però, che ben più significativa è stata la difesa che Amoruso ha saputo fare di Bisceglie, in particolare nella vicenda dell'ospedale. Più circostanziato è stato l'attacco al sen. Azzolini, soprattutto sulla vicenda porto. L'ing. Di Gioia ha ricostruito ancora una volta la vicenda del Piano regolatore del porto, di cui ha rivendicato la paternità, ma soprattutto sottolineato come gli sbandierati 100 miliardi di finanziamento per la sua costruzione non siano ancora stati spesi, nonostante il senatore si fosse impegnato ad un rapido utilizzo e nonostante la Regione abbia fissati tempi precisi e stretti al Comune. “La sostanza del discorso è che quest'operazione è un pasticcio ed un grande imbroglio”, ha concluso Lillino Di Gioia. Il peggio, comunque, il “governo a rete” lo ha dato nella vicenda dell'ospedale: “Il sindaco passerà alla storia per aver svenduto la sanità della città” secondo Lillino Di Gioia. Soppressi reparti, mentre non sono arrivati quelli che il piano di riordino prevedeva, e ceduto alla lega del “Filo d'oro” il Preventorio, dimenticando i bisogni degli anziani della città. Tutto ciò mentre la Regione, che dovrebbe far parte del sempre citato “governo a rete”, crea nuove strutture per anziani in diverse città della provincia e firma la convenzione per 50 posti per anziani a Bisceglie. Insomma, tutto da sbagliato e tutto da rifare, al punto tale che si rende necessario costruire, questa la proposta lanciata dall'ing. Di Gioia in chiusura della manifestazione pubblica, un “Comitato di salute pubblica”, cui partecipino tutte le forze politiche di questa città che non condividano le scelte dell'attuale amministrazione, ma anche movimenti e cittadini insoddisfatti. Altro obiettivo, quello di garantire con le prossime elezioni rappresentanti adeguati sia nel Consiglio provinciale sia nel Parlamento europeo. A tal fin,e i movimenti che fanno capo a Lillino di Gioia, si impegnano a sostenere non meglio specificati partiti “riformisti”. Lella Salvemini
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