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Le vicende politiche dell'ultimo ventennio (III parte)
02 febbraio 2008

NAPOLI - 2.2.2008 Il governo Craxi resse sino all'aprile del 1987, quando il segretario della DC Ciriaco De Mita, giudicando intollerabile l'esclusione del suo partito dalla guida del governo, ne provocò la caduta. Pur essendo positivo il bilancio dell'azione del governo Craxi, bisogna imputare a lui la trasformazione del PSI in una semplice macchina elettorale, in cui era stata annullata ogni forma di dibattito democratico e di controllo di accesso dei nuovi iscritti. Le lezioni del 1987 registrarono la vittoria della DC e del PSI ed un sensibile arretramento del PCI. Seguirono i governi Goria (1987-88), De Mita (1988-89) ed Andreotti (1989-92). Tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta, si aggravarono ulteriormente i mali del Paese: crebbe la spesa pubblica improduttiva; si moltiplicarono le pratiche spartitorie; peggiorò la qualità dei servizi pubblici, si rafforzò la criminalità organizzata; aumentò l'inquinamento e la devastazione ambientale; si aggravò la crisi delle istituzioni educative. L'ambito internazionale fu segnato da cambiamenti profondi e repentini: la riunificazione della Germania; il crollo del socialismo reale in URSS e nei paesi dell'Europa dell'Est; la dissoluzione dell'URSS con la nascita di nuovi Stati nazione; la disgregazione della Jugoslavia con lo scoppio della drammatica guerra etnica tra le diverse nazionalità che la componevano. Con il trattato di Maastricht del dicembre 1991 viene impressa una vera e propria accelerazione al processo di integrazione economica, politica e monetaria dell'Europa sottoposta a rigorosi vincoli di bilancio. Tra i Paesi dell'Europa occidentale l'Italia è quello che risentì maggiormente delle conseguenze provocate dal crollo del comunismo. Nel febbraio del 1991, il segretario Achille Occhetto (foto) segna lo strappo rispetto alle origine ideologiche e storiche del PCI con la nascita del Partito democratico della sinistra, mentre la minoranza ancorata alle sue origine dà vita al Partito di rifondazione comunista. Nel gennaio del 1993 la DC rinunciò al suo nome per ritornare alla formula Partito popolare di Sturzo. Nel frattempo nell'Italia settentrionale cresce il consenso verso le “leghe”, movimenti sorti su base regionalista con una forte componente discriminatoria e xenofoba nei confronti dei meridionali e degli extracomunitari. Tra le “leghe” del Nord emerge la Lega Lombarda di Umberto Bossi, divenuta il fulcro centrale della federazione della Lega Nord. Salvatore Lucchese
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