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La protesta dei cittadini blocca per il momento il sottopasso di via Terlizzi
21 ottobre 2004

MOLFETTA – 21.10.2204 La costruzione del sottopasso all'incrocio di Via Terlizzi è per il momento sospesa. Lo ha annunciato il sindaco a conclusione del forum cittadino del 19 ottobre, chiesto dal Comitato appositamente costituitosi. Tommaso Minervini, sia pure arrivato in ritardo, ha avuto modo di cogliere la forte opposizione dei cittadini e concluso: “Previo confronto con gli uffici regionali, intendiamo portare avanti la parte progettuale che riguarda gli interventi di superficie, di allargamento della viabilità collaterale, e poi fare approfondimenti per il sottopasso”. Incontro affollato, protrattosi per oltre tre ore, in cui per la prima volta il progettista, ing. Lucivero, ha illustrato le caratteristiche dell'intervento. Questo i presenti hanno lamentato, mancanza di democraticità, visto che si è arrivati all'assegnazione dell'appalto senza che i cittadini siano stati consultati o perlomeno informati, per non dire che secondo alcuni sarebbe stata necessaria una variante al Prg. I tecnici presenti hanno assicurato che l'opera migliorerà sicurezza e viabilità. Ma poi nessuno, nemmeno il prof. Civitella, esperto dell'Università di Bari, ha davvero risposto alle domande dei cittadini. Saputo motivare perché, come chiesto dal dott. Massari a nome del Comitato, non sia stata preferita la soluzione del rondò, che avrebbe minore impatto ambientale, da situare allo sbocco della 16 bis, in maniera che le auto che non dirette al centro della città, non arrivino proprio all'incrocio di Via Terlizzi e siano piuttosto smistate da una sorta di nuova circonvallazione attraverso i due sovrappassi a Levante e a Ponente. Con il sottopasso le code ai semafori di Via Terlizzi sarebbero semplicemente spostate all'altezza dell'incrocio della strada per la Madonna delle Rose e davanti a Sant'Achille, con pesanti disagi, in particolare per i cittadini dei rioni Paradiso e Lotto 10. A pagare sarebbero soprattutto i pedoni che, per accedere ai servizi - le scuole, le banche, i supermercati, l'edicola - situati nella 167, dovrebbero spostarsi ogni volta di circa 150 metri per superare lo sprofondo del sottopasso, perché a tale distanza dell'incrocio inizia l'interramento della strada, sia da una parte che dall'altra. Peggioramento della vivibilità, deprezzamento delle case, crisi degli esercizi commerciali, pochi miglioramenti al traffico cittadino, a fronte di vantaggi che gli amministratori non hanno saputo evidenziare. Di qui il ripensamento, anche se c'è una ditta di Barletta che ha già vinto l'appalto, sia pure, ha chiarito l'assessore Visaggio, non ancora aggiudicato, e che si presume non vorrà perdere un lavoro del valore di circa 2,6 milioni di euro, e ci sono le spese del progetto. Forse più che ripensarci, bisognava pensarci per tempo e magari insieme ai cittadini. Lella Salvemini
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Per la seconda volta in pochi mesi mi è capitato di partecipare ad un incontro pubblico in cui l'amministrazione sceglie di confrontarsi con i cittadini su questioni di rilevante interesse. Per la seconda volta l'incontro non era stato organizzato dall'Amministrazione comunale ma da cittadini desiderosi di sapere quello che altrimenti a loro non sarebbe dato sapere. (Un bel risultato davvero per chi ha avuto il merito di avviare il processo di Agenda 21 Locale). Per la seconda volta il sindaco si è presentato in ritardo, a dibattito pressoché concluso e, anche questa volta, ha pensato bene di esordire offendendo l'uditorio rivendicando solo a se stesso la capacità di utilizzare il pensiero in maniera critica. Mentre il sindaco andava ripetendo la sua ormai nota tesi, ho manifestato (ma non sono stato il solo) segni di insofferenza di cui adesso mi dispiaccio: il penoso comportamento di Minervini è segno evidente di un disagio politico che sta tramutandosi in una autentica sofferenza umana e che lo ha portato a vedere nemici preconcetti anche in una situazione in cui la platea era semplicemente composta da cittadini preoccupati. L'incontro, a cui ho partecipato, riguardava il sottopasso che l'amministrazione ha deciso di costruire all'incrocio di via Terlizzi con via Salvucci e via Berlinguer. Non starò qui a dilungarmi troppo sulle questioni tecniche, né commenterò più di tanto la boutade di Minervini che, sperando di risultare spiritoso, ha bollato come di sinistra il rondò e di destra il sottopasso. Vorrei qui invece rimarcare come il sindaco abbia tentato di fare passare la sua scelta come tecnica e quindi inevitabile, cercando di sottrarsi così alle sue responsabilità politiche, senza però che né lui né nessun altro fra i convenuti tirasse fuori dati utili a convincere la platea. Quanti minuti si risparmieranno? In quali ore? Quanta benzina si risparmierà? Perché i colli di bottiglia eliminati da via Terlizzi, non si dovrebbero riformare al semaforo fra via Salvucci e via La Malfa, o fra via Berlinguer e la strada per Bitonto? Nessuno ce l'ha voluto dire. Abbiamo dovuto invece sopportare il solito predicozzo in cui il sindaco si propone nelle vesti di cireneo e taumaturgo, unico argine contro l'egoismo e l'irrazionalità collettiva. Ma facciamo pure finta di credere che il progetto riesca a migliorare in maniera significativa il traffico. La vera questione, quella che Minervini ha cercato di nascondere per evitare di pagarne il costo politico, è se sia giusto per raggiungere quell'obiettivo, far pagare costi sociali, umani ed economici così ragguardevoli agli abitanti del quartiere. Questo si chiedeva infatti, che il sindaco avesse il coraggio di dire: lo so che le vostre case dopo quest'opera varranno molto meno; lo so che molti esercizi commerciali si troveranno in difficoltà e forse dovranno chiudere; lo so che i vostri figli non potranno più andare a piedi a scuola e che per fare quelli che prima erano pochi passi a piedi dovrete per forza prendere la macchina; lo so che vi sego il quartiere con un muro e ci aggiungo pure il fossato. Ma la città ne avrà grande giovamento e ve lo dimostro con i fatti. Visto che ha sostenuto di prendersi tutte le croci sulle sue spalle, che le mostri alla città con orgoglio. Altrimenti a qualcuno potrebbe credere che l'opera non sia stato lui e la sua amministrazione a volerla, sospetto aggravato dalle distanze che pubblicamente ne ha preso l'assessore Visaggio. Che anche questa sia maturata in quel luogo, sottratto allo sguardo di cittadini, partiti e consiglieri comunali, dove si fa la politica “vera”, in quel “magico incrocio” di cui parlava in una intervista concessa a Lella Salvemini qualche anno fa?
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