La Procura di Trani chiede l’arresto del sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini e di altri 3. Coinvolto anche l’imprenditore portuale Totorizzo. Le indagini si riferiscono al nuovo mercato e al nuovo porto
Il sindaco Tommaso Minervini
MOLFETTA – Chiesto l’arresto del sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, 70 anni, e di altre 3 persone, da parte della Procura di Trani con le accuse, a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta, peculato e falso, per un totale di 21 capi di imputazione. Indagati l’autista (e cugino) del sindaco, Tommaso Messina, 66 anni di Molfetta (con l’accusa di peculato per l’utilizzo dell’auto di servizio), l’imprenditore portuale Vito Leonardo Totorizzo 79 anni e un luogotenente della Guardia di finanza, Michele Pizzo, 60 anni. Indagati i dirigenti comunali Alessandro Binetti 58 anni (Rup del porto commerciale), Lidia De Leonardis, 58 anni di Bari e Domenico Satalino 54 anni di Bari (dirigente dei Lavori pubblici) e il funzionario Mario Morea 64 anni di Bari (addetto alla rendicontazione dell’area mercatale).
La Procura ha disposto 4 arresti ai domiciliari, e 4 tra interdizioni e divieti di dimora. L’indagine, coordinata dai pm tranesi Francesco Tosto e Francesco Aiello, è nata a partire dalle verifiche su presunte irregolarità in una gara per la realizzazione della nuova area mercatale, il cui cantiere venne sequestrato nel luglio 2022. Dagli ulteriori accertamenti effettuati dopo il sequestro dell’area, sarebbero emerse condotte illecite relative anche ad altri appalti, compresi alcuni relativi al nuovo porto commerciale.
La gip Marina Chiddo ha disposto che il primo cittadino venga sottoposto a interrogatorio preventivo il 2 maggio, prima dell’arresto ai domiciliari, come prevedono le nuove norme del ministro della Giustizia Nordio. Stessa misura anche per gli altri indagati per i quali è stato chiesto l’arresto ai domiciliari.
La richiesta di arresto formulata dalla Procura per quattro indagati è giustificata dal paventato rischio di reiterazione dei reati contestati.
Minervini, eletto nel giugno 2022 al terzo mandato, guida una giunta di centrodestra “ciambotto” con liste civiche.
Il cantiere del mercato fu sequestrato nel luglio del 2022 con 11 avvisi di garanzia per amministratori pubblici, dirigenti comunali e imprenditori.
Le indagini della Guardia di Finanza si erano concluse il 17 settembre 2024 ed erano state depositate. Oggi la Procura, sulla base di quelle indagini, ha chiesto l’arresto degli indagati. I reati, secondo l’accusa, farebbero riferimento a una mezza dozzina di appalti che sarebbero stati “addomesticati” per presunti favori a imprenditori amici in cambio di vantaggi elettorali. In questo caso c’è l’ipotesi del reato di reiterazione, che, con il nuovo codice penale, prevede l’interrogatorio preventivo a garanzia degli indagati.
Le indagini, comunque, sarebbero ancora in corso, per cui non si escludono ulteriori sviluppi.
Il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, questa mattina si è affrettato a dettare all’ufficio stampa il seguente comunicato: «Carissimi tutti, purtroppo devo darvi una brutta notizia. Dopo lunghi anni di indagini, mi hanno notificato un avviso di comparizione per il 2 maggio p.v. di fronte al Gip di Trani ove, unitamente ad altri dovrò essere interrogato “preventivamente” in relazione a vicende amministrative con riferimento alle quali la Procura chiede misure cautelari. Sono profondamente addolorato e mortificato per quanto accaduto perché, a giudicare dalle contestazioni a me elevate, vengono letti in chiave di penale rilevanza fatti e circostanze della gestione politico-amministrativa della città che, invece, ad una lettura semplice e lineare, disvelano condotte svolte sempre nell’interesse della collettività e poste in essere, paradossalmente, proprio per evitare le collusioni e le irregolarità di cui mi si accusa. Spero, pertanto, di non essere bersaglio di comportamenti di “sciacallaggio” mediatico in quanto sapete benissimo voi tutti, così come l’intera cittadinanza, che ho sempre agito nell'interesse pubblico e non mi sono mai appropriato di un solo centesimo né per me, né per altri. Avrò anche questa volta, statene certi, la forza d'animo, datami dalla onestà intellettuale con la quale ho sempre agito, di rappresentare tutto al Giudice ed agli organi di Giustizia, nella quale continuo a credere con rispetto e fiducia, dimostrando con elementi concreti la correttezza di ogni procedimento, mio e dell'apparato comunale. Confido, ed auspico, di poter risolvere quanto prima ogni profilo di questa incresciosa ed imbarazzante situazione».
Tocca ora alla magistratura fare il suo lavoro per dimostrare eventuali responsabilità e conseguenti misure giudiziarie.
La città è rimasta sgomenta questa mattina alla diffusione della notizia, data con grande risalto anche dalla stampa regionale e diffusasi in ogni ambiente cittadino.
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