La Madonna dei Martiri a Molfetta: l'emozione regalata dal mare
MOLFETTA - Non erano tantissime le barche che ieri sera hanno accompagnato la Madonna nel suo annuale tragitto marittimo. Ma l'emozione era la stessa che ha sempre trasformato il rito nella celebrazione di un lavoro che si spinge ancora fra la fede e la passione. Che trova nell'approssimazione all'immensità del mare la linfa vitale della propria sfida, quella che abbraccia l'infinità del mistero segnato da abissi profondi e doni divini. Perché il pescato sta sempre ad indicare che c'è ancora un “quid” vicino al pescatore, e che il mare benigno si spinge senz'altro oltre l'onda che si infrange nei pressi dell'orizzonte. Insegue la scia dei sogni, delle sensazioni che cullano ogni giorno i pescatori nell'incontro mistico con la natura. Quell'incontro che ieri ha slegato tale passione dai ritmi lavorativi quotidiani, per concedere ai caldi festeggiamenti mondani di subire per un giorno il fascino del tocco di mistico della processione.
Una processione tra mare e terra, tra l'infinito delle passioni e le pagine scandite dalla vita quotidiana, nella Molfetta che sembra non accontentarsi della rustica realtà campagnola e volersi staccare per inseguire l'onda della libertà, dell'incondizionato. Si perde nello specchio del porto, cerca di guadagnare ossigeno, di respirare l'odore d'immenso. E così si avverte che Molfetta non è mai chiusa nell'inerzia, non è mai passiva. Lo si sente fra le bancarelle nelle voci di molfettesi dispersi nel mondo ma pronti a un assaggio di Molfetta, lo si vede nell'instancabile gioia dei marinai a piedi nudi sotto la Madonna.
Molfetta esplode nel caldo rito del mare, del suo cuore ancora in grado i liberarsi da mura di cemento e di pregiudizi, come i fuochi di artificio che tornano ad illuminare l' eterno specchio d'acqua sotto gli occhi della gente.
Autore: Giacomo Pisani
