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L’astensionismo contagia gli atenei Inchiesta fra i giovani universitari. Per il Cnsu vota solo il 3 per cento
15 giugno 2000

di Paola Natalicchio 10 e 11 maggio 2000: per gli Atenei Italiani avrebbe dovuto trattarsi di una data importante, in un certo senso una svolta in termini di rappresentanza studentesca su scala nazionale. Sono state indette per quella data, infatti, le elezioni, attese da fine 1997, per il Consiglio nazionale studenti universitari (CNSU), organo consultivo del ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica. E invece è successo ancora: l’epidemia di astensionismo generalizzato che ha colpito il Paese dalle regionali ai referendum non ha mancato di abbattersi anche sull’Accademia. Il dato del quorum nazionale alle elezioni del Cnsu è quantomeno preoccupante: ha votato circa il 3% degli aventi diritto. Un apparente scandalo se si pensa che stiamo parlando mediamente di giovani dai 18 ai 25 anni che godono vox populi dello status di elite culturale. Ma non è questa la sede per stabilire la relazione, pure ai limiti dell'evidenza, tra la scarsa partecipazione alle elezioni studentesche e il crescente aumento del fenomeno sul piano politico nazionale. Ci è sembrato più utile, invece, contattare mediante una catena di e-mail alcuni ragazzi degli Atenei di Bari, Lecce e Foggia, per sentire la loro posizione sulle elezioni in causa. “Perché non ho votato?”- mi scrive Lucia, studentessa al terzo anno di Lettere a Bari: “Semplicemente perché non avevo la più pallida idea che ci fossero le elezioni e cosa fosse questo CNSU. L’informazione è stata ridicola, al contrario che per le elezioni interne dei nostri rappresentanti di corso e di facoltà, quando invece l’Università era stata completamente invasa dalla volantini e manifestini”. Cinzia, quarto anno di Giurisprudenza, aggiunge: “Da noi girava la voce che ci sarebbero state delle elezioni a maggio, ma nessuno sapeva bene di cosa si trattasse”. Non proprio sulla stessa linea Lucrezia, al quarto anno di Scienze dell’Educazione: “Faccio un mea culpa, perché sapevo delle elezioni ma le ho disertate, semplicemente perché non sapevo chi votare. Eppure trovo che i giornali e le televisioni abbiano affrontato l’argomento. Sono stati i candidati a sprecare un’occasione gestendo la loro campagna elettorale in maniera disastrosa”. Victor, al terzo anno di Ingegneria Meccanica, sottolinea che al Politecnico (Ingegnerie-Architettura) la situazione era un po’ diversa dagli altri Atenei: “Sapevo benissimo delle elezioni, dato che i rappresentanti di alcune liste si sono dati da fare assiduamente nei giorni precedenti, sia presentandosi nelle aule a fine lezione, che mediante l’affissione di vari manifesti in giro. Alla fine mi hanno convinto a votare, spiegandomi che se l’unico rappresentante del Politecnico fosse stato eletto avremmo potuto tramite lui esplicitare più facilmente le nostre esigenze e i nostri problemi”. Francesco, quarto anno di Scienze dell’Alimentazione a Foggia, si mostra invece diffidente verso ogni forma di associazione studentesca universitaria: “Basti pensare che le associazioni studentesche che a Foggia seguono una certa linea politica a Bari ne seguono tutt'altra e tutte le persone che conosco, appartenenti alle suddette associazioni, hanno l'aria un po’ falsa, ipocrita e sfoderano sempre un certo sorriso sbilenco e distorto”; parole che sono seguite da un’altra affermazione largamente condivisa da molti altri studenti: “Da noi non è cambiato nulla in questi anni grazie alle rappresentanze studentesche; darei piuttosto i meriti a qualche prof che si dà da fare con coraggio”; Francesco precisa però di aver votato, “perché l’astensionismo deve avere un substrato su cui agire e la mia università non lo è”. Gaetano, primo anno di Economia e Commercio a Bari e militante nella lista di sinistra “Liberamente” (che tuttavia non ha inerenze con le liste presentatesi per il CNSU, ndr), risponde mediando la posizione di Francesco: “La rappresentanza studentesca è fondamentale negli Atenei. Purtroppo è vero che spesso si riduce ad un mezzo per "aiutarsi" a conseguire presto la laurea e magari nutrire la già fitta coorte di qualche docente. Il problema quindi non è lo strumento, ma l’utilizzo che se ne fa”. E sulle elezioni del CNSU aggiunge: “So perfettamente cosa sia il CNSU e per questo motivo mi sono categoricamente rifiutato di andare a votare per un organismo che a nulla servirà nella vita quotidiana degli studenti e delle studentesse”. Mirella, terzo anno di Conservazione dei Beni Culturali a Lecce, solleva un’altra questione, più legata ai motivi pratici che hanno allontanato dal voto molti studenti, forse la gran parte: “Non sono andata a votare semplicemente … perché le elezioni erano in pieno maggio. E’ assurdo indire delle elezioni a livello nazionale a una settimana dai primi esami, quando le università sono vuote. E’ stata la data a tagliare fuori dal discorso soprattutto molti studenti pendolari”. A ben riflettere, quindi, è almeno plausibile che il problema dell’astensionismo negli Atenei non sia semplicisticamente da ricercarsi nella presunta apatia degli studenti che ne affollano le aule, ma altrove. Nella scarsa informazione fornita sul tema da parte di un Ministero che sa parlare solo a suon di decreti e di una Università che sa solo affiggerli asetticamente nelle dimenticate bacheche dell’ultimo corridoio di turno; nel fare noioso delle associazioni studentesche di stampo partitico, che agiscono, almeno agli occhi dei più, come longa manus di chi sta in Parlamento e cerca nuovi adepti da educare alla propria dottrina; nella data scriteriata delle elezioni, a una settimana di distanza dall’inizio della sessione estiva. E mentre queste cause hanno portato la massa studentesca al non voto, le liste di Comunione e Liberazione, mascherate sotto il suadente nome di Studenti uniti per il diritto allo studio, e quelle di Alleanza studentesca e studenti per le Libertà hanno ottenuto sul piano nazionale una vittoria di Pirro tristemente scontata, mentre si parla già di “Parlamento Studentesco”. Insomma, si salvi chi può. Cos’è il Cnsu? Il Consiglio nazionale studenti universitari è organo consultivo del ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica. Il suo regolamento è stato approvato dal Consiglio dei ministri il 28 novembre 1997, tuttavia le sue prime elezioni sono state quelle indette il 10 e 11 maggio 2000. Il suo insediamento è previsto per il prossimo 14 giugno. Quali sono le sue competenze specifiche? Tra le varie competenze, formula pareri e proposte al ministro su: a) progetti di riordino del sistema universitario predisposti dal Ministro b) i criteri per la utilizzazione della quota di riequilibrio del fondo per il finanziamento ordinario delle università. Può rivolgere, inoltre, al ministro quesiti circa fatti o eventi di rilevanza nazionale riguardanti la didattica e la condizione studentesca, cui è data risposta entro 60 giorni. Qual è la sua composizione? Il Cnsu è composto da 28 rappresentanti degli studenti iscritti ai corsi di diploma e di laurea e delle scuole dirette a fini speciali, più un rappresentante degli studenti iscritti ai corsi di specializzazione e un rappresentante degli iscritti ai corsi di dottorato di ricerca. I rappresentanti durano in carica tre anni e non sono rieleggibili. Tutte le informazioni sul Cnsu e la lista dei 28 studenti eletti sono reperibili al sito www.murst.it Pa. Nat.
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