L'on. Amoruso prende le distanze da Francesco Armenio, segretario di An a Molfetta
Le ipotesi sulla scelta del parlamentare biscegliese, che forse tenta di recuperare terreno
MOLFETTA - Altra novità nel dibattito (si fa per dire) all'interno di Alleanza nazionale dopo l'ingresso di Pino Amato che ha scatenato un putiferio con la conseguente distruzione del partito che ormai sembra essere rappresentato da sole quattro persone: il presidente locale Francesco Armenio e i consiglieri comunali Rino Lanza e Lele Sgherza, oltre naturalmente il Pino, "più amato dai molfettesi".
A smarcarsi ora è anche l'on. Francesco Amoruso (foto), che indiscrezioni davano per schierato con la segreteria provinciale, rappresentata da Tommy Attanasio e con lo stesso presidente locale Armenio.
Ora il parlamentare biscegliese scende in campo con un duro comunicato col quale prende le distanze da Armenio e, in pratica, da Attanasio che ha sostenuto il Circolo locale, e attribuisce le scelte a "calcoli e strategie personali di qualcuno".
Non è chiara questa scelta, anche un po' tardiva di Amoruso, di chiamarsi fuori dalla "faccenda Amato". Due le ipotesi: l'aver perduto l'influenza esercitata per anni sulla sezione locale di An, sia come parlamentare sia come commissario, lo ha spinto a diversificare le posizioni, nel tentativo di recuperare una qualche influenza nel territorio e magari aprirsi un credito con i "fuorusciti", fra cui il suo amico assessore Magarelli. Ma proprio i giovani sembra non abbiano mai gradito questa sua influenza, al punto da riproverargli il calo di consensi del partito a Molfetta.
L'altra ipotesi è quella di una posizione politica di equidistanza (Amoruso non prende posizione a favore dei "dissidenti") per accreditare una qualche neutralità da giocarsi poi sul tavolo del vincitore.
Ecco il comunicato stampa inviato dal parlamentare biscegliese:
L'onorevole Francesco Amoruso, nel prendere atto dell'evoluzione sempre più negativa che la “vicenda Amato” ha suscitato in Alleanza Nazionale di Molfetta ed in particolare dopo la dichiarazione di indipendenza del giovane consigliere comunale Sebastiano Gadaleta, dichiara: “Ora l'esodo dal partito della stragrande maggioranza degli iscritti tra cui gli assessori, il presidente e il consigliere delle municipalizzate e parte del gruppo consiliare non si può più bloccare”.
“E' evidente - continua il deputato che per dodici anni ha rappresentato Molfetta in Parlamento - che con il passare del tempo e il radicalizzarsi delle posizioni si allontana la possibilità di offrire una soluzione dignitosa non a questa o a quella parte in causa, bensì al partito a Molfetta”.
Con questo clima molto acceso il parlamentare del partito di Fini mette in guardia chi intende fare facili speculazioni, anche sul proprio ruolo che è sempre stato chiaro e limpido: “Non consento a nessuno - sottolinea Amoruso - di speculare sulla mia condotta. Sin dai primi giorni di agosto, quando si tenne un incontro tra i dirigenti locali e il presidente provinciale del partito, ho sostenuto con chiarezza che le valutazioni circa l'ingresso del consigliere Amato in Alleanza Nazionale dovevano essere fatte quando si fossero risolte le sue vicende giudiziarie e rimandare a quel momento le considerazioni politiche.”
“E' palese che l'accelerazione impressa dal presidente del Circolo territoriale Armenio - aggiunge l'onorevole - non solo non è mai stata condivisa, ma soprattutto non trova giustificazioni plausibili in nessuna logica politica se non in quella del calcolo e delle strategie personali di qualcuno.”
“In questa vicenda - conclude Francesco Amoruso - è stato chiaramente messo da parte l'interesse generale del partito, esponendolo di fatto ad essere lo zimbello della politica locale tradendo una storia fatta di galantuomini e fedeltà ai valori, tra i quali non possiamo non richiamare quello dell'onestà!”.
E la fiction di Alleanza nazionale continua. Fine della quinta puntata. Continueremo a seguire la fiction locale di un partito ormai allo sbando, esercitando tutta la libertà e il diritto di critica che ci vengono riconosciuti dalla Costituzione, nell'interesse dei cittadini elettori, anche se questo può dar fastidio a qualcuno.