L'impegno dei Ds nell'interesse dei cittadini
Caro direttore, sull'ultimo numero di Quindici ho letto due articoli, uno di Giuseppe Bruno sul sottopasso di via Salvucci e l'altro di Michele Bruno sulla situazione politica locale, che, a mio sommesso avviso, contengono delle critiche e degli apprezzamenti sull'azione politica del partito che rappresento che richiedono qualche pacata osservazione.
Nel primo dei pezzi citati l'autore fa un ironico riferimento “alla solita attenzione ai problemi del proprio elettorato” da parte dei DS di Molfetta, per stigmatizzare il fatto che nel manifesto fatto affiggere in città dal partito si parla di un cavalcavia e non di un sottopasso, per indi concludere che avremmo fatto meglio ad informarci adeguatamente al riguardo.
Ebbene va detto che chi si deve informare meglio è l'autore dell'articolo, il quale, dopo aver rilevato l'improprietà tecnica, se vogliamo, del termine adoperato nell'intitolazione del manifesto, avrebbe dovuto leggerlo per intero per apprendere tutto quel che c'era da sapere sulla questione, a partire, ovviamente, dal fatto che si stava parlando di un sottopasso e non di un cavalcavia.
Inoltre, è ben noto sia ai cittadini dei quartieri interessati che agli esponenti dell'amministrazione comunale che si sono occupati della vicenda, che i DS sono stati alla testa del movimento di opposizione alla costruzione dell'opera progettata e che ha raggiunto, per ora, l'importante obiettivo di indurre l'amministrazione a sospenderne l'esecuzione, cosa di cui si dà conto in un altro articolo a firma di Lella Salvemini contenuto nel medesimo numero del giornale.
Si è quindi in presenza, non già e non solo di una vigile attenzione ai problemi del proprio elettorato, ma piuttosto, cosa ben più importante,a quelli dell'intera collettività molfettese
Nel secondo pezzo Michele Bruno si duole per il fatto che i DS a Molfetta “non fungono da leader”, che ai “bla bla” non sarebbero seguiti i fatti; che non bisogna lamentarsi delle critiche della stampa se poi alle ultime provinciali non si è andati oltre il 6,5% a fronte di una ben superiore media nazionale e che, infine, è meglio tacere “sui penosi dati del 2001”.
Ora, devo dire con tutta sincerità che non sono riuscito a comprendere il senso, non dicasi politico, ma neanche logico del passaggio che l'articolista, nel contesto di una complessiva analisi della situazione delle forze politiche locali, ha dedicato al partito che rappresento.
Innanzitutto non si vede come i DS possano rivestire un ruolo di leader se, come sottolinea Bruno, a Molfetta raccolgono nelle consultazioni locali consensi sensibilmente inferiori a quelli della Margherita e, a seguito dell'exploit alle ultime provinciali, anche a quelli di Rifondazione Comunista. Dovrebbero forse rivendicare un ruolo di tal genere solo perché a livello nazionale sono il più importante partito della coalizione? Non trova l'autore che una tale pretesa costituirebbe una sovversione del senso della realtà oltre che delle regole democratiche?
Mi piacerebbe inoltre sapere quando e in quale sede esponenti del partito si sarebbero lamentati delle critiche della stampa; a me non risulta, eppure sono il segretario del partito da un anno e faccio parte del direttivo da tre anni. Mi si farebbe quindi cosa grata se mi venissero segnalate tali pretese lagnanze.
Infine, meraviglia che l'autore, nell'evocare il pessimo risultato delle comunali del 2001, non abbia rilevato che nelle ultime consultazioni provinciali vi è stato un raddoppio dei voti, né che la debolezza dei DS a Molfetta costituisce un connotato strutturale di lungo periodo della fisionomia politica della città. Giova ricordare, infatti,che anche nel momento di massima forza a livello nazionale del PCI, 34,4% alle politiche del 1976, a Molfetta fu raggiunto solo il 19,3% mentre a Bari il PCI superò il 28%.All'attualità, la somma dei consensi delle tre forze nate dal vecchio partito comunista (DS, PRC e Pdci) a Molfetta non supera il 17% a fronte del 27% a livello nazionale.
Ho quindi l'impressione che in questo caso a Michele Bruno, nell'analizzare la situazione dei DS a Molfetta, abbia fatto velo un pregiudizio negativo nei confronti del suo personale politico che, nell'interesse della correttezza e completezza dell'informazione, farebbe bene a rimuovere. Con viva cordialità.
Mino Salvemini
Segretario cittadino dei DS
Caro Avv. Salvemini
credo sia inutile polemizzare su cose, a mio avviso, irrilevanti e che rientrano, tutto sommato, nel legittimo diritto di cronaca e di opinione (che per questo può e deve essere diversa). Pubblico la sua precisazione, anch'essa doverosa, ricordando, però che il manifesto dei Ds conteneva realmente un errore - giustificato dalla fretta con cui tante volte si è costretti ad operare - e sul quale i miei collaboratori hanno voluto solo ironizzare (fa parte del mestiere).
Non ci sono altre riserve mentali, né scarsa informazione, né tantomeno pregiudizi negativi nei confronti dei Ds: del resto, ciò è confermato dalla presenza, sullo stesso giornale, di un articolo di Lella Salvemini (che lei cita) e che spiega il ruolo avuto dal suo partito nella vicenda del cavalcavia. Un giornale come "Quindici" che è assolutamente libero da partiti e da gruppi economici (e tale libertà lascio a tutti i miei collaboratori, che mi permetta di dirlo sono i migliori in assoluto sulla piazza, senza confronti sia per capacità professionale che per titoli di studio e che ringrazio per l'impegno con cui svolgono il loro compito) può talvolta esprimere opinioni che possono non essere gradite, ma credo vadano rispettate come tali nella dialettica democratica che contraddistingue noi e voi. Del resto, chi fa politica deve accettare di buon grado le critiche: aiutano a migliorare e ad accrescere il consenso.
Se mi permette un'osservazione e un suggerimento da addetto ai lavori: credo che i Ds dovrebbero sforzarsi di trovare un sistema di comunicazione più immediato ed efficace per raggiungere i cittadini. Manifesti lunghi come una pagina di giornale (e scritti con gli stessi caratteri minuscoli) non credo ricevano molta attenzione da parte della gente che ha sempre fretta e non può fermarsi troppo a leggere un testo che richiede tempo e... buone lenti. Cordialmente
Felice de Sanctis