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L'amministrazione comunale di Molfetta si nega al confronto sul futuro dell'impianto di compostaggio Ieri manifestazione pubblica organizzata dal locale circolo di Legambiente
07 luglio 2007

MOLFETTA - Cittadini presenti, sindaco assente. Erano tantissime, ieri sera, nella Sala Finocchiaro della Fabbrica S. Domenico, le poltrone occupate da quanti, interessati a saperne di più su “La gestione dei rifiuti a Molfetta: il futuro dell'impianto di compostaggio”, hanno partecipato alla manifestazione pubblica organizzata dal locale circolo di Legambiente. Tante le poltrone occupate, meno che una: quella del sindaco di Molfetta, che pure figurava tra i relatori e che, visto il concomitante svolgimento del Consiglio comunale, aveva comunque assicurato la presenza di un suo delegato, di cui non vi era però alcuna traccia. Assente lui, come pure un altro sindaco, quello di Trani, invitato in veste di presidente dell'Autorità di gestione dei rifiuti del nostro bacino. A entrambi, pur collocati altrove, l'associazione ambientalista ha indirizzato quesiti sul passato recente e sul prossimo futuro dell'impianto di compostaggio di Molfetta. “Come mai, sindaco Azzollini -si è chiesto Massimiliano Piscitelli, di Legambiente- l'amministrazione comunale di Molfetta ha fatto decadere la propria costituzione come parte civile nel corso del processo che vedeva imputato, poi condannato, il legale rappresentante dell'impresa “Orfeo Mazzitelli”, che per anni ha mal gestito l'impianto?”. E ancora: “Di quali altre prove ha ancora bisogno il Comune di Molfetta -ha detto Rosalba Gadaleta, consulente giuridico di Legambiente - per stabilire che l'impresa “Orfeo Mazzitelli” non è un contraente in grado di garantire la conservazione del bene pubblico e il regolare svolgimento del servizio di trattamento dei rifiuti?”. Anni di contenzioso, “distrazioni” degli enti locali, transazioni puntualmente disattese dal gestore, proteste dei cittadini esasperati dalle emissioni provenienti dai cumuli di rifiuti illecitamente depositati nell'impianto. È questa la storia dell'impianto di compostaggio, iniziata nel 1990 e ieri sera ripercorsa, con dovizia di dettagli, dall'avv. Gadaleta. L'ultimo passaggio di questa vicenda registra la stipula di un accordo, tra il Comune di Molfetta e l'impresa Mazzitelli, che non solo conferma l'affidamento dell'impianto al medesimo gestore, ma ne amplia il raggio d'azione, prevedendo anche la realizzazione di un impianto per la produzione di Cdr (combustibile derivante da rifiuti). Un'iniziativa, questa, che certamente provocherebbe importanti contraccolpi nell'Ato-Bari/1, l'Autorità di Bacino per la gestione dei rifiuti di cui è presidente il tranese Tarantini, che, se presente, avrebbe potuto fornire ragguagli sulla vita, non facile, di questo organismo, già commissariato dopo otto mesi di incomprensioni generatesi tra i Comuni che ne fanno parte. Molto critico nei confronti degli Ato si è mostrato Francesco Nappi, presidente dell'Asm di Molfetta, intervenuto alla manifestazione. Le sue perplessità, legate alla distribuzione dei Comuni all'interno di questi organismi (distribuzione che non tiene conto degli assetti provinciali), non sono state raccolte, però, dall'assessore provinciale all'Ambiente, Romano Tobia Carone. “Gli Ato non si toccano – ha dichiarato Carone – perché l'emergenza rifiuti è alle porte: entro pochi mesi la discarica di Andria si esaurirà”. Una bomba ad orologeria, dunque. Con un impianto di compostaggio che ancora non funziona e che, forse, potrebbe risolvere molti dei nostri problemi, se solo fosse correttamente gestito. Più volte, nel corso della serata, è stata prospettata l'ipotesi che ad occuparsi dell'impianto possa essere, nell'immediato futuro, l'Asm di Molfetta, che negli ultimi anni ha maturato risultati di prim'ordine, ad esempio, nella gestione dell'impianto di stoccaggio. Su queste e altre ottime performance dell'azienda si è soffermato Silvio Binetti, direttore dell'Asm, facendo notare, pur per via indiretta, quali e quanti guasti abbia subito, al contrario, la comunità per via della mancata gestione dell'impianto di compostaggio. “Un dato è certo, - ha dichiarato Binetti - quell'impianto, dal 1990 ad oggi, ha funzionato soltanto per pochissimi anni”. A proposito del Cdr, Binetti ha poi chiarito: “La produzione di Cdr, a Molfetta come altrove, ha senso solo se questo combustibile, una volta prodotto, è destinato ad essere bruciato in impianti di combustione preesistenti”.
Autore: Tiziana Ragno
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