Io cronista di “Quindici Molfetta” vittima di una tentata truffa dello specchietto dell'auto, vi racconto come evitare le trappole
MOLFETTA - Repetita iuvant, si sa, e noi di “Quindici” non ci stancheremo mai di sottolineare l’importanza della diffusione di notizie che prevengano il crimine. Ma talvolta capita che dalla teoria si passi ai fatti e che il giornalista si trasformi, da relatore di una notizia di cui è venuto a conoscenza, a protagonista/vittima di una tentata truffa.
Di ormai lunga memoria, la cosiddetta truffa dello specchietto, miete, o cerca di mietere, ancora vittime anche tra chi ne è venuto a conoscenza attraverso le preziose segnalazioni dei cittadini o le comunicazioni inviate agli organi di stampa dai militari della Polizia o Carabinieri, come la sottoscritta.
I fatti: Mi trovavo nella mia autovettura sulla S.S. bis direzione Bisceglie domenica mattina 10 aprile. In prossimità della zona industriale commerciale, si era formata una colonna di auto a causa di un’altra autovettura che procedeva molto lentamente.
Le auto che mi precedevano effettuavano manovra di sorpasso, cosa fatta anche da me, che avvertivo, durante la manovra, un colpo alla carrozzeria della mia autovettura. Mi rendevo subito conto di essere stata vittima della truffa dello specchietto. Infatti, la vecchia auto che avevo sorpassato, forse mossa da un moto di orgoglio, riprendeva velocità e si apprestava ad inseguirmi, con il conducente che non lesinava colpi di clacson e lampeggiamenti con i fanali anteriori allo scopo di attirare la mia attenzione e farmi fermare, cosa non fatta poiché ero sola.
Giunta in prossimità dell’uscita di Bisceglie sud, senza azionare la freccia direzionale, forte delle memorie delle serie poliziesche di televisiva memoria, cerco di seminarlo imboccando l’uscita medesima, svoltando bruscamente per cercare di rientrare nuovamente sulla S.S.16 bis. Il tipo, forse non nuovo di fronte ad inseguimenti con donne sole, mi tallona rischiando di tamponare la mia autovettura, facendomi decidere di fermarmi, non prima di aver bloccato, attraverso la chiusura centralizzata, le portiere dell’auto e aver “impugnato” il telefono cellulare.
L’auto, una FIAT PUNTO vecchio modello grigio topo metallizzata, la cui descrizione è contenuta nella denuncia allegata, si affianca alla mia. Il tipo abbassa il vetro del finestrino anteriore passeggero e mi invita a spostarmi nuovamente sulla S.S.bis in un’area di sosta, richiesta da me non esaudita. Io abbasso di pochi centimetri il finestrino e chiedo cosa voglia. Bingo! Ho ragione! Mi dice di essere stato sorpassato da me e che a causa del sorpasso ha subito danni al proprio specchietto lato conducente. Io, che ostento sicurezza, comunico di voler chiamare i carabinieri ma lui afferma di volere una definizione “bonaria” del danno subito. Io ripeto di voler telefonare ai carabinieri i quali avrebbero redatto il verbale con il quale mi sarei recata presso la mia agenzia assicurativa per la denuncia del sinistro.
Il “signore” in questione mi dice di voler lasciar perdere e mi invita ad andarmene ma io, novella eroina e paladina di tutte le donne vittime della truffa del finestrino, minaccio nuovamente di chiamare i carabinieri, ma vista l’espressione minacciosa del tipo, ingrano la marcia e a tutta velocità mi immetto nuovamente sulla statale 16 bis, mettendo a dura prova la mia utilitaria che però sembra aver messo le ali.
Passato l’attimo di delirio di onnipotenza, realizzo ciò che è accaduto, faccio inversione e mi reco presso la Stazione dei carabinieri di Molfetta. Questi ultimi raccolgono la mia denuncia e mi riferiscono di altre tentate truffe ai danni di cittadini che probabilmente appaiono ingenui e sprovveduti come me!
Pare che tra le vie del Rione Catecombe, al passaggio di autovetture con a bordo donne sole o persone anziane, alcuni malfattori siano soliti lanciare una bottiglia di plastica vuota contro l’autovettura che transita. Il malcapitato scende dalla macchina per constatare i danni e viene avvicinato dal delinquente, il quale afferma di aver subito danni al proprio veicolo parcheggiato.
Il gioco è fatto! Un’altra vittima si può annoverare nel palmares di questi delinquenti che vivono di espedienti. Possibile che ancora tentino di rimediare poche decine di euro mettendo in atto questi raggiri? Il messaggio deve essere chiaro: Non facciamoci intimorire, denunciamo! Rechiamoci presso il più vicino posto di Pubblica Sicurezza, Polizia, Carabinieri. Troveremo delle persone, dei militari disposti all’ascolto, alla comprensione e al consiglio e soprattutto… parliamo, divulghiamo ciò che ci accade, senza vergogna, senza timore.