Il Pd al Senato salva Antonio Azzollini. No all'arresto
E' stata respinta dall'aula del Senato, la richiesta della procura di Trani per gli arresti domiciliari dell'ex presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama Antonio Azzollini. La richiesta era giunta nell'ambito dell'inchiesta Oro Pro Nobis che aveva fatto luce su presunti illeciti legati alla gestione dell'ente Divina Provvidenza.
Decisivo è stata la posizione del Partito Democratico che in un primo momento si era schierato a favore dell'arresto. Ma ieri sera è arrivata la svolta: Luigi Zanda capogruppo dei democratici al Senato invia una email ai senatori Dem e invita i suoi “votare secondo il proprio convincimento”.
E' stato soprattutto questo passaggio a permettere al senatore di scansare l'arresto. L'aula infatti si è così espressa a scrutinio segreto: 189 no, 96 sì e 17 astenuti. Al momento dei risultati del voto, è esplosa la bagarre. "Ladri!", hanno urlato i senatori del Movimento 5 Stelle all'indirizzo dei banchi del Pd. "Con questo voto il Pd ha dimostrato di essere amico di Azzollini e nemico dei cittadini e della magistratura", ha chiosato il capogruppo M5S Gianluca Castaldi. Duro Beppe Grillo, che su Twitter si è così espresso: "Le legge non è uguale per tutti. Azzollini salvato dal Pd". Critico anche Matteo Salvini leader della Lega Nord: "Renzi e il Pd hanno calato le braghe per salvare le loro poltrone, che pena. Chi sbaglia paga, ma se serve alla sinistra non paga".
Azzollini che si è difeso in aula con lungo discorso ha spiegato che "non ci sono elementi gravi e precisi per il mio arresto" e subito dopo il voto ha dichiarato: "Sono soddisfatto ma non avevo nessuna convinzione, avevo fiducia nelle mie argomentazioni. Penso sia stata determinante la conoscenza degli atti".
L'aula ha così ribaltato la decisione della Giunta che aveva autorizzato l'arresto.
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Autore: Onofrio Bellifemine