Il Partito democratico di Molfetta nel caos: sul punto di uscire dalla maggioranza e far cadere il sindaco Natalicchio
Respinta la disponibilità del sindaco di procedere con un azzeramento della giunta e rimessa in discussione anche la richiesta dello stesso Pd di aprire una verifica sul programma in maggioranza avanzata solo due giorni fa. E' confusione totale ai danni della città
MOLFETTA - Il Partito democratico è in assemblea permanente a un passo dal mollare l'amministrazione di centrosinistra di Paola Natalicchio e consegnare la città a un lungo commissariamento, essendo ormai chiusa la finestra elettorale per votare in caso di scioglimento del consiglio comunale già a giugno. E' stata respinta sia la disponibilità del sindaco a procedere a un azzeramento della giunta sia l'apertura a una verifica del programma amministrativo a partire dalle scelte del prossimo bilancio in approvazione.
Ormai la linea della segreteria di Piero de Nicolo è continuamente messa in discussione da Annalisa Altomare e Roberto La Grasta che vorrebbero il ritiro della delegazione del Pd dalla giunta, ovvero gli assessori Giulio Germinario e Tommaso Spadavecchia, per andare all'appoggio esterno, avere mani libere, sciogliere il vincolo di maggioranza e votare liberamente contro l'amministrazione nei prossimi consigli comunali. Segnando di fatto la fine dell'esperienza amministrativa del 2013 e lasciando la città di fronte ai mesi del buio commissariamento, che negli ultimi anni ha conosciuto per ben due volte.
L’irresponsabilità politica di questi due consiglieri comunali sembra basata solo su capricci (e rivalse politiche) personali, senz’alcuna motivazione valida e riesce a condizionare l’intero Partito Democratico, a riprova della crisi profonda in cui il Pd versa da tempo a Molfetta, condizionando l’intera maggioranza di centrosinistra, pur in una situazione favorevole, avendo di fronte lo sfaldamento completo dell’opposizione di centrodestra. Comportamenti che ricordano la peggiore Dc, che non riusciva a far vivere un proprio governo per l’intera legislatura, per le diatribe delle correnti interne e soprattutto per l’abitudine dei suoi personaggi di lavorare ai fianchi i propri rappresentanti istituzionali, fino a farli cadere oppure a spingerli alle dimissioni.
E’ questa la tenace strategia di Annalisa Altomare, sotto la regia di Lillino Di Gioia? Roberto La Grasta appare politicamente più confuso: ha trovato una sponda per cercare visibilità e darsi un ruolo per colorire la sua sbiadita immagine in consiglio comunale oppure ambisce ad una poltrona? Difficile capirlo dai suoi disorganici e incomprensibili comunicati.
Le prime avvisaglie di questa situazione di caos e spaccatura nel Pd, del resto si sono avute nell'ultimo consiglio comunale quando il Partito democratico dopo cinque ore di discussione si è opposto all'estensione di un ordine del giorno unitario in difesa dell'ospedale, preferendo votare compatto con un pezzo del centrodestra, rappresentato da Saverio Tammacco, Antonello Pisani, Mariano Caputo e Vincenzo Spadavecchia.
Prima di Pasqua ci sono state due assemblee del Pd che hanno portato all'approvazione di un documento, presentato in maggioranza, ma non reso pubblico, che chiedeva, a partire dal prossimo bilancio, una verifica sulle scelte dell'amministrazione, l'individuazione delle responsabilità delle politiche attuate e un commissariamento di fatto della stessa, attraverso un maggiore coinvolgimento del partito, che pur con due assessori in giunta (e la presidenza della Multiservizi) evidentemente non si sentiva adeguatamente rappresentato.
Di questo si è discusso martedì in una riunione di maggioranza che si è conclusa con la disponibilità da parte del sindaco Paola Natalicchio e delle altre forze politiche ad aprire, nelle successive riunioni, una discussione del bilancio e un'analisi del programma di governo con tutte le forze politiche, per individuare le criticità e i punti ancora da realizzare. Ma è stata respinta la caccia alle streghe e il commissariamento degli assessori. Che cosa significasse poi non si è ben capito: o si sta in campo e si gioca o in tribuna. Governare richiede l'assunzione di scelte e responsabilità e il riconoscimento dei ruoli della giunta e dei consiglieri.
Ma qualcuno nel Pd è pronto ad andarsene e portare via il pallone. Tanto che, nonostante siano stati calendarizzati dalla maggioranza per la prossima settimana tre appuntamenti di discussione, ieri il Partito democratico si è riconvocato per rimettere in discussione lo stesso documento approvato una settimana prima. Più confusi di così?
Non valgono più le determinazioni dell'assemblea, il mandato elettorale, il programma di governo, gli impegni presi dal Pd molfettese solo a luglio scorso con la segreteria regionale e nazionale. E così quello che si vanta di essere l'unico vero partito in Italia a Molfetta è nel caos totale e pronto a mandare nel caos anche la città, assumendosi una grave responsabilità.
Chissà cosa dirà questa volta il segretario provinciale Ubaldo Pagano? Michele Emiliano, segretario regionale del Pd, sa che il suo partito sta facendo cadere un’amministrazione di centrosinistra della quale è espressione? O anche da Bari ormai qualcuno ha dato il disco verde ad Annalisa Altomare per staccare la spina e lavorare a nuove alleanze di più larghe intese, magari con il pasticciato e trasversale Partito della Nazione? Domande che ormai circolano in città.
Se la raccolta delle firme per le dimissioni dei consiglieri con il centrodestra e lo scioglimento diretto del consiglio comunale (strada che come vi abbiamo raccontato è stata percorsa a gennaio con numerosi incontri, ai quali hanno preso parte alcuni consiglieri comunali o i loro emissari) non è stata praticabile, se ne sta percorrendo un'altra.
Un pezzo della maggioranza lavora più per trovare il modo di mandare a casa il sindaco e la giunta che per risolvere i problemi della città che ormai sono passati in secondo piano pur di abbattere quello che per loro è il nemico pubblico numero uno: Paola Natalicchio. Un obiettivo che ha rimesso attorno allo stesso tavolo anche grandi nemici che si scambiavano violenti manifesti fino a qualche anno fa e ora sono pronti a spalancare larghe, larghissime intese. A quale prezzo “politico”?
Ma questa è una storia tutta da raccontare, che potrete leggere sul prossimo numero della rivista mensile “Quindici” in edicola il 15 aprile. Tutte le verità scomode sulla politica, che gli altri non dicono.
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Autore: Felice de Sanctis