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ArteNativi: stravolto il progetto della Cittadella degli artisti a Molfetta Presentato ieri il movimento delle associazioni culturali. “Chi gestirà il progetto e come”?
09 ottobre 2007

MOLFETTA - Prove tecniche di coordinamento ieri nella sala Finocchiaro della fabbrica di San Domenico e a parteciparvi sono stati i primi rappresentanti delle realtà artistiche molfettesi, fra artisti indipendenti e alcune delle 170 associazioni culturali presenti nel territorio. Il movimento, denominato Arte Nativi, ha come scopo quello di unire e coordinare le realtà artistiche disponibili alla collaborazione e interessate allo sviluppo del grande progetto che sta prendendo forma negli ultimi mesi: la “Cittadella degli Artisti” (nella foto). Tale progetto nasce dal bando regionale di “Bollenti spiriti” che fornisce fondi per la realizzazione di nuove idee di impresa giovanile dietro presentazione di un progetto che ai giovani sia dedicato. Nel caso di Molfetta è stato presentato un progetto di ristrutturazione di un ex capannone asm sulla strada per Bisceglie, che diventerà un laboratorio artistico e sociale per i ragazzi dai 12 e i 18 anni, unito ad un secondo piano destinato al progetto originario della cittadella: un centro per la produzione artistica nostrana di musica, teatro e danza. L'idea del coordinamento Arte Nativi è quella di ridiscutere la prima bozza del progetto della Cittadella degli artisti, i cui lavori pare inizieranno nel gennaio 2008. Le principali perplessità sono legate soprattutto alla figura del gestore unico della struttura: ci si è chiesti quale sarà la provenienza di tale gestore, se sarà un esponente dell'arte cittadina o una figura imprenditoriale che permetta alla cittadella di autosostenersi al di là dei fondi regionali e del Comune, che verranno utilizzati per il rimodernamento del capannone e per lo start up, cioè i primi due anni di attività. Altra importante questione è legata alla dicitura del progetto stesso, nel quale si parla di “creazione di personalità di eccellenza in campo artistico”, ma anche di “figure professionali in vari settori artistici (musica, teatro, danza, cinema, arte e nuove tecnologie)” e di stages, master classes e seminari di perfezionamento (l'intero progetto è pubblico e scaricabile dal sito del Comune di Molfetta http://www.comune.molfetta.ba.it ), attività che dovranno, d'altronde, essere affiancate al centro di attività per i ragazzi del rione Madonna dei Martiri. Partendo proprio dalle perplessità presentate, si sono sviluppati gli interventi di alcune delle associazioni presenti e di loro rappresentanti a partire da Marco di Stefano del circolo “Arci Cavallo di Troia” di Molfetta, per poi continuare con Francesco Tammacco dell'associazione “Il Carro dei Comici”, Tonia Copertino presidente di “Arte Immagine”, Federico Ancona musicista, Giulio Bufo, Mauro la Forgia dell'associazione “Teatrante”, Pietro Capurso, il collettivo di Teatro Molfettese “Dino La Rocca”, e, infine, Vito d'Ingeo di “Teatrermitage”. Filo conduttore della serata è stata la consapevolezza che il progetto originario sia stato completamente stravolto e che è fondamentale, in tempi così stretti, creare questo coordinamento che costituisca una sorta di supervisione all'operato del Comune. Poca è stata la pubblicità fatta a tale iniziativa: ognuno s'è lamentato a modo suo di questa carenza come, del resto, dell'esigenza che tale progetto ritorni nelle mani di chi l'arte la fa ogni giorno, di chi ha vissuto nel sottobosco cittadino sviluppando creatività dal nulla e sopravvivendo nei pochi spazi artistici che la città ha. In tale senso s'è inserito l'intervento di Tonia Copertino, che ha ricordato a tutti come l'arte figurativa sia stata da sempre bistrattata in città e adesso anche in questo progetto: non sono stati previsti laboratori di pittura forse perché non produttivi e non si è nemmeno pensato alla realizzazione di un archivio della produzione molfettese che nella cittadella avrebbe sede ideale. Ci si è interrogati, poi, sulle figure che gestiranno i corsi di formazione, sui criteri di scelta di docenti e utenza, nonché su questioni puramente logistiche di costi e organizzazione di tempi, tutti punti poco trattati nella prima bozza del progetto. Insomma, malcontento diffuso ieri sera e troppe preoccupazioni per un incontro preliminare che, comunque, ha gettato le basi per una collaborazione unica nel suo genere che deve essere assolutamente sviluppata per il bene del progetto che sta nascendo, ma anche per la città stessa che vanta attività artistica come poche altre nel territorio regionale. L'imperativo è sognare di meno, mantenere i piedi per terra e non combattere per accaparrarsi degli spazi adesso: ora è tempo di coalizzarsi per non sprecare un'occasione irripetibile.
Autore: Alessia Ragno
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