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I molfettesi nel mondo incontrano Mauro Raguseo, sindaco di Little Ferry
15 maggio 2018

Le vite dei migranti, recatisi in città in occasione della visita del Santo Padre, non sono accomunate solo dalla provenienza, bensì da una testimonianza molto più intensa: l’aver conosciuto don Tonino Bello, del quale ripercorrono i tratti salienti assieme al sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, a don Giuseppe de Candia e alla presidente dell’“Associazione Molfettesi nel Mondo”, Angela Amato, nella sede sociale. Uno scambio di emozioni e di ricordi a mente fresca: Tonino parla della stretta di mano con Papa Francesco, Concita racconta che uno dei berretti lanciati da un venezuelano è finito in papamobile. Un chiaro segno che riporta al caro don Tonino, senza il quale nulla di tutto ciò sarebbe successo il 20 aprile 2018, che il molfettese Mauro Raguseo, attuale sindaco di Little Ferry in New Jersey, porterà nel cuore come uno dei più bei giorni della sua vita. E non si ferma qui il “mèlange” tra Canada, America, Venezuela: “Appena abbiamo saputo della visita di Papa Francesco a Molfetta, siamo partiti senza esitare”, afferma Domenico, mentre Erminia rimarca la fortuna di aver ricevuto “la carezza del papa e di don Tonino”. «Una volta mi venne così spontaneo chiamare don Tonino per nome che non me ne accorsi, fu mio marito a rimproverarmi e a invitarmi a chiedergli scusa. Io porsi le mie scuse a don Tonino, che ne rimase perplesso e me ne domandò il motivo. Al che io replicai dicendogli di essermi rivolta a lui con troppa confidenza e le sue parole mi lasciarono meravigliata». «Mi mancheresti di rispetto se mi chiamassi in un’altra maniera», rispose il vescovo. Assume una nota di commozione il suo tono di voce non appena fa riferimento ad un aneddoto inerente alla vita del vescovo, su cui anche gli altri presenti hanno molto da raccontare. Toccante la testimonianza di don Giuseppe, il quale ricorda che don Tonino, uomo generoso, che ha sofferto molto proprio per essersi sempre schierato a favore degli emarginati, lo ringraziò per avergli insegnato a fare il vescovo. È il sacerdote a precisare come mai Papa Francesco si sia recato proprio a Molfetta: «Non è da dimenticare che Bergoglio e don Tonino hanno condiviso la stessa formazione e gli stessi ideali. Papa Francesco non ha scelto casualmente la nostra città, ma è stato dei nostri per accertarsi che i semi di speranza lasciati da don Tonino siano stati affidati ad un terreno fertile». E il sindaco Minervini ha la certezza che Molfetta, grazie ad un impegno collettivo, sia riuscita ad accogliere il pontefice, confermando di esser degna portavoce di quei messaggi professati dal grande vescovo. Così conclude Tommaso Minervini: «Ritengo che don Tonino sia un ottima chiave per accedere alle porte del Vangelo. Ora che è stata scritta una pagina di civiltà del nostro Comune, non lasciamo che questo lampante esempio di vita venga sterilizzato in una fotografia, ma rendiamolo una storia da poter trasmettere ai nostri giovani». © Riproduzione riservata

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