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I disabili scrivono a “Quindici”: troppi errori nelle riduzioni della percentuale di invalidità
11 gennaio 2014

MOLFETTA – Un gruppo di disabili scrive a “Quindici” sulla riduzione della percentuale di invalidità.

«Egregio sig. direttore, siamo un gruppo di disabili (poliomielitici) di una certa età, oltre i 50  o quasi, legalmente riconosciuti dalla C.IC. con una percentuale di invalidità al 60% 70%, che ci garantiva l'esenzione ticket, contrassegno disabili ecc.....

La causa che ci spinge ad illustrare la nostra patologia e una patologia che fino ad una certa età di 40/45 anni  è stazionaria, poi con l'avanzamento degli anni sorgono alcune altre patologie collegate cioè neurologiche, fisiche, artrosico, perdita di equilibrio durante la deambulazione, affaticamento respiratorio, questo a causa dello sforzo che facciamo durante la deambulazione.

Inoltro domanda di aggravamento, pressa la C.I.C con relativi rx e certificati medici vari, questi mi rispondono con una riduzione di punteggio, di conseguenza mi ritirano il contrassegno disabili, mi revocano l'esenzione ticket ecc.......

Ora voglio dire a questi sigg. medici: (se sono medici) prima di dare un giudizio sulla percentuale c’è un sito internet: SINDROME POST POLIO, che si può benissimo consultare gratuitamente e c'è anche una proposta di legge promossa da alcuni parlamentari sempre inerente a alla POST POLIO.

Tale argomento certo riguarda oggi noi che abbiamo inoltrato domanda di aggravamento, ma in seguito anche altri.

Quindi si fa appello a Sigg. medici di rivedere bene questi casi, prima di ridurre il punteggio perché già siamo penalizzati a livello fisico, morale, psicofisico ora anche a livello umano.

PS. a questi sig. ci vorrebbe che un loro figlio abbia problemi di questo genere cosi capiscano cosa significa convivere con questa patologia, ed essere visti diversi dalla società».

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E' una situazione paradossale. Le razionalizzazioni delle spese sanitarie ed assistenziali, in un mondo come quello nel quale viviamo, è diventata un'esigenza irrinunciabile, pena la sopravvivenza dell'istituzione. Altro discorso vale per i capitoli di spesa sui quali agire per la suddetta razionalizzazione e per COME e con CHI deve essere raggiunto l'obiettivo. Linee guida confuse e/o contradditorie? Incapacità di chi opera a discernere meglio e con più attenzione creativa, chi deve essere "penalizzato" e chi deve usufruire di un giusto, migliore riconoscimento? Le proteste dei nostri Concittadini mi sembrano giuste e sacrosante, forse perché, in qualche modo mi sono note le azioni un pò rozze di chi deve dare risposte agli Interessati. Risposte che non possono limitarsi ad un algido "NO, perché questa è la legge". Risposta che in alcuni casi, umilia chi la riceve. Facciamo un gran parlare di razionalizzare la spesa corrente: leggiamo delle dimensioni dei compensi di alcune attività, anche di uomini pubblici! Dove è allora il punto di equilibrio fra chi protesta per vedersi riconoscere qualcosa per un problema che NON ha voluto certamente e chi - magari lo/gli stesso/i che emana le disposizioni restrittive, senza la giusta, obiettiva equità che deve riconoscere chi deve ricevere e quanto. Solidarietà, per quello che vale, con i Concittadini che devono gestire questi problemi, che, deve essere chiaro a tutti, sono Cittadini e basta! Il P.S.? Beh, cari amici, comprendo la vostra frustrazione ed i vostri problemi, ma io me lo sari risparmiato. Gli anatemi non fanno mai bene a nessuno. Un amichevole saluto.
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