MOLFETTA - Restituire alla città il suo senso di orgoglio, la sua capacità di avere ancora fiducia nella politica. Con questo spirito ha affrontato la piazza Guglielmo Minervini in un affollato corso Umberto. La chiusura della campagna elettorale l’assessore regionale alla trasparenza, in cerca di riconferma, l’ha dedicata alla sua città alla quale ha spiegato, in risposta agli attacchi della destra, che: “lavorare bene per la Puglia è stato il modo migliore di lavorare bene per Molfetta, toccare le questioni alla radice, da quella sociale a quella giovanile, il modo di incidere profondamente sul destino comune delle persone”.
E il candidato del Partito democratico ha ripreso i principali interventi che con oltre 30 milioni di euro in questi 5 anni sono stati finanziati dalla Regione: dagli asili ai contributi ai fitti, dall’ospedale alla zona industriale. Un elenco di ricadute che ha spiegato: “sono frutto non di raccomandazioni ma di un’amministrazione regionale che ha fatto il suo dovere”.
In una campagna elettorale pubblicamente silenziosa per il centrodestra, chiuso in sale e comunicati stampa, sono risuonate forti le parole di attacco di Guglielmo Minervini all’amministrazione comunale: “a Molfetta i rappresentanti del partito dell’amore vogliono così bene alla città che accordano un risarcimento di 7,8 milioni di euro alla ditta appaltatrice del porto per tenere in piedi un progetto, prima avventatamente avviato e poi bloccato a causa delle bombe e errori progettuali”. Minervini ha risposto così anche all’ultimo comunicato del Pdl che imputava, per non meglio precisati motivi, i ritardi alla stessa Regione. Allora l’esponente del Pd ha chiesto pubblicamente ai presenti: “immaginate cosa si sarebbe potuto fare per la città con quei soldi?”.
“Il partito dell’amore – ha incalzato Minervini – è lo stesso che gioca con la pubblica sicurezza dei cittadini provando ad aggirare i pareri dell’autorità di bacino e cementando le lame con la nuova zona industriale o che si ostina in inutili ricorsi per un finanziamento comunque concesso per il recupero della Madonna dei Martiri”.
Tutto queste rumorose polemiche che si stanno alzando in questi mesi, secondo il candidato del Partito democratico, sono il tentativo “di buttarla in rissa per evitare che i molfettesi parlino della città reale: insicura e che avverte un progressivo senso di degrado”.
Ma l’affondo più duro Minervini l’ha riservato al sindaco Antonio Azzollini (Pdl) “Pensa che tutti abbiano un prezzo, pensa che con un atteggiamento tra quello del mercante e del padrone si possa governare la città. Ma non è così. C’è una Molfetta che non è in vendita, che si indigna ancora e che può stare in questa Puglia migliore”.
Poi finale in musica con un gruppo di livello: i Radiodervish. Un'altra cosa che a Molfetta mancava da tempo...
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