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Grido di allarme da Molfetta: “Racket ed usura sono una piaga nazionale” Ieri iniziativa promossa dalla Federazione Antiracket Italiana con la partecipazione di Raffaele Lauro e Tano Grasso
12 maggio 2007

MOLFETTA - “Il sistema è sotto assedio”. E' questo il vero e proprio grido di allarme che Raffaele Lauro, Commissario Straordinario del Governo per il Coordinamento delle iniziative Antiracket e Antiusura, ha lanciato ieri sera, dalla Sala “B. Finocchiaro”, nel corso dell'iniziativa organizzata dall'Associazione Provinciale Antiracket sul tema “Il ruolo delle associazioni nella lotta alla criminalità”, voluta dal coordinatore provinciale della Federazione Antiracket Italiana, Maurizio Altomare, e che ha visto la partecipazione del Prefetto di Bari, Carlo Schiraldi, dell'on. Tano Grasso (Presidente Onorario della Fai), di Renato De Scisciolo, Vice Presidente Nazionale dell'Associazione e del sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini. E' stato proprio il primo cittadino della città ad aprire i lavori ringraziando le associazioni antiracket che operano sul territorio “per il lavoro quotidiano di lotta a terribili piaghe come racket ed usura”. “Fortunatamente – ha proseguito il sindaco – Molfetta è caratterizzata da un quadro di legalità molto confortante anche rispetto ad altri paesi vicini, ma non per questo dobbiamo abbassare la guardia dal momento che la lotta a tali fenomeni di illegalità assume una funzione prima di tutto preventiva: la nostra città è al centro di un notevole flusso di investimenti industriali e commerciali provenienti da imprese dell'Italia e dell'Europa – ha concluso Azzollini – ed è condizione essenziale, per alimentare lo sviluppo economico e sociale del territorio, garantire loro assoluta sicurezza”. E proprio sull'incidenza che i fenomeni di illegalità diffusa hanno sul tessuto economico, si è soffermato il prefetto di Bari, Carlo Schiraldi, il quale, da un lato, ha fornito dati inquietanti sui soggetti che ricorrono con più frequenza all'usura (lavoratori dipendenti e commercianti, in particolare) e, dall'altro, ha poi pubblicamente riconosciuto come, purtroppo, non abbia trovato una piena consapevolezza della gravità del problema e della necessità di fronteggiarlo nelle associazioni imprenditoriali e di categoria. L'on.Tano Grasso, dal canto suo, ha rimarcato come la Puglia, pur essendo una regione che non vede una presenza radicata di organizzazioni criminali sul territorio, è comunque esposta a rischi elevatissimi derivanti anche dalla sua posizione geografica, protesa verso i Balcani che, da qualche anno, sono tornati ad essere crocevia di scambi illeciti. “Per questo le associazioni antiracket sul territorio sono l'antidoto migliore per sconfiggere questi fenomeni”. Ma è stato il Prefetto Raffaele Lauro a disegnare, con un intervento appassionato e coinvolgente, un quadro inquietante contro il quale occorre la massima mobilitazione: “L'Italia non può competere con gli altri paese dell'Unione Europea se non si libera della dilagante economia illegale che è profondamente radicata nel nostro Paese”. Una economia illegale che – stando alle parole del Commissario Straordinario del Governo – arriva a condizionare pesantemente la vita sociale del Paese, attraverso i cosiddetti “colletti bianchi”. “Oggi la criminalità – ha proseguito Lauro – è profondamente cambiata rispetto al passato e si serve di società finanziarie, di banche, di holding internazionali. Occorre aggredire il problema a questo livello. La lotta al racket ed all'usura deve diventare una questione nazionale e bisogna avviare riforme forti e radicali, per esempio in materia di riciclaggio del denaro sporco che è una vera e propria piaga che affligge il nostro Paese e consente alle organizzazioni criminali di insinuarsi nel sistema economico”. Ma per fare tutto questo occorre la Politica. E qui si arriva ad un altro tasto dolente: “La politica non è mai stata così debole come in questo periodo e sembra incapace di affrontare e risolvere certi problemi. Eppure ciascuno si deve assumere le proprie responsabilità”. Per questo le associazioni territoriali possono svolgere un ruolo importantissimo. Ma sono i cittadini a dover essere in prima fila in questa battaglia: “Lo Stato fa quel che può, le forze dell'ordine (presenti in Sala ed alle quali è andato il ringraziamento di tutti ndr) fanno il loro dovere con dedizione, e le associazioni rappresentato un fondamentale presidio sul territorio. Ma tutto questo non può bastare se i cittadini non vigilano con attenzione su certi fenomeni perchè loro rappresentano la prima barriera al dilagare della criminalità”. Una chiamata alla coscienza di tutti. Cui tutti sono tenuti a rispondere.
Autore: Giulio Calvani
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