Gli assessori regionali Minervini e Stèfano incontrano i pescatori per affrontare la crisi
Minervini: "Fronteggiare l'emergenza poi riforme strutturali a integrazione del regolamento Mediterraneo"
MOLFETTA - Attivare ammortizzatori sociali straordinari per i lavoratori del mare e operare interventi strutturali che, attraverso il riconoscimento delle specificità regionali, aprano finestre integrative al regolamento europeo garantendo il principio della sostenibilità. Sono queste le strade che la Regione Puglia sta percorrendo per far fronte alla crisi della pesca.
Mentre ieri i pescherecci hanno ripreso la via del mare con a bordo le nuove reti, si è svolto in mattinata un incontro nella sede dell'assessorato all'agricoltura della Regione Puglia tra gli assessori alla pesca Stefàno, alle infrastrutture Minervini e i rappresentanti delle associazioni di categoria, in cui si è fatto il punto sugli interventi in campo.
"Stiamo lavorando per offrire due livelli di risposte - ha spiegato l'assessore Minervini - La prima per attenuare questa fase di sofferenza determinata dal negativo impatto sociale del regolamento Mediterraneo su lavoratori e armatori. La seconda è di sistema, per innovare e rendere sostenibile e compatibile la pesca con l'impoverimento del nostro mare".
Su come affrontare i costi della crisi c'è però un divario tra la proposta della Regione e le intenzioni del ministero. A fronte della richiesta della Puglia e delle altre regioni adriatiche di accompagnare l'attuazione del regolamento con un fermo biologico straordinario e misure di sostenibilità sociale attinte in deroga dai Fondi FAS (utilizzati già in passato per ammortizzare gli effetti delle quote latte degli agricoltori del nord, non proprio "aree sottoutilizzate"), il governo nazionale è orientato a servirsi delle risorse del FEP.
Il Fondo europeo per la pesca è tuttavia destinato ai processi di ammodernamento e potenziamento dello sviluppo delle imprese nel settore ittico, e un suo impoverimento per far fronte agli ammortizzatori sociali, impedirebbe poi investimenti di lungo periodo.
Per essere pronta a dare una risposta nel lungo periodo la Puglia siederà al tavolo scientifico con CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) al fine di individuare e certificare le specificità ittiche regionali. Questo perché il regolamento comunitario apre margini di deroga territoriali a patto che venga salvaguardato l'obiettivo generale di protezione e conservazione delle risorse del mediterraneo e di riduzione dello sforzo di pesca.
"Dopo questa fase acuta c'è il banco di prova strutturale da dover affrontare - ha concluso Minervini - e sarà lì che si verificheranno le capacità del settore di accogliere le sfide del cambiamento. Il regolamento apre a possibili vie di intervento che con attenzione e determinazione dovranno essere perseguite, anche dal ministero. Non basterà più rassicurare i pescatori. Sarà necessario uno sforzo di sistema per rispondere alla crisi e trovare il giusto equilibrio nella tutela della risorsa ittica e dell'economia che su di essa si regge".
Nei prossimi giorni è previsto un nuovo incontro tra le Regioni e il Ministro Galan per discutere queste proposte che hanno trovato una sostanziale convergenza anche da parte delle associazioni di categoria.