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Giacomo Pisani redattore di “Quindici”: la politica deve riconoscere il diritto dei bisogni. Confronto a Molfetta con “Linea Diritta” sui giovani e la politica
12 gennaio 2014

MOLFETTA - Dopo circa un anno dalla sua fondazione, il movimento indipendente “Linea Diritta” organizza una conferenza dove i giovani vengono posti faccia a faccia con la politica. Questa iniziativa non esclude, però, la possibilità di partecipazione anche a coloro che non sono più giovani. L'incontro si apre con l'analisi della situazione dei giovani che molto spesso vengono estraniati dalla politica, o ancora, si allontanano da questa senza interessarsi. Bisogna provare ad avvicinarsi ed a entrare a stretto contatto con la politica (nella foto, da sinistra Gianmarco de Bartolo, Domenico Gagliardi, Giacomo Pisani, Roberto de Nichilo, Bepi Maralfa e Augusto Ficele).

A rompere il ghiacciole parole di Giacomo Pisani, redattore di “Quindici”, giornalista pubblicista e scrittore, dottorando di ricerca in Diritti e istituzioni presso l’Università di Torino: "Ci sono bisogni che non rientrano nella categorizzazione della realtà per come questa è strutturata, e sono principalmente i bisogni dei giovani. Quelle categorie forti, che hanno segnato i punti di riferimento per una vita normale o socialmente ritenuta arcaica sono appunto il lavoro, casa, famiglia. Queste sono categorie strettamente connesse con la politica, venute a mancare, o meglio l'accesso a queste categorie è precluso proprio ai giovani anche se non è corrisposta questa chiusura, di vie di espressione e di rimodulazione.
Negli anni Settanta, una certa critica sociologica e filosofica postmodernista, ha accolto in maniera positiva  la caduta delle grandi teorie della modernità. In realtà, la post-modernità ha precluso questa crisi attraverso la creazione di molti spazi neutri, spazi spogliati dei caratteri storici e sociali.
Le uniche possibilità aperte, sono quelle che si esauriscono nell'attimo. Allora, per il giovane postmoderno la possibilità è proprio questa, della fugacità e dell'estrema evacuazione dei contenuti.
Ma allora, come la politica può uscire da queste situazioni? Io credo fortemente nel valore della politica, radicata nella prassi – ha continuato Pisani -. Una politica che riconosca il diritto dei bisogni che maturano nell'immanenza dei rapporti sociali e non più in un modello astratto e ideale.
Il reddito minimo universale, un provvedimento di questo genere, costituisce il riconoscimento della dignità di una persona al di fuori del mercato. Se la sopravvivenza è iscritta al mercato, essa costituisce il reticolo assoluto della realtà. Io penso – ha concluso Giacomo Pisani - che la soluzione sia quello di ritagliare spazi di sovranità politica proprio all'interno della società".
Continua il dibattito il giovane Augusto Ficele, ripercorrendo alcuni tratti storici, che hanno caratterizzato lo Stato italiano di oggi. Esemplare era il netto divario che si instaurava tra il politico, colto e più elevato nel linguaggio, e invece il pescatore, l'operaio che avevano un registro più basso. Pasolini a metà degli anni Sessanta, proverà a superare questo divario dicendo: "Ora – secondo Ficele - tocca agli intellettuali, perché è una missione che loro devono ricoprire e devono smettere di dare un rapporto all'Italia con loro stessi". Perciò li invita ad uscire in piazza e a parlare, anche con un certo imbarazzo, con il pescatore o con l'operaio. Ed è per questa ragione che la politica viene espressa come teatro della chiacchiera. Ficele chiude così, con una frase poetica: "Non rinchiuderti partito nelle tue stanze, resta amico dei ragazzi di strada".
Il consigliere comunale di Linea Diritta Domenico Gagliardi, diversamente dagli altri, non era intenzionato a intervenire nel dibattito per dare spazio ai più giovani del movimento. Poi ha evidenziato ciò che ritiene emozioni, ovvero il bisogno della partecipazione dei giovani alla politica e di quanto i giovani possano essere utili a questa.
Una riflessione sulla voglia di dimostrare due cose. Da una parte il poter essere incisivi anche senza l'esperienza che hanno quelle persone con un grande passato alle spalle, e dall'altro lato quello di non tradire le attese. La parte più brutta della politica per me è il tatticismo – ha aggiunto Gagliardi -, mentre la parte più bella è la conoscenza che permette di far apprezzare la politica nelle proprie idee. Termina anche lui il suo discorso con una citazione firmata Pablo Neruda: "La speranza ha due bellissime figlie, lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose, mentre il coraggio per cambiarle".
Gianmarco de Bartolo, del movimento Linea Diritta, legge invece un suo pensiero analizzando il rapporto tra i giovani e la pubblica amministrazione, stipulando una differenza tra il vecchio e il nuovo. Denuncia anche l'incremento del tasso di disoccupazione, interpretandolo come una poca fiducia data ai giovani: "Un giovane può passare mesi e mesi a cercare di convincere un padre di famiglia a far passare una quota di questione, ma questo padre avrà sempre il timore di affidargli la quota". Termina il suo intervento definendo questa paura come il timore che ogni persona sente dentro di sé, prima di tuffarsi in acqua.
Dopo queste riflessioni da parte di chi è dentro la politica, diversi giovani hanno fatto sentire la propria voce. C'è chi è rimasto contento per le possibilità che l'amministrazione ha offerto con questa conferenza perché ha aperto le porte alle idee e alle opinioni dei giovani. Perciò bisognerebbe avere più occasioni come questa per incontrarsi e discutere sui temi di questioni comuni. Le nuove generazioni sono state definite escluse e poco considerate. Non solo i giovani intervengono al dibattito, ma anche parecchi adulti che criticano l'incoscienza dei giovani e del loro futuro. Criticano tanto anche il poco interessamento che questi hanno nei confronti della città e dei problemi di ordine nazionale. Ed infine l'intervento di un giovane ragazzo che, prima evidenzia il poco interessamento dei ragazzi come lui e dopo chiede, cosa fossero per loro, uomini di politica, i giovani.
Una prima risposta è data dal Segretario di Linea Diritta, Roberto De Nichilo, il quale afferma che la politica non viene a citofonare sotto casa dei giovani  ma per prima cosa deve essere il ragazzo ad attivarsi e a gettarsi nel mondo della politica.
Infine a chiudere il dibattito è il vice sindaco e assessore alle politiche giovanili Bepi Maralfa che porta con sé, la propria esperienza in questo campo, per lui del tutto nuova. Ricorda, infatti, i primi incontri dove troppi termini tecnici gli confondevano soltanto le idee. Con l'arrivo di Paola, però, la cosa divenne più pratica perché, l'attuale sindaco parlava in modo chiaro e diretto.
Afferma Maralfa: "La necessità di fare politica nasce dal bisogno, come punto di partenza. La politica inizia dove finisce la tecnica. I ragazzi hanno bisogno di riflettere ed essere ascoltati. Mi complimento con Giacomo Pisani per i suoi ideali che condivido a pieno. Io ritengo infatti che la rapidità del consumo determina un allarme sulla presa di coscienza che sta perdendo sui valori sani della politica".
Un'esperienza, quindi, molto positiva e utile che ha dato la possibilità di chiarire e specificare meglio, cosa è la politica oggi. Dure sono le critiche ai giovani, che oggigiorno perdono sempre più di vista, quello che è più vicino a loro, cioè la politica stessa.

© Riproduzione riservata

Autore: Giambattista Palombella
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