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Fitto: no al decreto sul federalismo fiscale. I Ds: solo demagogia
25 settembre 2004

BARI – 25.9.2004 Il presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto, (nella foto) ha proposto a tutti i cittadini pugliesi di partecipare ad una petizione popolare al Parlamento per l'abrogazione dell'art. 7 del Decreto 56/2000 sul federalismo fiscale. Già nelle scorse settimane la Regione aveva fatto ricorso alla Corte Costituzionale e al Tar del Lazio. Motivo del dissenso, secondo Fitto è che il decreto, emanato a suo tempo dal governo D'Alema e attuato recentemente dal governo Berlusconi, risulta gravemente penalizzante per le regioni meridionali, tra cui la nostra. Il federalismo fiscale è strettamente legato al processo di regionalizzazione (o federalismo, come alcuni preferiscono chiamarlo) avviato con la legge costituzionale 3/2001, che ha ampliato i compiti delle Regione e degli altri enti locali. E' evidente che se aumentano i compiti delle Regioni e degli enti locali, e contestualmente si riducono i trasferimenti dello Stato, risulta necessario per questi enti applicare una propria tassazione per poter svolgere i compiti loro affidati. Le lettere con il testo della petizione - annuncia Fitto - saranno inviate a tutti gli Enti Locali (Comuni, Province e Comunità Montane) alle Camere di Commercio, alle Università, alle Associazioni di categoria, professionali, del volontariato, del terzo settore e a tutte parti sociali perché promuovano attivamente l'iniziativa. Il primo firmatario sarà proprio il presidente regionale, ma non esclude di rivolgersi anche ai suoi colleghi delle regioni meridionali per sensibilizzare l'argomento. La soluzione della petizione è stata scelta poiché, rientrando il decreto nella materia tributaria, non può essere sottoposto a referendum popolare. La strada, in quel caso, sarebbe stata quella del pronunciamento di 5 Consigli Regionali o la raccolta di 500 mila firme. L'unica soluzione appare allora quella dettata dall'art.50 della Costituzione: la petizione popolare. Ma dure critiche sull'iniziativa arrivano dal segretario regionale dei DS, Michele Bordo, che commenta quella del presidente come pura “demagogia spicciola per fini elettorali”. “Non trovo altre parole - aggiunge - per definire la proposta lanciata dal presidente della Regione Raffaele Fitto di fare una petizione popolare per chiedere al Governo di ritirare il decreto 56 sul federalismo fiscale. Perché Fitto ha atteso 4 anni, pur avendo un governo nazionale del suo stesso colore politico? Perché solo ora, alla vigilia delle elezioni regionali, si è accorto degli effetti negativi del decreto? Perché non è intervenuto già nel 2001, quando, cioè, Berlusconi ha cominciato ad attuarlo, per impedire che il decreto cominciasse a produrre i suoi effetti?” Insomma, secondo la sinistra il decreto sul federalismo sembra una misura equilibrata. Introduce un principio di perequazione e il fondo di garanzia per le regioni del Sud. Mentre il presidente della Puglia continua a ribadire che le regioni meridionali non sono state messe nelle condizioni di avviare il federalismo fiscale. Insomma, ancora una volta il nodo è sempre la devolution. Lucrezia Pagano
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