Finalmente un monumento a Gaetano Salvemini
Nella villa comunale l’opera di Vincenzo Maria Valente
Nessuno è profeta in patria. A Molfetta questa massima, poi, è applicata in maniera ancora più pesante, tanto da non escludere i suoi figli migliori. Ne sa qualcosa anche Gaetano Salvemini scomodo in vita, ancora più scomodo da morto. Persino coloro che si vantano sempre di essere suoi eredi (o presunti tali) o di ispirarsi al suo pensiero, quando hanno coperto cariche istituzionali non hanno mai pensato a realizzare un monumento alla sua memoria.
A colmare questa colpevole lacuna ha pensato un artista locale, l’ultraottantenne Vincenzo Maria Valente, eclettico protagonista della cultura locale: scultore, pittore, poeta e soprattutto figlio innamorato della sua terra. Dopo aver donato il Monumento ai “Caduti sul mare” all’Ipsiam di Molfetta e aver promosso la Fondazione Musicale che porta il suo nome, con una donazione da un miliardo, ha offerto alla città un busto di Gaetano Salvemini, “un personaggio da enciclopedia – come lo ha definito lo stesso scultore in occasione dello scoprimento – conosciuto a livello nazionale e internazionale per la sua professionalità di storico, oltre che per la sua tenace lotta nella politica meridionalistica”.
“La mia donazione – ha aggiunto il prof. Valente – non ha il meschino significato politico: il cosiddetto di destra o di sinistra, né vorrei far torto a chi e a coloro che avrebbero dovuto sentire il dovere e con danaro pubblico di porre in villa un segno di omaggio all’uomo di alta moralità, allo studioso di storia come sinonimo di verità”.
Il prof. Valente ha espresso anche il motivo segreto della sua donazione: “il vivo desiderio – ed è certo quello di tutta Molfetta: che la sua tomba sia trasferita nella nostra, nella sua città e con bandiera non politica, bandiera tricolore: i colori puliti della nostra Italia”.