Ex Lotto 10 e comparto 18 ecco Cementiade
Avanza il degrado urbano e ambientale nelle periferie. Cementiade non si smentisce: servizi per i residenti e verde soffocati dal cemento. A Molfetta, ormai da quasi 10 anni, l’economia immobiliare e la sfrontata speculazione edilizia annullano gli standard di vivibilità. Il Comune approva il Documento di Rigenerazione Urbana per risanare marginalità e disagio sociale, ma, a quanto pare, gli interventi si concentreranno su centro storico e fronte mare. E le periferie, sempre l’ultima ruota del carro? Perché non operare risanamenti paralleli sui vari ambiti d’intervento? Perché non vagliare un Piano dei Servizi per Molfetta? Esempio indelebile di Cementiade, il comparto 18 (a sud dell’asse ferroviario tra via Terlizzi, via Berlinguer e Lama Martina). Solo cemento e asfalto, se si pensa anche all’area residenziale dell’ex Lotto 10 (Rione Madonna della Rosa): assente qualsiasi servizio (parco, scuola, teatro, attrezzature mercatali, ecc.), inesistente il mix tra edifici residenziali, attività terziarie e geometria stradale. STORIA DI OLTRE 30 ANNI L’urbanizzazione dell’ex Lotto 10, in cui rientra il comparto 18, risale agli anni ’80 (amministrazione Beniamino Finocchiaro). Servizi e costruzioni avevano volumetrie predeterminate, ma, eluso il vecchio Prgc, si decise di cementificare il lotto e allocare i servizi oltre via Berlinguer per realizzare un maxiparco urbano, con l’esproprio dei terreni di proprietà dei più importanti latifondisti di Molfetta. Dopo una battaglia giudiziaria di oltre 10 anni tra proprietari terrieri e Comune di Molfetta, l’“invenzione politica” fu bocciata dal Consiglio di Stato, ma ormai il lotto era stato cementificato. Se fosse stato rispettato il Prgc, la quantità delle residenze sarebbe stata inferiore a quella attuale e ci sarebbero state aree a servizio. Questi interventi edilizi modificarono anche l’orografia dell’area. Ad esempio, le abitazioni della parte terminale di via Ungaretti e di via Francesca Morvillo sono a ridosso e nell’alveo della Lama Martina, il cui deflusso delle acque meteoriche è troncato da via Berlinguer. PIANO DI COMPARTO, ENNESIMO PASTICCIO Per rimediare al degrado, il nuovo Prgc (approvato nel 2001) stabilisce per le zone omogenee B3 (come l’ex Lotto 10) un «intervento mirato di ristrutturazione, di riordino e di completamento di tipo integrato urbanistico ed edilizio ». Infatti, «in sede di formazione dello strumento esecutivo (il piano di comparto, ndr) - si legge nel Prgc - occorrerà concentrare il massimo delle cubature edilizie residenziali nelle aree site in contrada Samarelle, esclusa la lama, e Fondo don Carluccio, avendo cura di preservare il massimo dei servizi nelle restanti aree libere del lotto (quelle del comparto 18, ndr)». Invece, Piano di Comparto e Piano Urbanistico Esecutivo del gennaio 2007 (prima amministrazione Antonio Azzollini) collocano le cubature edilizie nelle restanti aree libere dell’ex Lotto 10 (comparto 18) e i servizi in contrada Samarelle e nel Fondo don Carluccio. Operazione urbanistica discutibile che può dare adito a speculazione edilizia e immobiliare. Disattese le norme del Prgc, che stabiliscono anche il recupero dei manufatti industriali di tutta l’area a ridosso della ferrovia. Recuperato in modo parziale l’ex Cementificio Sallustio, futuro museo pubblico, albergo e sala congressi, gli altri manufatti, forse considerati di «scarso valore documentale, storico e ambientale », saranno abbattuti per un’area parcheggio e una ventina di palazzine. Necessario, invece, un prioritario progetto di riqualificazione della viabilità e un ripensamento del Pue, che ipotizza anche una bretella viaria su via Berlinguer, cassata se l’Autorità di Bacino della Puglia dovesse confermare la pericolosità idraulica dell’area. Insomma, il comparto 18 sarà una nuova distesa di mattoni e calcestruzzo, penalizzando ancora i residenti. Insufficiente la mozione dell’opposizione nel consiglio comunale del luglio 2007, respinta dalla maggioranza di centrodestra, con cui si chiedeva una revisione del progetto, carente per viabilità e parcheggi. Infatti, così programmato, il quartiere Madonna della Rosa sarà intasato due volte e senza servizi. COMPLESSO «LE VERANDE» Come accaduto per tutto il Lotto 10, anche per il comprensorio «Le Verande» (tra le vie Pirandello e Deledda) sono state stravolte alcune destinazioni urbanistiche previste dalla convenzione stipulata con il Comune di Molfetta.Tra i servizi pubblici, compaiono asilo nido, scuola materna (all’ingresso del condominio) e verde pubblico, con attrezzature sportive e condominiali, per cui si sarebbero dovute cedere, quando il Comune o altri enti ne avrebbero fatto richiesta, 1600mq «senza corrispettivo» (artt. 4, 10). Dov’è l’asilo nido e la scuola materna? Convertiti in residenze. Dove il verde pubblico? Pochi alberi e nessuna attrezzatura sportiva. L’amministrazione dell’epoca preferì l’edilizia agli standards di vivibilità e ai servizi per la collettività, come accaduto negli ultimi anni in ambito urbanistico a Molfetta. Questo complesso, in un’eterna battaglia tra pubblico e privato, gioca anche un ruolo importante per il comparto 18: via Deledda (e una parte dell’area parcheggio retrostante) rientra nel piano della viabilità del Pue. Infatti, una volta edificate altre 7 palazzine nella maglia C, in base alla variante del piano di comparto, dovrebbe aprirsi una nuova strada fino a via Sibilla Aleramo, anche se via Deledda è soggetta al regime di strade private gravate da servitù di transito, cioè un misto pubblico-privato (art. 5 della convenzione). I residenti ne pagano la manutenzione, ma non usufruiscono a pieno del regime di proprietà privata. E l’esecuzione del Pue potrebbe implicarne l’esproprio (coatto?), riducendo anche i parcheggi privati. Nel giugno 2009 il Comune di Molfetta si è dichiarato favorevole a accettare la cessione gratuita all’unanimità di tutta l’area pertinenziale (3227mq) solo dopo l’approvazione definitiva del Comparto 18. Mentre la cessione della sola parte inclusa nel Comparto 18 è un’iniziativa di chi vuole amministrare la rimanente area pertinenziale: dunque, l’unanimità parziale non potrà essere raggiunta senza quella totale, con le garanzie richieste e in attesa di risposta. Inoltre non è stata autorizzata l’installazione di un cancello all’ingresso di via Deledda, probabilmente per il ruolo che la strada svolgerebbe nel Pue.
RIQUALIFICAZIONE PAESAGGISTICA? La “città delle case”, ecco cosa sarà la Molfetta del futuro, se non si punta alla sostenibilità sociale, funzionale e formale, accantonando la frenesia dell’economia immobiliare e i profitti edilizi. Anche la riqualificazione paesaggistica per il comparto 18 resta un miraggio per l’assenza del Piano dei Servizi, nonostante l’art. 5 delle NTA del Prgc fissi «entro sei mesi dall’approvazione del piano regolatore (nel 2001, ndr)» l’adozione di «un piano particolareggiato dei servizi finalizzato a coordinare le preesistenze e le previsioni di aree e di manufatti destinati a tale scopo». Dunque, solo inchiostro il progetto per la sistemazione a verde alberato previsto dal Piano di Comparto. Quali offerte per il comparto 18 e l’ex Lotto 10? Per ora, ancora e solo case. Cosa accadrà dopo il terremoto giudiziario dell’inchiesta «Mani sulla città», che ha portato all’arresto in carcere del dirigente dell’ufficio Territorio del Comune, ing. Rocco Altomare? Ripensamento del piano di comparto o proseguo ottuso dell’amministrazione Azzollini?