MOLFETTA - Con la solita audacia ed efficienza, questa notte alle ore tre antimeridiane, il market “Famila”, sulla strada statale 16, poco fuori l’abitato, è stato “visitato” da quella che potremmo definire forse la “Banda del buco” (mutuando la denominazione della banda scalcinata evocata in un famoso film di Monicelli con interpreti d’eccezione come Mastroianni, Gassman, Totò, Murgia, Cardinale che, per svaligiare un banco pegni, sfondano un muro – sbagliato – ritrovandosi in una cucina di appartamento).
Ma la somiglianza con la vicenda cinematografica si esaurisce qui!
Il colpo messo a segno da questa banda di malfattori – secondo noi è sempre la stessa che recentemente ha effettuato colpi simili, per tecnica, al Centro commerciale Mongolfiera, al casello di Autostrade per l’Italia di Bari nord e chissà dove altro – è andato perfettamente a segno.
Infatti, approfittando delle vicinanza del sito del Market ad un deposito di macchine ed attrezzature edilizie, adiacente alla struttura, il gruppo, usando un escavatore a benna, sfondava un muro di calcestruzzo (foto) di divisione fra il deposito e l’area del parcheggio – ovviamente vuoto, data l’ora della notte – e sbriciolava letteralmente il muro dove era sistemata la portella blindata esterna della cassaforte del Market, fuggendo e portandosi via la cassaforte medesima e lasciando addirittura ancora in funzione l’escavatore.
La tecnica, anche a noi che non siamo “esperti della materia”, suscita addirittura una certa perversa ammirazione, per la sequenza degli eventi: sembra che i malviventi abbiano prima neutralizzato il sistema di video sorveglianza attivo nell’area, forse tacitato gli allarmi anti intrusione e poi, con un velocità ed una perizia degna di attività migliori, abbiano messo a segno il colpo.
Ma questa, forse, potrebbe essere catalogata come la più spettacolare, audace e invasiva, dove i “professionisti” – chiamiamoli così – hanno mirato al bersaglio grosso: la cassaforte, contenente l’incasso delle vendite del sabato e della domenica, quantificabile in parecchie decine di migliaia di euro.
Le indagini sono ovviamente in corso e quindi si potrà fare un bilancio nei prossimi giorni.
Resta sconcertante la constatazione dell’audacia del colpo, la velocità di esecuzione, avendone peraltro in zona addirittura, alcuni degli “attrezzi” del mestiere: l’escavatore che, ricordiamo, nel caso del colpo ad Autostrade, fu trasportato in loco, su un autocarro (non è la cosa più semplice del mondo, spostare una macchina del genere).
Siamo certi che gli inquirenti, apparentemente “beffati” ancora una volta da questi malfattori, stiano stringendo la trappola che prima o poi – e l’auspicio è che sia prima – li bloccherà, inchiodandoli alle loro responsabilità.
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