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E' ancora bufera sul "Filippetto" a Molfetta. Continua l'oltraggio della destra a Gaetano Salvemini Il Consiglio Comunale conferma la delibera della Giunta nonostante il parere contrario del Segretario Generale
16 gennaio 2007

MOLFETTA - E' approdata ieri sera in Consiglio Comunale la discussa vicenda del passaggio della Scuola Comunale per l'Infanzia "Filippetto" alla Direzione Scolastica "Cesare Battisti" e, come era prevedibile, ha scatenato un putiferio. Come si ricorderà, infatti, nel mese di novembre la Giunta comunale ha approvato una delibera con la quale sostanzialmente esprimeva la sua volontà di trasferire, per ragioni di carattere economico ed organizzativo, la struttura didattica gestita in economia direttamente dal Comune, alla Direzione Scolastica Statale "Cesare Battisti". Contro questa scelta si erano sollevate numerose proteste da parte degli insegnanti della stessa "Filippetto", dei genitori degli alunni e degli antichi "salveminiani" che hanno ricordato come la delibera della Giunta fosse un vero e proprio vulnus alla memoria di Gaetano Salvemini (nell'anno del cinquantenario dalla sua morte), lo storico antifascista molfettese che aveva lasciato in eredità al Comune il terreno sul quale oggi sorge la scuola, perché fosse realizzato un istituto comunale intitolato alla memoria del figlioletto (Filippetto, appunto), prematuramente scomparso durante il terribile terremoto di Messina. Contro la stessa delibera di Giunta erano anche intervenuti i consiglieri comunali di opposizione per chiederne la revoca all'amministrazione comunale in quanto, oltre alle valutazioni di merito, quell'atto era viziato da incompetenza dal momento che la Giunta non poteva esprimersi con l'indicazione di un "indirizzo politico amministrativo" su un argomento (i servizi pubblici) di stretta competenza del Consiglio Comunale. Ed è proprio su questo punto che le opposizioni, ieri sera, sono tornate alla carica costringendo l'amministrazione comunale a sfiorare addirittura un vero e proprio "incidente istituzionale" con il Segretario Generale. Ma andiamo con ordine. In apertura della trattazione del punto all'ordine del giorno richiesto da otto consiglieri di minoranza che chiedevano la revoca della delibera di Giunta, è Tommaso Minervini a prendere la parola ed a spiegare con dovizia di particolari e solide argomentazioni giuridiche come, a prescindere dalle valutazioni sul merito della vicenda, quell'atto dell'amministrazione andasse revocato o, in subordine, reso inefficace in autotutela dall'amministrazione in quanto approvato in palese violazione delle norme sulla ripartizione delle competenze tra Giunta e Consiglio. "Lo Statuto Comunale ed il Testo Unico degli Enti locali – ha proseguito l'ex sindaco della città – sono chiarissimi a riguardo. Chiediamo, quindi, che la questione venga ricondotta nei corretti binari procedurali con il ritiro della delibera di Giunta e l'avvio di un serio e approfondito dibattito in Consiglio Comunale ed in città su una questione di tale rilievo e delicatezza che ha evidenti ricadute anche di carattere storico e culturale, oltre che economico ed amministrativo". Ma è il sindaco, Antonio Azzollini a replicare al suo predecessore: "L'amministrazione non ha nessuna intenzione di ritirare quella delibera che rientra pienamente nelle competenze della Giunta comunale. Il Consiglio Comunale è chiamato a discutere di un argomento così importante e credo che questa sia l'occasione giusta per farlo". Il dibattito, a questo punto, si sposta da un piano politico ed amministrativo ad uno squisitamente tecnico e giuridico con la minoranza a caricare a testa bassa e la maggioranza costretta sulla difensiva. E' Nino Sallustio a ribadire la posizione dell'opposizione: "Le argomentazioni del sindaco sono pretestuose. Quella delibera è illegittima in quanto è il Consiglio Comunale competente in materia. Non possiamo discutere oggi del merito della questione in quanto non abbiamo gli elementi necessari per farlo. Su questa vicenda doveva aprirsi il normale iter procedurale previsto per le discussioni in Consiglio Comunale (proposta – istruttoria – parere degli uffici – parere della Commissione – voto in Aula) invece ci troviamo una delibera che arriva in Consiglio solo perché noi dell'opposizione ne abbiamo chiesto la revoca. Occorre riportare il tutto nei binari della legittimità". Per la maggioranza a difendere l'operato dell'amministrazione è Giusi De Bari di Forza Italia: "La Giunta ha operato nel pieno rispetto della sua competenza". A questo punto, con una tensione via via crescente e la minoranza a subodorare "il colpaccio", è Lillino Di Gioia ad intervenire per chiedere, a riguardo, il parere del Segretario Generale sulla delibera di Giunta in questione. Ed, a questo punto, il colpo di scena. Il dott. Michele Camero, chiamato direttamente in causa, interviene e gela i banchi dell'amministrazione e della maggioranza: "Su questa materia la competenza è ascritta al Consiglio Comunale". Una bocciatura in piena regola per l'operato dell'amministrazione proveniente direttamente dal tecnico preposto a tutelare la legittimità dell'operato amministrativo. A questo punto la seduta viene sospesa ed il sindaco, visibilmente contrariato, lascia l'Aula mentre i consiglieri di maggioranza restano ad interrogarsi perplessi. Alla ripresa dei lavori il clima è ancora più teso. La minoranza, incassato un risultato politico forse addirittura inatteso, torna a chiedere all'amministrazione il ritiro di quella delibera con un ordine del giorno presentato ancora da un Tommaso Minervini in gran forma, dopo il brutto incidente dei mesi scorsi. Ma è di Mino Salvemini l'intervento più duro: "L'evidenza è sotto gli occhi di tutti. Il segretario generale ha certificato che quella delibera è illegittima. Chiedo ai consiglieri di maggioranza di avere un sussulto di dignità e di votare a favore della revoca". A questo punto scoppia il putiferio. Il sindaco, Antonio Azzollini, con i nervi a fior di pelle per quanto era accaduto e per lo smacco subito pubblicamente, ha una vera e propria reazione isterica. Si alza, paonazzo nel viso e decisamente alterato, urla, sbraita, gesticola, inveisce contro il segretario dei Ds. Una scena avvilente, non la prima del genere (per vero) cui ci è capitato di assistere in questi primi mesi di consiliatura. Il duro colpo subito dall'amministrazione, tuttavia non muta il corso degli eventi. La maggioranza di centrodestra, fedele al sindaco fino al punto da negare l'evidenza, vota contro la richiesta di revoca confermando una delibera sulla cui illegittimità, evidentemente, non ci sono più dubbi. "La verità – ha concluso Nicola Piergiovanni - è che l'amministrazione non ha voluto riconoscere di aver commesso un errore evidente, una cosa normalissima che può sempre capitare. Ci sarebbe voluto un gesto di umiltà e tutto sarebbe rientrato nella normalità". Già, un gesto di umiltà. Facile a dirsi…
Autore: Giulio Calvani
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