MOLFETTA - Marisa Di Bello ha scritto una storia d'altri tempi, di un'epoca lontana per usi, costumi e linguaggio. Di luoghi immobili nel loro isolamento.
Essa prende spunto da vicende realmente accadute agli inizi del secolo scorso in un convento del Sud. Storia emblematica, summa di tante storie di donne, della loro impossibilità di scegliere liberamente e consapevolmente il proprio destino.
La vita nei monasteri e nei conventi ai nostri tempi, proprio nella nostra contemporaneità, si articola quasi con lo stesso respiro che si poteva avere nel Medioevo.
La vita quotidiana si svolge dunque secondo principi che riflettono la scala delle priorità a cui la comunità fa riferimento.
E allora ecco che regnano la semplicità di stile e informalità nei rapporti reciproci nella piccola società di fede e preghiera. La regola principale è uno stile di vita sobria, pur vissuto dentro strutture storiche, che cerca di far propria la saggezza, piena di umanità e di semplicità evangelica, della preghiera e del lavoro. Ma talvolta, questi luoghi (monasteri, conventi, abbazie) dove magari ci si rifugia per sfuggire al caos della quotidianità, nascondono segreti, vissuti, a volte tenuti nascosti per anni, a volte per secoli, altre volte invece parlano di tracciati umani che per la loro scabrosità, non riescono a rimanere nell’abisso. Ed è così che sovente quei luoghi sacri racchiudono verità scomode che nessuno vuole sentire.
Di recente pubblicazione per Besa editrice di Nardò (Lecce), il bellissimo lavoro della Di Bello raccoglie accadimenti che riguardano tempi molto lontani, vuoi per grammatiche, vuoi per codici, vuoi per costumi, e tradizioni. Siamo nel secolo scorso. Contesto: il Sud, si direbbe Puglia, S. Giuliano. Le vicende narrate hanno un sostrato di verità, nel senso che si basano su vicende realmente accadute. La vicenda principale assurge a rappresentare emblematicamente ciò che spesso ha toccato moltissime donne talvolta impossibilitate a scegliere liberamente il proprio destino.
La scrittura dell'autrice, è fresca e coinvolgente, e soprattutto i meriti del lavoro in oggetto si riscontrano in un’accurata ricostruzione storica dei contesti e nell’abilità di un’autrice di parlare di un’anima senza pace in maniera assolutamente impagabile.
(Ingresso libero, prenotazioni posti via mail e telefonando allo 080.3971365)
Marisa Di Bello vive a Bari. Ha collaborato a numerosi periodici tra cui “Cosmopolitan”, “Noi Donne” e da oltre venti anni collabora alla rivista di cultura ed economia “Nelmese” con rubriche e interviste. Tra le inchieste pubblicate: “Le Ragazze degli Anni Ottanta” per le Edizioni Levante, Bari; “Viaggio nei Pianeti Diversi” sui gruppi di tendenza per “Nelmese”; “Donne Nere” per “Cosmopolitan” sulle mutilazioni sessuali subite da donne musulmane presenti a Bari; “Isole”, inchiesta radiofonica in 10 puntate trasmessa da Radionorba, sui vari gruppi etnici presenti sul territorio.