Diesel alle stelle e i pescatori soffrono
Il diesel, carburante utilizzato dalla macchina propulsiva di bordo, ha avuto un aumento di prezzo fi n dal cambio di valuta. La speculazione indiscriminata, che ha messo a dura prova l'economia del Paese, non ha risparmiato il settore della pesca. Un litro di carburante era pari a 300 delle vecchie lire, ma nel giro di pochi mesi si passò ai 30 cents di euro. In seguito, è andato via via aumentando in modo discreto seguendo l'andamento del mercato del petrolio. A giugno 2007 la miscela utile alla propulsione costava 0.480 euro in Sicilia, 0.497 euro ad Ortona e 0.475 a Molfetta. Nell'arco di soli tre mesi, il diesel è diventato molto più costoso arrivando a valere 0.535 euro nella nostra città. Gli addetti al settore prospettano un freno all'impennata del prezzo del petrolio. Essi sperano che questo rallentamento posticipi il più possibile il raggiungimento e superamento della soglia dei 100 dollari al barile. “Quindici” ha intervistato due ragazzi, P. e D., rispettivamente fi - gli d'un armatore e di un motorista operatori nella fl otta peschereccia molfettese. Entrambi studenti del Nautico di Bari, cresciuti a diretto contatto con l'antica tradizione marinara molfettese, hanno raccontato in modo forse un po' ingenuo, ma senz'altro sincero, quello che sta succedendo alla 'gloriosa' fl otta della nostra città. “Per i pescherecci, il carburante costa meno perché ci sono agevolazioni statali” - ma naturalmente ciò non è suffi ciente perché – “se i prezzi aumentano sulla terraferma, lo faranno, proporzionalmente, anche per il diesel delle nostre macchine”. Per come si sono apparentemente attestati ora i costi, la fl otta ha certo subito una stangata, ma non s'è certo in pericolo di vita. Gli aumenti dei prezzi si sono rifl essi sul pescato, lungo tutta la catena commerciale, sino al consumatore. “Malgrado ciò – hanno detto i due ragazzi – non si è riusciti a far aumentare i salari dei marinai quanto l'aumento dei prezzi”. E' tuttavia inopportuno alimentare inutili allarmismi. Infatti, chiedendo un'analisi a freddo dopo questo periodo non del tutto 'roseo': “Questo è un settore dove non si morirà mai di fame, almeno fi nché ci saranno pesci nel mare”. Il settore si trova ad affrontare diversi problemi e il caro carburante è solo l'ultimo e, magari, quello che fa più rumore. “Molti giovani non vogliono praticare questo mestiere perché faticoso e sacrifi cante, specialmente nei primi anni”. Così siamo stati informati che l'Assopesca, Associazione degli armatori da pesca molfettese, ha richiesto manodopera oltre Mediterraneo. I senegalesi giunti, grazie alla lunga tradizione della terra natia, sono attualmente apprezzati in Italia. Diversifi care il lavoro, puntando ad esempio sulla pesca turismo, inoltre, non è ancora fattibile; a nord ormai è possibile anche vivere con quest'attività. Particolarmente nella nostra città, più che in quelle limitrofe, manca un interesse da parte della cittadinanza verso questo nuovo tipo di turismo. Avendone la possibilità, acquistereste un peschereccio?, abbiamo chiesto ai due ragazzi. “Sinceramente sì, perché le crisi arrivano e pensiamo che passeranno ed è bene tener alta la tradizione di Molfetta”. Parole piene di sogni e speranze, ognuno giudichi quanto fondate. Oltre le passioni rimangono i dati reali, e questo è innegabile quanto l'aumento della benzina al distributore. La stangata, prolungata e ancora in atto, dei carburanti, ha investito ed investirà la vita di ciascuno di noi.
Autore: Sergio Spezzacatena