A giudicare dai dati dell'Istituto Eurispes, suffragati da numerosi studi e ricerche del settore, come quella realizzata di recente da Assofin, pare che le famiglie italiane s'indebitino sempre di più (+23,4%) e che, cosa davvero preoccupante, lo facciano “per sopravvivere” (i consumi, al contrario, negli ultimi due anni, sono cresciuti solo dell'1%). Ciò vuol dire che nel nostro Paese si ricorre al credito non solo per acquistare la casa, fronteggiare emergenze e programmare viaggi e vacanze ma soprattutto per soddisfare bisogni essenziali (cure mediche, elettrodomestici, matrimoni, spese legali,ecc.) e procurarsi beni di prima necessità come quelli alimentari. Questo spiega le consistenze totali del comparto creditizio che nel 2006 hanno superato gli 85 miliardi di euro contro i 76 miliardi del 2005: si prevede che nel biennio 2007-2008 esso crescerà ad un ritmo sostenuto per arrivare ad espandersi sempre di più e portare al 50% l'indebitamento delle famiglie. In Italia la richiesta di prestiti per piccoli e grandi acquisti, ossia la pratica del cosiddetto “credito al consumo”, a differenza di altri Paesi europei come Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna, si è diffusa solo da poco, sia per gli aspetti strutturali e distributivi dei nostri circuiti commerciali sia per la configurazione culturale del consumatore medio il cui bisogno di liquidità monetaria è sempre più stimolato, oltre che dall'immobilizzazione degli eventuali risparmi e da fattori socio- demografici, anche dall'evoluzione degli stili di vita e dei modelli sociali di riferimento. Secondo gli esperti, infatti, proprio lo stile esageratamente consumistico degli anni 80, improntato al benessere economico e fisico e ad un eccessivo apprezzamento per il “privato” e il tempo libero, subentrato alla cultura degli anni 70, caratterizzata invece da bassi livelli di reddito e da valori legati alla parsimonia ed alla previdenza, ha, in qualche modo, anticipato e accresciuto il consumo di beni e servizi relativi a categorie di spese come salute ed igiene della persona, trasporti e comunicazione, spettacoli e cultura. Gli effetti di emulazione e di aspirazione nei confronti delle classi superiori, scaturiti dalla standardizzazione di modi e modelli operata da sistemi di comunicazione e di induzione sempre più efficaci, hanno creato nuovi mercati e nuovi modi di mercanteggiare: tutti siamo, in fondo, consumatori o potenziali tali, e per questo “prede” di aziende che individuano o suscitano in noi bisogni che una volta non avremmo avuto o che non pensavamo di avere, ma che scopriamo all'improvviso grazie all'annuncio di qualche offerta commerciale che ci giunge addirittura a casa con una telefonata o un messaggio pubblicitario. Ciò spiega, in parte, il proliferare di agenzie finanziarie e creditizie che offrono soluzioni economiche personalizzate ed erogano finanziamenti e prestiti anche a coloro che non sono “accolti” dalle banche perché ritenuti clienti non “interessanti” o di dubbia solvibilità. Il denaro viene poi restituito a rate con gli interessi in modi e tempi concordati. Rientrano nel credito al consumo i prestiti personali, i finanziamenti rateali, le aperture di credito rotative (revolving) e le operazioni di cessione del quinto dello stipendio. L'importo è compreso tra 150 euro e 31.000 euro e può essere concesso, oltre che dalle banche, dagli intermediari finanziari iscritti nell'apposito albo presso l'Ufficio Italiano dei cambi (tel. 06/46631) e dagli stessi commercianti ma solo nella forma di dilazione del pagamento del prezzo. I MOLFETTESI “FREQUENTANO” LE FINANZIARIE MA NON LO DICONO Camminando per la città di mattina, quando la maggior parte della gente è al lavoro, s'incontrano soprattutto pensionati, donne che si recano a fare la spesa, disoccupati di età diverse, studenti, venditori ambulanti, professionisti che corrono da un ufficio all'altro o vanno velocemente a prendersi un caffè. Tutte le persone avvicinate (una trentina in varie zone della città), diverse per età e categorie sociali, hanno affermato di sapere cos'è una finanziaria (solo una signora anziana,confusa, ha risposto “Perché, l'hanno approvata?”), nessuno ha ammesso di esservisi mai recato (d'altronde, se così non fosse, perché confessarlo ad un'estranea che pretende addirittura di farti un'intervista a riguardo?) mentre alcuni, in maniera generica, hanno detto di conoscere gente che, per qualche ragione, ha avuto bisogno di piccoli prestiti o finanziamenti che la banca gli aveva rifiutato. Dice Katia Capone di Kiron, un'agenzia di mediazione creditizia in franchising sita in Via Baccarini, 114: “Abbiamo un target alquanto ampio ed eterogeneo di clientela (professionisti, impiegati statali, pensionati) che si rivolge a noi per i motivi più svariati che vanno dalle spese mediche o la Prima Comunione dei bambini fino alla ristrutturazione della casa. Siamo procuratori finanziari dei prodotti Clarima della Unicredit Banca, non pratichiamo credito al consumo ma offriamo la nostra consulenza per mutui finalizzati all'acquisto di abitazioni, estinguibili fino a 40 anni, e per finanziamenti e prestiti personali che vanno dai 1.000 ai 30.000 euro ed hanno una durata più limitata. Ascoltando il cliente cerchiamo di capire le sue reali esigenze e di stabilire con lui un rapporto fiduciario che possa consentirgli di valutare e scegliere la soluzione migliore”. I tempi d'istruzione della pratica sono molto lunghi? “Assolutamente no. Il prestito personale viene erogato entro 24 ore mentre per il mutuo occorrono 3 o 4 giorni lavorativi”. Quanti casi esaminate in un mese? “Abbiamo in media 30, 40 appuntamenti al mese ma spesso la gente è indecisa, vuole pensarci e riflettere bene prima di appesantire la sua posizione debitoria. Alcuni chiedono informazioni da valutare e confrontare, altri hanno già le idee chiare”. Si sente parlare molto di consolidamento. Sa dirci cos'è? “Il consolidamento consente al cliente di accorpare tutti i debiti in un unico finanziamento pagando una rata mensile ridotta e avendo anche una quota di liquidità aggiuntiva”. La Kiron è attiva a Molfetta da un paio di anni ma pare che il flusso della clientela sia costante e che non abbia registrato impennate negli ultimi tempi. Prestiti e finanziamenti “selvaggi” sono offerti anche da GreenPoint Forus, marchio di Electa S.p.a., attraverso spot pubblicitari che suggeriscono ed incentivano il ricorso al credito facile presentandolo come la panacea di tutti i problemi. Sabrina Monaco, 36 anni, agente immobiliare da oltre 10 anni, un anno fa ha aperto in franchising un'agenzia GreenPoint Forus in Corso Dante,65 a Molfetta. Le chiediamo il perché di questa scelta. “Sono due settori che, in un certo senso, s'intersecano e richiedono la stessa formazione e capacità di attenzione verso il cliente che viene ad esporti un problema serio come quello dell'acquisto di una casa o della richiesta di un prestito. A volte un problema sfocia nell'altro ma, in genere, sono due attività distinte che svolgo comunque con la stessa passione”. Che tipo di cliente si presenta da voi? “Di sicuro è un cliente che è stato 'dirottato' qui da precedenti finanziamenti condotti male o respinti o che ha addirittura avuto protesti o pignoramenti. Sono frequenti le richieste di piccoli prestiti che non impegnano troppo e non creano sensi di colpa. Abbiamo un call center in Sardegna che smista le chiamate e ci segnala quelle della nostra zona, ma facciamo anche volantinaggio e ci aiuta molto il passaparola”. Si rivolgono a voi anche persone senza busta paga o reddito? “Sì, magari accompagnano qualche parente anziano che gode della pensione d'invalidità o di vecchiaia e che possa garantire per loro. Gli anziani sono, da questo punto di vista, seri e precisi e se prendono un impegno lo mantengono”. Che percentuale vi spetta per la vostra mediazione? “Gli oneri di mediazione vanno dal 3 al 4% sul montante”. Non pensa che la Forus, come tante altre agenzie a livello nazionale, spinga ad una domanda e a un uso troppo facile del denaro? “Il servizio che noi offriamo è quello di mettere in contatto i clienti con certe banche o società finanziarie, quindi siamo dei semplici intermediari di un rapporto che, per qualche ragione, non nasce in maniera diretta ma scaturisce lo stesso dai bisogni veri e reali di chi ci contatta. Non so se contribuiamo ad incrementarlo ma di sicuro ci sarà una ragione se 200 agenzie Forus sono attive in tutta Italia”. La dott.ssa Bufi di Finemiro in Via P. Togliatti, 6, da noi più volte cercata telefonicamente, non si è mai fatta trovare. Incuriositi, abbiamo cercato di capire il perché e, dopo un “sopralluogo” infruttuoso negli uffici, l'abbiamo ricontattata. Ci ha detto che la Finemiro è oggi, a tutti gli effetti, una vera e propria banca, Neos Banca, e che lei, come dirigente, non può darci alcuna informazione né rispondere alle nostre domande, di qualunque tipo esse siano, perché vincolata dal segreto bancario.
Autore: Beatrice De Gennaro