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Corso Umberto, i Palazzi - Parte IX
15 marzo 2019

Palazzo (Bar S. Marco), Corso Umberto I, 6c. Questo suolo segnalato sulla cartografia catastale di Molfetta al Foglio 55, particella 79 era di proprietà di don Giovanni Panunzio (vedi Palazzo la Fenice). Nel 1907 era di proprietà di Sgherza Biagio di Felice e Amato Ignazio di Corrado. Nel 1953 questo suolo dai fratelli Spadavecchia fu venduto a Fontana Ippolita che a sua volta nel 1955 lo vendette all’Impresa edile dei fratelli Belgiovane Vincenzo, Sabino e Raffaele che costruirono l’attuale fabbricato. Con questa costruzione e con la demolizione dell’arena la Fenice si aprì Via Senatore Natale Palummo. Sul prospetto su Corso Umberto si aprirono contemporaneamente il Bar S. Marco dei Cipriani e il bar La Fenice di Alfredo Spadavecchia; quest’ultimo non esiste più. Palazzo Fontana poi Pansini - Corso Umberto I, 4. La costruzione di questo fabbricato fu iniziata nel 1878 da Sergio Fontana deceduto nel 1884. Fu uno dei primi costruiti su Corso Umberto I. Nel 1886 fu ereditato dal figlio Nicola Fontana. Sulla cartografia catastale di Molfetta è segnalato al Foglio 55, n. di mappa 2475. Un atto del 1889 conferma che i coniugi Nicola Fontana fu Sergio e Giovanna Pansini di Nicola erano proprietari di questo fabbricato. Nel 1900 il dottor Pasquale Pansini fu Nicola e Vincenza Ginosi di 34 anni, cognato di Nicola Fontana, vi abitava con sua moglie Rosa Consiglio di 31 anni. Per atto del notaio Berardino Rotondo del 29 maggio 1910, Nicola Fontana vendette il palazzo al dottor Pansini. Il Pansini, laureato a Napoli in medicina nel 1890, svolse la carica di ufficiale sanitario al Comune di Molfetta fino agli anni Trenta del secolo scorso. Il fabbricato di stile neorinascimentale presenta una facciata spartita in tre spazi da quattro lesene decorative. Tutta la parte verticale del portone è avanzata in avanti di circa una ventina di centimetri. Il portone è evidenziato da fasce di bugnato orizzontale liscio, così pure le lesene del piano terra; ha un marcato cornicione marcapiano tra il piano terra e il primo piano che fa corpo lineare con le mensole aggettanti dei tre balconi. Il portone ha un arco a tutto sesto che illumina l’androne; una rosta o raggiera in ferro battuto occupa lo spazio dell’arco. Le lesene del primo piano sono lisce e terminano in alto con capitelli ionici. Il cornicione superiore di coronamento è sostenuto da numerosi piccoli gattoni. Il balcone centrale termina superiormente con frontone e timpano. Gli altri balconi hanno un semplice cornicione orizzontale. Le ringhiere dei balconi sono formate da un passamano in metallo su cui sono fissate delle esili colonnine di ghisa. Palazzo Mastropasqua-Nuovo, Corso Umberto I, 10. La nuova strada, che doveva collegare la stazione ferroviaria con la città, tagliò in due il fondo del Capitolo Cattedrale di Molfetta situato a mezzogiorno dell’incrocio tra Via Torre del Pane e Via Cavallotti. Con le leggi del 7 luglio 1866 e del 15 agosto 1867 tutte le proprietà rurali ed urbane del Capitolo furono espropriate a favore dello Stato e tramite il Demanio furono poi vendute a privati. Estrapolato il suolo espropriato nel 1865 per la nuova strada, quello rimasto a ponente fu venduto dal Demanio il 21 novembre 1870 per mezzo di asta pubblica a Pietro de Lago fu Raffaele a Gaetano Lanza fu Giuseppe e a Speranza Maudara fu Giovanni vedova di Tiberio Pansini. I de Lago con questo acquisto ampliarono il loro giardino che già possedevano a Torre del Pane accanto a un loro trappeto. Nel 1929 Susanna Pansini vedova de Lago vendette ai fratelli Michele e Domenico Balacco e a Poli Corrado Maria, muratori tutto il giardino di circa 19 are. I Fratelli Balacco e il Poli negli anni successivi vendettero un pezzo di suolo a Marino Mastropasqua. Il fabbricato fu progettato dall’ing. Domenico Valente (1855-1947); committenti furono Marino Mastropasqua e il sacerdote prof. don Gennaro Nuovo (1874-1954). Lo stesso Mastropasqua costruì il fabbricato nel 1933 come risulta dalla targa apposta sotto il balcone centrale “MCMXXXIII”. Nel 1960 circa fu fatta la sopraelevazione del terzo piano. Il fabbricato di stile liberty ha la facciata principale scandita da fasce orizzontali di bugnato liscio alternate da altre rientranti. La stessa facciata è divisa in tre scomparti da quattro lesene di cui quelle superiori sostengono gli archi che fanno da cornice ai balconi. Questi archi hanno al centro in alto dei cartigli. I vani dei balconi del primo piano sono arricchiti in alto da timpani aperti sorretti da peduncoli laterali sagomati. I balconi del primo piano hanno le ringhiere in ferro battuto con fine decorazioni floreali di stile liberty. Le ringhiere del secondo piano, più semplici, hanno delle volute diversamente orientate che sostengono dei profilati di ferro piatto. Si deve ricordare che al n.c. 8 sede del Partito Liberale Italiano (1955 circa), al n.c. 12 sede della Casa del Fascio; durante l’occupazione degli anglo-americani (1943-1945) in questo locale fu aperta la chiesa anglicana frequentata dai soldati inglesi. Nello stesso locale dal 1955 al 1995 circa vi era il negozio di giocattoli e carrozzine per neonati di Felice Panunzio poi del figlio Francesco Saverio. © Riproduzione riservata ––––– Bibliografia: Archivio Stato Bari (=ASB), Catasto Terreni Molfetta, 1825 e 1930; per il cineteatro la Fenice vedi C. Pappagallo, Il cineteatro la Fenice, in Quindici, 2013, n.2-4-7-8; ASB, Sezione di Trani, notaio Matteo Massari, vol. 40 nuovo versamento (=nv),vol. 41 nv; notaio Michele Romano, vol. 121 nv; Archivio Comunale Molfetta, cat. 2, vol. 57, cat. 6, vol.46, vol. 66; Archivio Diocesano Molfetta, Parrocchia Cattedrale, Stato delle Anime 1900.

Autore: Corrado Pappagallo
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