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Con l’Inps si vola a Dublino: vi racconto la mia esperienza
15 ottobre 2018

Il momento in cui ho cercato ansiosamente il mio nome in graduatoria e dopo qualche secondo l’ho trovato, è stato il momento in cui ho capito che durante l’estate avrei trascorso due delle settimane più belle della mia vita: due settimane in un fantastico College a Dublino, la capitale dell’Irlanda. Il mio viaggio è iniziato precisamente il 26 luglio con altre due mie amiche con le quali mi sono data appuntamento all’aeroporto di Bari Karol Wojtyla, dove ho preso per la prima volta nella mia vita un aereo, che mi ha portato a Roma, per darmi la possibilità di perderne un altro che mi ha portato finalmente nel posto che sognavo di visitare da molto tempo. Lì, ho trascorso due settimane piene di studio, escursioni, visite, spettacoli, attività, divertimento e molto altro. Ambientarsi è stato molto facile e credo che questo sia stato possibile grazie alle meravigliose persone che ho conosciuto, con le quali ho condiviso tutte le esperienze e creato un legame indissolubile, oltre al fatto che ho amato e apprezzato tutto di Dublino: dalle strade piene di luci e sempre frequentate da gente sempre gentile, dagli artisti, i musicisti o i giocolieri che ti sorprendevano in qualsiasi momento, ai musei sempre interessanti e diversi tra loro, al College che si è rivelato essere perfetto, come l’ho sempre immaginato. Le giornate, come ci si aspetta da una vacanza- studio, erano sempre piene di attività da svolgere: ogni mattina si seguivano le lezioni di inglese, svolte da dei professori con esperienza e che riuscivano a rendere sempre la lezione interessante, ma non pesante. Durante le lezioni, abbiamo approfondito la nostra conoscenza della lingua inglese e abbiamo imparato molte cose interessanti sulla cultura e la storia dell’Irlanda, di Dublino in particolare. Anche le aule in cui abbiamo trascorso le mattinate contribuivano al mantenimento dell’attenzione e al corretto svolgimento della lezione: ogni aula era fornita di lavagna multimediale e casse che permettevano di approfondire qualsiasi argomento trattato attraverso la visione di immagini o video che aiutassero a comprendere di cosa si stesse parlando quando si nominava ad esempio uno sport meno conosciuto in Italia ma popolare in Irlanda (come l’Hurling, uno sport di squadra di origini celtiche, giocato con una mazza e una palla), oppure che aiutassero a mantenere la concentrazione durante i lavori di gruppo, attraverso qualche musica di sottofondo. Il pomeriggio era dedicato alle escursioni: si abbandonava l’atmosfera del College per scoprire la città e tutto ciò che questa offriva: Town Centre, il cuore della città, Phoenix Park, un parco infinito, che sembrava un oceano verde, Saint Stephen’s Green Park, un parco dove, insieme ai miei amici, ho passato piacevoli pomeriggi stesa sull’erba a leggere un libro in lingua inglese o a gocare, parlare, rilassarmi, National Botanic Gardens, una distesa verde che ospitava infiniti tipi di piante, fiori e alberi e molti altri posti incantevoli che dopo tre mesi ricordo come se avessi visitato ieri, e sono abbastanza sicura ricorderò ancora per molto tempo. Sicuramente le giornate più impegnative ma anche le più emozionanti sono state quelle nel fine settimana, durante il quale non vi erano lezioni e quindi si dedicava l’intera giornata alle escursioni. Infatti, durante il secondo fine settimana abbiamo avuto la possibilità di scoprire anche altre città, quindi di allontanarci dalla caotica Dublino per scoprire una città incantevole che si chiama Howth. In questa città non c’è stata una cosa che non mi abbia colpito, tra i bellissimi negozi o mercatini tipici, all’immensità del blu dell’Oceano, ai parchi pieni di verde e con nemmeno una carta per terra, i gabbiani che, impavidi si avvicinavano ai gruppi di turisti per provare a trovare qualcosa da mangiare, la gentilezza delle persone del posto, il divertimento e le esperienze che sono riuscita a creare insieme ai miei amici. Dopo le lunghe giornate in giro per le città o le interessanti lezioni all’interno del College, si cenava con calma, per poi dirigersi nelle proprie camere per fare una doccia veloce e preparasi per le attività che i simpaticissimi ragazzi irlandesi che si occupavano della nostra permanenza all’interno del College, avevano preparato per noi. A volte, svolgevamo dei giochi divertentissimi e creativi, altri giorni ci dedicavamo alla visione di un film o ci dilettavamo nell’arte del karaoke, in alcune occasioni ci si scatenava anche con balletti e coreografie di “Just Dance”. Insomma, in un modo o nell’altro, la stanchezza che si “affacciava” la sera dopo le mattinate impegnative che volavano una dopo l’altra, spariva, rimpiazzata dalle risate, dalle passeggiate, dai film e da altre attività. Quando il tempo lo permetteva (durante le due settimane il sole, le nuvole e la pioggia si alternavano tra di loro, infatti alcune volte si usciva dal College con il sole, ma anche solo dopo dieci minuti potevamo ritrovarci sotto la pioggia o contro molto vento), abbiamo passeggiato per le vie di Dublino anche di sera. Dublino era sempre bella, ma l’atmosfera che si creava dopo le 8 non aveva nulla a che fare con la Dublino mattutina: di sera le brillanti luci che ricoprivano ogni palazzo si fondevano con la musica, la gente era sempre allegra e sorridente, le strade incantevoli mostravano l’unicità di una città così bella da togliere il fiato. Tornare a casa, dopo un sogno ad occhi aperti durato due settimane, è stato molto difficile. Durante gli ultimi giorni, ho iniziato a realizzare che non avrei più trascorso del tempo con il mio gruppo di amici, che ormai era diventato una seconda famiglia, poiché una volta tornati in Italia, ognuno di noi sarebbe tornato nella propria città e non saremmo più stati in grado di vederci ogni giorno. Nonostante questo, non sono triste, perché sento i miei amici ogni giorno attraverso i social network. Voglio citare qui una frase che ho ormai associato a questa esperienza: “Non essere triste perché tutto è finito, sii felice perché è successo”; non sono triste perché ho dovuto lasciare i miei amici, sono felice perché, grazie a questa esperienza, ho visitato una delle città più belle del mondo, ho perfezionato il mio uso della lingua inglese, ho vissuto tante nuove esperienze, ma soprattutto ho conosciuto delle persone splendide, uniche come dei diamanti. Consiglio a tutti i ragazzi e le ragazze della mia età che hanno la possibilità di partecipare, di fare un viaggio del genere, posso assicurarvi che tornerete soddisfatte, più mature e con dei ricordi magnifici e incancellabili di un’esperienza indimenticabile. © Riproduzione riservata

Autore: Sara Mitoli
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