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“Come l'economia influenza la nostra vita. Un mestiere difficile che richiede rigore morale” LA LEZION E. Felice de Sanctis parla del giornalismo economico all'Itet Salvemini
15 aprile 2015

Il rispetto per i lettori, l’etica, il gusto per lo scoop e il comandamento che dovrebbe essere proprio di ogni giornalista: l’amore per la verità, sempre e comunque. E’ questa l’informazione secondo Felice de Sanctis, giornalista economico ed editorialista della “Gazzetta del Mezzogiorno” e direttore della rivista mensile “Quindici” e del quotidiano web “Quindici in line” invitato presso l’Istituto Tecnico Economico e Tecnologico “Gaetano Salvemini” di Molfetta, diretto dal prof. Donato Ferrara, nell’ambito del progetto “Incontri con l’Autore e iniziative culturali” a tenere una lezione su logiche, tecniche e futuro del giornalismo economico. A coordinare il progetto i docenti Giovanna Panunzio, Maria Turtur e Gianni Antonio Palumbo storico redattore di Quindici che ha sottolineato nella sua introduzione, la logica lungo la quale si è sempre mosso il periodico molfettese: “i fatti sono sacri, il commento è libero”. Felice de Sanctis ha ricordato origini e storia, di una branca del giornalismo, quello economico, complessa e delicata: “serve molto impegno, studio, preparazione. Spesso è una materia tecnica molto ostica e bisogna essere in grado di renderla comprensibile, con parole chiare ed immediate ai lettori. D’altronde un giornalista economico non deve essere un’economista, ma un professionista che si occupa della materia, la studia per poterla spiegare ai lettori. E poi è necessario essere scrupolosi: una notizia economica sbagliata può mettere in difficoltà un’impresa o falsare il mercato. E poi occorre molta deontologia e rigore morale per resistere a pressioni esterne, sempre molto forti”. L’economia è un’attività presente in tutta la vita e capace di influenzarla: debito pubblico, previdenza, euro. La famiglia ha bisogno di sapere perché il suo bilancio non quadra più e ha bisogno di saperlo subito e in termini comprensibili. Le doti del giornalista economico, perciò, devono essere: preparazione tecnica di base, capacità di discernere le notizie (interesse delle aziende e dei consumatori), capacità di leggere un bilancio, decifrare e interpretare una statistica, discrezionalità sulle notizie (tentazioni di immoralità e prevalenza di interessi personali), prudenza nei “segreti”, nelle “rivelazioni” e nei “colpi di scena”. Banco di prova sulle capacità di giornalisti economici è spesso l’intervista: “qui è fondamentale che l’intervistatore riesca a porre domande originali e interessanti, ma allo stesso tempo che sia informato sui fatti e non subisca passivamente le risposte, riuscendo a rilanciare”. Sale della professione è lo scoop: “è fondamentale per un giornalista, ti permette il salto di qualità, di ottenere visibilità e di rendere un servizio al lettore. Ricordo uno scoop che feci sull’Iri ai tempi della presidenza Prodi, che fu poi ripreso dai maggiori quotidiani nazionali. Ma uno scoop non può essere realizzato a tutti i costi (attenti a non esagerare!) e si deve basare sempre su un’attenta verifica dei fatti. L’etica dev’essere il faro per ogni giornalista”. Un mestiere difficile, dunque, ulteriormente complicato forse, dalla rivoluzione tecnologica dei social network: “le notizie adesso corrono su Facebook e spesso sono difficili da verificare. Per i giornalisti un doppio onere: essere rapidi a riprendere la notizia e allo stesso tempo procedere a una verifica rigorosa della fonte”. Forte, infine, l’invito, lanciato alla giovane e attenta platea di studenti, ad approfondire, a non lasciarsi abbindolare dalle tante “bufale” che girano sul web, in special modo su crisi economica e colpe dell’euro, ma essere sempre e comunque lettori vigili e allo stesso tempo critici.

Autore: Onofrio Bellifemine
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