Centrodestra, la confusione regna sovrana e avanza il grande centro
Quali novità si presentano sul lato destro dell'emisfero politico molfettese? Anche nella nostra città, come è avvenuto nel resto d'Italia, ogni settimana, a corso Umberto vi è stata una raccolta fi rme di Forza Italia (una volta per mandare a casa il Governo Prodi, un'altra per scegliere il nome del nuovo partito), di cui non conosciamo gli esiti; a livello nazionale si è parlato di 5-6-7 milioni di fi rme, forse qualcuno avrà fi rmato due-tre volte, l'importante e che si fermino a 55-56 milioni (l'ammontare totale della popolazione italiana), come ribadito ironicamente da un noto politico nazionale del centrosinistra. Il nostro sindaco-senatore Antonio Azzollini assomiglia sempre di più ad un piccolo Berlusconi cittadino, considerando la sua assoluta egemonia politica ed economica; ed anche le recenti diffi coltà affrontate dal Berlusconi nazionale (Fini e Casini hanno messo in discussione la leadership del cavaliere nella Casa delle Libertà), potrebbero confi gurarsi anche a Molfetta per il Tonino cittadino. LE PROVE DEL GRANDE CENTRO Tra le pareti della nuova casa dei moderati-riformisti di Lillino Di Gioia, probabilmente si sta creando un inedito asse tra l'Udc della famiglia Minuto e AN dell'avv. Francesco Armenio, che assieme a Pino Amato (in passato fuoriuscito da FI proprio per dissidi con il sindaco), potrebbero far perdere la tranquillità al sindaco-senatore Antonio Azzollini. Infatti, se in consiglio comunale togliessimo i voti di An e Udc, il sindaco non avrebbe più la maggioranza: praticamente Azzollini potrebbe contare solo sui voti di FI, del Partito Repubblicano, di Sebastiano Gadaleta (ex An), dei fuoriusciti da Molfetta Prima di Tutto ed includiamo anche quello di Saverio Tammacco, arrivando a quota 15 rispetto ai 16 voti necessari per avere la maggioranza. Probabilmente questo ragionamento è eccessivo, ma An e Udc potrebbero lanciare un chiaro messaggio al sindaco Azzollini: la maggioranza dipende da noi. In questi mesi, infatti, il senatore sta cercando faticosamente di mantenere degli equilibri politici che diventano sempre più diffi cili da gestire: questa situazione potrebbe giustifi care il riconoscimento ai confederati di Fi (i consiglieri Giovanni Mezzina e Luigi Roselli) della presidenza del collegio dei revisori a Corrado Mezzina, in cambio del lascia passare, da parte degli stessi, dell'incarico attribuito all'assessore al Bilancio, Domenico Corrieri; questo però ha determinato la rottura con il sindaco e con l'assessore appena indicato da Enzo de Cosmo, che ora potrebbe ritrovarsi nella casa dei moderati-riformisti al fi anco del suo vecchio amico Lillino Di Gioia, dell'Udc e di An rafforzando il loro peso politico; da valutare l'attribuzione all'Udeur, da parte della Giunta, di un posto nel collegio dei revisori e l'uscita dell'aula dei consiglieri del suddetto movimento (Paolo Minervini e Mariano Caputo) al momento della votazione sull'assestamento del bilancio, quasi a lanciare un messaggio al sindaco “quando avrai bisogno del nostro aiuto noi ci saremo”. AN E DINTORNI, TUTTI NEL MINESTRONE DEL POPOLO DELLE LIBERTÀ Altra vicenda politica che inizia a circolare in città, è la richiesta di un assessorato da parte del gruppo consiliare di An (Pino Amato, Lele Scherza, Gennaro Lanza); in questo caso a “saltare” potrebbe essere l'assessore alla Socialità Anna Maria Brattoli (fuoriuscita da An assieme all'assessore Mauro Magarelli e al consigliere Sebastiano Gadaleta, dopo le note vicende estive), e a occupare quell'incarico potrebbe essere proprio il segretario cittadino di An ( Francesco Armenio), proprio quello che si vantava di aver lasciato un posto in consiglio ad un giovane (Sebastiano Gadaleta) e che ora potrebbe rientrare nei giochi politici attraverso una poltrona più prestigiosa. A proposito dei fuoriusciti da An, l'emorragia all'interno del partito sembra non arrestarsi; dopo l'abbandono di Nunzia Azzollini e il battibecco a suon di comunicati stampa tra il presidente locale di azione giovani, Giacomo Rossiello, e il segretario locale di An, sembra che gli stessi dissidenti stiano costituendo un movimento politico cittadino, in attesa delle prossime mosse politiche di Gianfranco Fini e Silvio Belusconi, in merito alla costituzione del partito unico del centrodestra. Per cui, in conclusione, i personaggi politici cittadini che hanno combattuto Pino Amato, Francesco Armenio, ecc. se li ritroverebbero al proprio fi anco in quello che sarà il Popolo delle Libertà o il Partito delle Libertà. In questa confusione politica dello “scomporre per ricomporre”, terminologia morotea ultimamente utilizzata in diversi dibattiti da Lillino Di Gioia, i personaggi ed il modo di far politica nella nostra Molfetta non cambiano e a subirne le conseguenze siamo noi, poveri cittadini lasciati in una città senza futuro. LA GRANDE CONFUSIONE E IL SINDACO PART-TIME Il sindaco dovrebbe fi nalmente rendersi conto che Molfetta è una città piena di problematiche e potenzialità, per risolvere le prime e sfruttare le seconde, non si può gestirla nei week-end come hobby, circondandosi di amministratori senza alcuna professionalità. Le circa 700 spallate che ha contribuito a dare al Governo Prodi, in questi giorni di votazione della fi - nanziaria al Senato, hanno solo avuto delle ripercussioni sui suoi cittadini: la città continua ad essere sudicia di immondizia; non vi è un piano per riqualifi care le coste e rilanciare il turismo; le spiagge sono state sporche per tutta l'estate (invece a pochi Km da noi, Trani e Bisceglie, con gli stessi problemi di bilancio, ogni mattina erano pulite); non vi sono spazi per il divertimento di giovani e anziani; i nuovi quartieri residenziali continuano a vivere tra la polvere, nonostante abbiano pagato con largo anticipo le spese di urbanizzazione; traffi co in tilt e parcheggi manco a pagarli; ragazzini spericolati che scorrazzano in città con scooter e senza casco; macchine con stereo a tutto volume a qualsiasi ora della giornata; fi no a giungere all'atto intimidatorio dell'altro giorno (la bomba di via Sant'Angelo), che ha fatto ripiombare la mente di molti ai periodi più bui della nostra città. Non si può affermare che in città tutto sia bello e che questa amministrazione stia rilanciando l'immagine e l'economia molfettese, solo per aver organizzato un'ordinaria estate molfettese di scarso livello, per aver proceduto ad un discutibile restyling di alcune piazze (peraltro con tempi e costi esorbitanti), puntando tutto sul progetto del porto, attualmente senza una chiara programmazione per il suo impiego futuro ed in un periodo in cui le alleanze con i porti viciniori è alla base del successo delle moderne politiche portuali, che considerano la necessità di riuscire a sostenere la competizione in un mercato globale. Speriamo che il Natale porti buone idee e il 2008 sia l'anno per il rilancio e il rinnovamento, anche politico, della nostra città.
Autore: Roberto Spadavecchia