Recupero Password
Caruso - The Song Lucio Dalla e Sorrento
15 gennaio 2016

L’amore per il mare è uno degli aspetti caratteristici di un grande cantautore della musica italiana. Molti altri, sconosciuti anche ai suoi fedelissimi fan, sono stati resi pubblici grazie al tributo che il Rotary Club di Molfetta, ha voluto decretare a Lucio Dalla. Davanti ad un pubblico di estimatori, che non si è arreso neanche di fronte alla pioggia incessante, Raffaele Lauro, nel teatro della Cittadella degli artisti, ha presentato il libro autobiografico “Caruso- The Song” Lucio Dalla e Sorrento. Docente, Senatore della Repubblica, giornalista, regista, il prof. Lauro, introdotto dall’avv. Maurizio Altomare non si è sottratto alle domande dell’arguto e ironico giornalista e speaker di Radionorba Antonio Malerba, il quale da profondo conoscitore e fan dell’artista bolognese, è riuscito a far narrare all’autore, aneddoti dei soggiorni sorrentini di Dalla. Giunto nel 1964 con il proprio gruppo, Dalla, agli inizi della carriera e con pochi mezzi, fu letteralmente adottato dalla comunità sorrentina, accolto da imprenditori che gli diedero modo di suonare nei locali del borgo turistico e di far conoscere la sua musica e il suo originalissimo scat jazz. Dalla non ha mai dimenticato ed ha sempre manifestato profonda riconoscenza verso coloro che sarebbero diventati gli amici della vita e la sua famiglia. Dotato di una personalità poliedrica e di eloquio coinvolgente, il prof. Lauro è anche l’autore e regista de “Lucio Dalla e Sorrento - I Luoghi dell’Anima”, il docufilm nel quale sono stati raccolti episodi, spaccati della vita privata del cantautore a Sorrento, splendido scenario naturale grazie al quale Dalla compose la sua canzone più cantata nel mondo. “Caruso” nacque dall’esigenza di introdurre un inedito all’interno della raccolta DallAmeriCaruso, un album live del 1986 registrato durante il fortunatissimo tour in Canada e Stati Uniti. Dalla sentì l’esigenza di tornare a Sorrento, la sua Sorrento per trovare l’ispirazione per scrivere la Canzone della vita. A m a n t e dell’opera, del me l o d r amma , aveva sentito raccontare dai pescatori episodi del soggiorno sorrentino di Enrico Caruso, il quale, nel luglio del 1921 trascorse un periodo di degenza post intervento nella suite del Grand Hotel Excelsior Vittoria. All’imbrunire il tenore faceva trasportare il pianoforte sulla terrazza e intonava arie delle opere liriche che l’avevano incoronato indiscussa stella del bel canto negli Stati Uniti. Caruso era consapevole della sua malattia ma viveva nell’illusione che, il clima, l’affetto che sentiva attorno a sé, avrebbero compiuto il miracolo di una guarigione che non avvenne. Dalla volle soggiornare nella stessa suite, volle suonare il pianoforte sulla terrazza come il Maestro, volle farsi dettare le meravigliose note della Canzone dalla luna, dal mare che gli trasmettevano i sentimenti, vissuti dal tenore, di abbandono e di impotenza di fronte alla fine di una vita che aveva conosciuto fama successo e gloria. E furono proprio i suoi amici ad ascoltare per primi la Canzone e a decretarne il futuro successo. Il resto è storia, storia della canzone italiana, storia privata di un uomo e pubblica di un cantante che ha cantato l’amore, che è stato generoso e discreto, che si è comportato in vita come se fosse un angelo, che ha manifestato, in una sua canzone la volontà di esserlo. E che ora, senza dubbio, lo è.

Autore: Beatrice Trogu
Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet