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C’è un supertestimone dell’assalto al furgone portavalori
23 marzo 2002

MOLFETTA – 23.12.2002 Ci sarebbe un supertestimone della rapina al furgone portavalori che ha fruttato ai malviventi la somma di 500mila euro, oltre un miliardo delle vecchie lire. Sembra che la persona sia stata già individuata e interrogata e abbia fornito agli inquirenti utili particolari per la cattura dei banditi. Intanto si sono appresi nuovi particolari sulla rapina che - come ha detto il sostituto procuratore della Repubblica di Trani, dott. Scimè - è stato un atto di guerra. Il commando, infatti, composto sicuramente da professionisti era pronto a tutto, anche a un conflitto a fuoco con i carabinieri e avevano calcolato anche l’orario del cambio di turno delle pattuglie dei CC. I banditi tutti incappucciati sarebbero stati una decina. Con una precisione, che fa ritenere che il colpo sia stato studiato a tavolino nei minimi particolari, i malviventi hanno operato alle 6,30 del mattino sulla SS16 bis tra Molfetta e Giovinazzo (all’altezza dell’uscita di Ser Nicola) con 5 automobili: due hanno affiancato il furgone della società barese "Bsk Securmak", una Lancia K che ha tentato di farlo fermare e una monovolume del tipo "Ulisse", le altre hanno seguito la rapina e sono servite per la fuga della banda. La monovolume ha affiancato il furgone, poi si è aperto uno sportello e sono partite raffiche di mitra kalashnikov, armi di costruzione albanese o kosovara. Sono stati sparati una cinquantina di colpi che hanno spaventato l’autista del furgone portavalori, la guardia giurata Vito Gernone, 33 anni, padre di un bambino piccolo, che ha perso il controllo del mezzo che si è ribaltato (nella foto), anche in seguito allo speronamento della Lancia K. L’uomo nell’urto ha subito lo schiacciamento della cassa toracica ed è in gravi condizioni all’ospedale "Bonomo" di Andria. Le altre due guardie giurate, Giovanni Maselli di 44 anni di Bari e Vittorio Casavola di 41 anni di Modugno, sono ricoverati all’ospedale di Molfetta e se la caveranno in una ventina di giorni. I tre uomini sono rimasti bloccati all’interno del furgone dalle chiusure di sicurezza e per tirarli fuori è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco. I banditi, poi, hanno tagliato le lamiere con un flex e si sono impossessati dei sacchetti contenenti 500mila euro e sono fuggiti. Il traffico è rimasto bloccato fino alle 12 con ingorghi paurosi che hanno intasato anche il traffico a Molfetta. Le indagini seguono diverse piste: quella di un gruppo di ex contrabbandieri ormai disoccupati che avrebbero puntato a questo tipo di azioni criminali, oppure potrebbe trattarsi della banda che lo scorso settembre ha assaltato il centro meccanografico delle Poste di Bari. Altra pista è quella dei "foggiani" o meglio cerignolani, per il tipo di cadenza dialettale udito dal supertestimone. Le accuse sono di tentato omicidio, rapina aggravata e porto di arma da guerra. Infine da registrare le proteste del sindacato delle guardie giurate che chiede come mai il furgone non fosse scortato e sollecita maggiori misure di sicurezza ricordando che negli ultimi anni sono morte 38 guardie. Michele de Sanctis jr.
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