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C’era una volta Morricone
15 settembre 2020

In questa stagione estiva Special Edition, ineluttabilmente condizionata nella tempistica e nella logistica dalla pandemia di Covid-19, anche l’Orchestra Lirico Sinfonica della Fondazione Musicale Biagio Abbate di Bisceglie, Orchestra ufficiale della Provincia di Barletta-Andria-Trani capitanata dal violino di spalla prof. Carmine Scarpati e diretta dal maestro molfettese Benedetto Grillo, e l’Alter Chorus di Molfetta, diretto dal prof. Antonio Allegretta, hanno anche loro ripreso quell’attività artistica bruscamente lasciata in sospeso a inizio marzo, rinnovando ancora una volta la collaborazione che lega queste due realtà da molti anni. Ciò con due grandi applauditi eventi musicali in omaggio a uno più grandi compositori italiani del nostro tempo, spentosi il 6 luglio scorso, noto soprattutto per le sue colonne sonore cinematografiche, ma il cui talento e il cui genio senz’altro trascendono le connotazioni di genere, il M° Ennio Morricone. Il primo concerto si è tenuto nella serata del 2 agosto scorso nella suggestiva cornice dell’Anfiteatro Mediterraneo di Bisceglie, andando a costituire la quarta edizione di Not(t)e da Oscar, appuntamento estivo, patrocinato dalla Città di Bisceglie, dedicato alle più celebri soundtrack, un format che, insieme al Concerto d’Inverno, rappresenta ormai uno dei capisaldi della stagione della Fondazione Abbate. A presentare la serata Donato De Cillis, che con la sua verve sui generis e la sua effervescenza è ormai una presenza pressoché costante delle serate della Fondazione musicale biscegliese. Il secondo appuntamento, tenutosi a Molfetta il 29 agosto presso l’Anfiteatro di Ponente, è stato invece organizzato dall’Associazione di Promozione sociale Don Tonino Bello, un sodalizio quest’ultimo costituito nel 2010 dal compianto don Salvatore Pappagallo, che dalla dipartita del suo fondatore, avvenuta nel 2011, si è fino ad ora limitata ai soli adempimenti statutari, ma che con questo evento fa il suo debutto operativo perseguendo le sue precipue finalità di promozione culturale e valorizzazione di giovani talenti, sotto la spinta propulsiva della sua presidente Laura Scardigno. Questo spettacolo si inserisce nel cartellone di Eventi Molfetta 2020, sotto l’egida dell’Assessore alla Cultura della Città di Molfetta Sara Allegretta, la quale ha rivolto a inizio serata un indirizzo di saluto ai presenti, evidenziando come la sinergia tra queste realtà sia motivo di arricchimento per la cultura del territorio. A presentare la serata Luisa Moscato, figura ormai quasi istituzionale degli eventi molfettesi. La serata di Bisceglie si è svolta come un classico concerto mentre quella molfettese, curata dalla direzione artistica di Laura Scardigno, si è sviluppata come un vero e proprio racconto dove a fare da trait d’union tra i vari numeri musicali sono stati alcuni monologhi, ispirati ad alcuni film musicati da Morricone, interpretati in maniera fervida e coinvolgente dalla voce narrante di Claudia Gadaleta, sostenuta da un ricercatissimo accompagnamento musicale del M° Emanuele Petruzzella al pianoforte e del M° Alessandro Amato alla diamonica. A coronamento dello spettacolo molfettese le eleganti coreografie della ballerina Marina Roselli che hanno nobilitato con movimenti soavi i temi musicali più significativi. Ciliegina sulla torta di entrambi gli spettacoli la voce inconfondibile del soprano molfettese M° Marilena Gaudio che ha meravigliosamente e magistralmente reso gli iconici e tecnicamente difficili vocalizzati composti da Morricone. A introdurre le due serate il brano “Ciao Maestro”, un omaggio strumentale scritto dal M° Giuseppe Carannante che riprende i classici stilemi delle armonie morriconiane. A seguire un programma dove il va-lente e sapiente lavoro di riarrangiamento e direzione del M° Grillo, coadiuvato efficacemente dal prof. Allegretta per ciò che concerne gli interventi corali, e la pregevole interpretazione offerta dall’Orchestra Abbate, dall’Alter Chorus e da Marilena Gaudio, hanno saputo insieme tracciare, con la loro arte, in maniera pittoresca e appassionante il profilo artistico di questo grandissimo compositore che iniziò la sua car-riera come arrangiatore, contribuendo in maniera significativa a porre i canoni della canzone italiana degli anni Sessanta (volendo citare due titoli a caso Sapore di sale di Gino Paoli o Se telefonando, una delle interpretazioni più di successo di Mina) e che poi esplose definitivamente con le sue elegiache musiche da film. Una produzione musicale quella di Morricone decisamente intergenerazionale e autenticamente nazional-popolare, nel senso gramsciano del termine, poiché in grado di unire musica colta e musica popolare, esprimendo i valori storicamente e intellettualmente più solidi e significativi della nostra cultura, ma nello stesso tempo, tenendo una spiccata tensione all’universalità, in grado di farsi riconoscere e apprezzare in molti contesti artistici in tutto il mondo, anche nell’ambito del rock e persino da diversi rapper che hanno attinto a mani basse da composizioni morriconiane numerosi campionamenti che ritroviamo nei beat dei loro pezzi. Uno dei nuclei fondamentali dei due spettacoli è sicuramente quello dedicato a ciò che ha dato una svolta definitiva alla carriera di Morricone, ossia la collaborazione con un suo compagno delle elementari divenuto nel frattempo uno dei mostri sacri del cinema italiano: Sergio Leone. A cominciare dai western, ambito questo in cui Morricone ha talmente rivoluzionato i canoni musicali al punto da imporre nell’immaginario collettivo il suo suono come quello per antonomasia delle pellicole di questo genere, non solo quelli all’italiana, ossia i cosiddetti spaghetti- western. Parliamo dunque di “C’era una volta il West”, di cui sono stati eseguiti l’Addio a Cheyenne e l’antologico tema dei titoli di testa, quest’ultimo con i monumentali interventi di coro e soprano. Poi ancora Giù la testa con il suo leitmotiv sciòn-sciòn (o meglio Sean- Sean, dal soprannome di uno dei protagonisti del film) e Il Buono, il brutto, il cattivo con il tema dei titoli di testa, con l’epico verso del coyote evocato dall’alternarsi delle note la e re, seguito dal frenetico e sonoramente ricchissimo tema dell’Estasi dell’Oro, anche qui con gli interventi di coro e soprano. E poi l’ultimo lavoro di questo grande regista, il gangster movie C’era una volta in America, dalla cui colonna sonora sono stati eseguiti il tema dei titoli di testa, la affascinante reinterpretazione orchestrale della canzone sudamericana Amapola, arricchita da un ispirato intervento del coro maschile quasi a voler richiamare una dolce serenata, e poi il tema di Deborah, con il celebre vocalizzato del soprano. La scaletta poi non poteva certo trascurare un’altra importantissima collaborazione di Morricone, quella col regista Giuseppe Tornatore, poi sfociata in una fraterna amicizia. A cominciare dai temi più salienti della maestosa colonna sonora del film La leggenda del pianista sull’oceano e poi gli evocativi temi principali di Nuovo Cinema Paradiso, compreso il poetico Tema d’amore composto dal figlio Andrea Morricone, che hanno senza ombra di dubbio contribuito in maniera significativa all’Oscar come miglior film straniero assegnato alla pellicola nel 1990. La serata molfettese è stata altresì arricchita da altre due perle eseguite dai maestri Emanuele Petruzzella e Alessandro Amato, ossia il tema principale della colonna sonora del film Per le antiche scale di Mauro Bolognini e il tema The Crisis da La leggenda del pianista sull’oceano, con quella sua caratterizzante nota dissonante a voler significare quella sofferenza che si tramuta in ciò che rivoluziona in positivo una vita altrimenti piatta e scontata, come sottolineato da Claudia Gadaleta in suo emozionante intervento. La scaletta ha visto altresì susseguirsi altri pregiati temi musicali come quelli eloquenti de La Califfa e Il Clan dei Siciliani, la suadente bossanova di Metti una sera a cena, dove Marilena Gaudio col suo intervento ha dato anche una sorprendente prova di versatilità, fino ad arrivare all’eterea Gabriel’s oboe, dalla soundtrack del film Mission, che ha concluso nella maniera più idilliaca il programma ufficiale. Il bis dei temi de Il Buono, il brutto, il cattivo, richiesto in entrambe le serate, sono stati la prova dell’amplissimo e unanime riscontro del pubblico, il quale ha avuto modo di ripercorrere musiche che non sono state soltanto il nobile commento musicale di pregevoli pellicole, ma sono diventate la colonna sonora delle nostre stesse vite, delle avventure, delle emozioni, delle passioni, degli amori, dell’impegno civile. © Riproduzione riservata

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