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Buona amministrazione e cambiamento alla Festa di Liberazione. Il sindaco Natalicchio: coerenza e trasparenza così vogliamo cambiare la città
15 settembre 2014

Trasparenza, coerenza, voglia di fare con lo sguardo sempre rivolto al programma elettorale e la volontà di proseguire sulla strada del cambiamento nel solco di un’azione avviata da un’amministrazione convintamente di centrosinistra. Il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio ha le idee chiare e ospite della Festa di Liberazione organizzata da Rifondazione Comunista Molfetta, ha rivendicato questo primo anno di amministrazione passato sul ponte di comando. La serata è stata moderata dal redattore di Quindici Onofrio Bellifemine e ha visto la partecipazione anche del consigliere comunale di Prc Gianni Porta che ha fatto gli onori di casa: “dopo un anno abbiamo lanciato diversi segnali di cambiamento e noi di Rifondazione non possiamo non dirci soddisfatti. Alcuni sono molto semplici, come liberare piazza Municipio dalle macchine restituendo vitalità e brio al centro cittadino o come la delibera sui volantini (che ha vietato di collocare materiale cartaceo nelle casettine fuori i portoni, dai quali finiva regolarmente in strada; ndr) o ancora quella sui sacchetti per raccogliere le feci canine. Sono cose semplici, ordinarie, ma nessuno le aveva fatte e noi invece sì e testimoniano una sensibilità diversa, una voglia di fare diversa rispetto agli anni azzolliniani. Poi chiaramente realizzare il programma non sarà semplice come liberare il Municipio dalle macchine, ma ci stiamo provando”. Il sindaco Paola Natalicchio rivendica il colore della sua giunta: “Sono orgogliosa di governare questa città con Rifondazione Comunista, nell’ambito di una coalizione di centrosinistra. Durante tutta la scorsa campagna elettorale e anche durante il ballottaggio ho deciso di dire di no ai fritti misti, alle ammucchiate: con me solo quei partiti compatibili con un programma di rinnovamento di centrosinistra. Per questo abbiamo detto no, ad esempio all’Udc, il cui impegno politico sicuramente è meritorio e degno di nota ma non nell’ambito del tipo di politica che volevamo mettere in atto. Abbiamo saputo invece dare spazio alle liste civiche che sono state un valore aggiunto importante della nostra campagna elettorale. Ora il nostro faro è il nostro programma elettorale”. Sul “caso” nuovo porto il sindaco ha sottolineato come: “le priorità sono essenzialmente due: garantire la messa in sicurezza assoluta dell’opera e concludere i lavori. Sono due aspetti fondamentali che non possiamo ignorare in nessun modo. E’ una vicenda tremendamente complessa frutto di una gestione politica irresponsabile che ha portato con lo scellerato volume di finanziamenti piovuti su Molfetta, la città a un passo dal dissesto economico. L’opera è stata un’allucinazione faraonica del senatore Antonio Azzollini, una follia allo stato puro che ora noi ereditiamo nelle sembianze di una vera e propria emergenza e che cercheremo di gestire magari coinvolgendo anche altre autorità”. In piena sintonia Gianni Porta: “non chiediamo di smantellare il 70% realizzato dell’opera e del resto non abbiamo neppure gli strumenti tecnici per farlo perché non sappiamo se la cosa sia possibile. Di certo deve essere conclusa l’opera ambientale di bonifica del porto e poi condurre uno studio articolato e complesso suffragato da dati e analisi precisi, dei quali venga poi dato conto all’opinione pubblica. Sulla vicenda non devono esserci equivoci di sorta”. Sullo stato delle periferie e la recente protesta che ha coinvolto il rione della Madonna dei Martiri, il sindaco esprime: “giudizio positivo. E’ qualcosa di buono che ci sia un fermento del genere, che un quartiere riscopra la propria coscienza. Da quando mi sono insidiata sono sorti molti comitati id quartiere, segno di una rinata sensibilità civica. I cittadini che vivono nel quartiere Madonna dei Martiri fanno bene a lamentarsi: sono vittima di quarant’anni di degrado e dimenticanze da parte della politica. Io sono a disposizione di quei cittadini e abbiamo già programmato una serie di incontri nei quali dalla riapertura del parco alla manutenzione della piazzetta fino alle panchine da cambiare vedremo le cose concrete che si possono veramente fare. Quindi sono a disposizione ma non per fare il parafulmine delle politiche non fatte negli ultimi decenni”. Un flash anche sui comparti: “quella del n. 18 è stata la più grande truffa di Puglia. Si è promesso a proprietari dei terreni cose che invece non si potevano realizzare: mancano gli standard e va detto chiaramente. In altri comparti invece dove si è costruito malissimo, credo che il messaggio sia: ecco come non fare mai più questo tipo di urbanistica”.

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