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Bufera sul sindaco di Molfetta in consiglio comunale: scontro sull’appalto al marito di una consigliera di maggioranza
L'intervento di Felice Sapccavento
10 febbraio 2024

 MOLFETTA – Bufera sul sindaco di Molfetta Tommaso Minervini e sulla consigliera comunale Francesca De Palma per la vicenda di un appalto comunale da 3,5, milioni euro per il restauro della scuola Cozzoli al marito della stessa consigliera.

Le opposizioni sia di destra che di sinistra continuano a chiedere le dimissioni della stessa consigliera per motivi di opportunità, senza entrare nella legittimità della vicenda sulla quale non hanno competenza.

Lo scontro si è trascinato nell’ultimo consiglio comunale, dove il sindaco è apparso ancora di più in difficoltà, non nascondendo il proprio nervosismo su questa storia che sta spaccando anche la maggioranza.

Infatti il gruppo “Molfetta che vogliamo” (referente Leonardo Siragusa) nel quale la De Palma era stata eletta e dal quale si è distaccata passando a “Insieme per Molfetta” (referente Saverio Tammacco) è passato all’opposizione pur non avendo, in pratica, più presenze in consiglio. Ma le eventuali dimissioni della De Palma farebbero scattare il seggio per Maria Vincenza Magarelli, facendo perdere alla maggioranza un altro consigliere.

Nella stessa coalizione di governo, poi, si registrano i mal di pancia del gruppo “Molfetta Popolare” che comprende la consigliera comunale Maridda Poli e il presidente del consiglio comunale Robert Amato, che si sentono emarginati dal sindaco. Dopo aver disertato il precedente consiglio, ora meditano di passare anche loro all’opposizione.

E l’attrito fra il sindaco e Amato è apparso evidente nell’ultima riunione quando Minervini non voleva che fosse concessa la parola per fatto grave al consigliere Felice Spaccavento il quale chiedeva di intervenire a nome di tutte le opposizioni, in merito al suddetto appalto da 3,5 milioni di euro. Amato, invece, dopo aver consultato il segretario generale, ha ritenuto di concedere l’intervento per fatto grave e Minervini è sbottato accusandolo di faziosità e di attacco alla persona del sindaco e della maggioranza, ribadendo la regolarità dell’appalto, legittimo e trasparente. “Non si può impunemente sollecitare il dubbio dell’illecito”, ha aggiunto Minervini.

In tutto questo scontro, la consigliera De Palma è rimasta imperturbabile in aula, in silenzio (non che altre volte parli di più) e finora non ha ritenuto di intervenire sulla vicenda, né tantomeno dimettersi per opportunità, come chiedevano le opposizioni.

Lo scontro era cominciato nella riunione dei capigruppo, dove i nervi erano già tesi, perché la consigliera Petruzzelli, dopo aver chiesto la sospensione della seduta, pretendeva che non fosse ammesso il fatto grave in aula (in difesa del sindaco e della collega De Palma). Su questo non c’è stato l’accordo, perciò è stato inevitabile lo scontro in aula.

Sconfitto il sindaco, la parola è stata data a Felice Spaccavento il quale ha messo in evidenza come, in una città già toccata da inchieste della magistratura che riguardano gli appalti, era legittimo dubitare e porsi delle domande. Ecco perché – sostenevano le opposizioni - era opportuno che la consigliera si dimettesse, per evitare polveroni. “Lei, sindaco che rappresenta la città, ha aggiunto Spaccavento, dovrebbe assumere le responsabilità politiche, dando segnali di trasparenza. Ma ha perso l’occasione per farlo”. Il consigliere dell’opposizione di sinistra ha quindi accusato Minervini di continuare in attacchi infondati e inefficaci verso l’opposizione, non volendo accettare le critiche e il confronto democratico, anzi minacciando azioni legali, sentendosi diffamato, senza considerare che in questo caso non si si sta parlando di illegalità, il cui accertamento compete alla magistratura che potrà valutare il caso, ma di opportunità politica di fronte a un legame di parentela con un pubblico amministratore.

Successivamente l’opposizione ha diffuso un comunicato stampa sulla vicenda consigliare: «Siamo al paradosso, una maggioranza che prova in tutti i modi a togliere la parola alle minoranze. Così il Sindaco e la sua maggioranza, sempre più esagitati, hanno provato, prima in consiglio comunale e poi nella conferenza dei capi gruppo, a negare la parola per fatto grave alle opposizioni. Il tentativo, tuttavia, non è andato a buon fine, grazie al Presidente del Consiglio Robert Amato e al Segretario generale Ernesto Lozzi, che hanno garantito l'applicazione pedissequa del regolamento del Consiglio Comunale. Ribadiamo la nostra solidarietà al Presidente Amato per gli attacchi scomposti ricevuti dalla maggioranza e dal Sindaco Minervini.

Il consigliere Felice Spaccavento di Rinascere, infatti, al rientro dalla sospensione richiesta dalla maggioranza, ha potuto effettuare un intervento a nome dei Consiglieri comunali del centrosinistra (Alberto d’Amato PD, Gabriella Azzollini PD, Annamaria Gagliardi l’Alternativa, Domenico Gagliardi Molfetta Libera Area Pubblica-Sinistra italiana) e delle forze civiche liberali di opposizione (Pietro Mastropasqua, Mauro Binetti, Ippolita Germinario).

Il fatto grave verteva sull' appalto per la realizzazione della scuola Cozzoli e sulle recenti polemiche, che ne sono conseguite. Le opposizioni, attenendosi esclusivamente all’evidenza dei fatti, hanno ribadito l’inopportunità dell’affidamento di appalti per milioni di euro a ditte contigue a personale politico. É il caso della Cozzoli, il cui appalto viene affidato al marito della consigliera di maggioranza De Palma. Le opposizioni hanno chiesto che il Sindaco si ponga come garante di imparzialità e terzietà della Pubblica Amministrazione ed hanno invitato la consigliera De Palma a rassegnare le dimissioni».

La tempesta politica sulla maggioranza ciambotto, è solo agli inizi.
Ne parleremo diffusamente con interviste e commenti sul prossimo numero della rivista mensile “Quindici”, in edicola sabato 17 febbraio.

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