Bisceglie, trovata la ragazza bielorussa scomparsa: era nascosta in un casolare
BISCEGLIEUna fuga forse istintiva e dettata da momenti di sconforto, anche se la famiglia che ospita in estate lei e il fratello da quattro anni cerca di non far mancare mai nulla. Una fuga conclusasi dopo poco più di 48 ore e, pare, senza ulteriori traumi.
Lei, Iana Beiser (foto), 15 anni, bielorussa, vive abitualmente in un orfanotrofio del suo Paese. Venerdì scorso è uscita dalla villa in cui è ospitata, a Bisceglie, insieme al fratello diciassettenne. Hanno trascorso la notte fuori di casa, poi il fratello è tornato alla villa ma lei no, non ha voluto, pare nonostante le insistenze dello stesso fratello. E quando la famiglia di professionisti di Bisceglie, che accoglie i due ragazzi tramite un'associazione onlus, ha capito che la fuga poteva diventare pericolosa per l'incolumità della ragazzina, ha dato l'allarme ai carabinieri.
Decine di militari hanno setacciato la periferia del paese, anche con l'ausilio di un elicottero, ma inizialmente senza risultato. Poi sono venuti alla luce due indizi che hanno insospettito i carabinieri. La quindicenne, nella sua stanza, aveva messo da parte tutti i vestiti, come se dovesse tornare prima o poi a riprenderli, e nel salone aveva seminascosto una torcia, come se volesse recarsi in un luogo privo di energia elettrica.
A quel punto i carabinieri hanno cominciato a setacciare i casolari abbandonati e in uno di questi, in via Molfetta, a tre chilometri dal paese, hanno trovato la ragazza. Era distesa su un asciugamano, stava riposando, è apparsa abbastanza tranquilla. La quindicenne è stata visitata dai medici del '118', che hanno escluso che la ragazzina abbia subito violenze, ed è stata accompagnata a casa dai carabinieri.
“Abbiamo temuto il peggio - ha dichiarato al telefono il comandante provinciale dei carabinieri di Bari, col. Gianfranco Cavallo - perchè le statistiche dicono che una ragazzina straniera, che parla poco italiano, spesso diventa preda di qualche malitenzionato. Per fortuna il gran lavoro dei militari, e del battaglione in particolare, è servito a ritrovarla in tempo”.