Bicentenario della nascita di Garibaldi all'Università popolare
Presso la Sala Finocchiaro della Fabbrica di San Domenico l'Università Popolare ha celebrato un'occasione d'estrema importanza: il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi. Anima del Risorgimento italiano, fautore di un'epica spedizione ormai scolpita a chiare lettere nell'immaginario nazionale, l'eroe dei due mondi, dall'avventurosa esistenza, nasceva a Nizza l'8 luglio 1807. Lucido e sempre acuto anfi trione della serata il preside Giovanni de Gennaro, cui hanno fatto eco le voci di Mario Spagnoletti e Riccardo Riccardi. Il primo, docente di Storia Contemporanea presso la Facoltà di “Scienze Politiche” dell'Università degli Studi di Bari, non nuovo all'approfondimento delle dinamiche alla base del rapporto tra Garibaldi e il Mezzogiorno, ha rifl ettuto con lucidità sul ruolo giocato dal patriota sullo scacchiere della Penisola ante e post unitaria, sul suo potere aggregante e sulla capacità di smuovere le coscienze anche nelle acque fi n troppo stagnanti del nostro Sud. Riccardo Riccardi, presentando il suo volume “Felice Garibaldi” (Graus editore, 2007), ha tratteggiato con poche, ma felici pennellate, il ritratto di un fratello dell'eroe poco noto a livello nazionale, ma non sconosciuto nelle nostre terre, soprattutto a Bitonto e Bari, dove si era stabilito. Non va dimenticato che l'eredità dell'«elegante» Felice, arricchitosi grazie al commercio dell'olio, ha consentito al fratello l'acquisto di metà dell'isola di Caprera. Corona la serata una pregevole performance del coro dell'Associazione “Luigi Capotorti”, presieduta dal dott. Vito Mastrorilli. Diretto dall'impeccabile Tonia de Gennaro, docente presso la Scuola Media “G.S. Poli” ma anche stimato soprano (è stata allieva della grande Shirley Verret, celeberrima Santuzza), il coro polifonico ha saputo coniugare dolcezza elegiaca ed energico vigore. Dal verdiano pensiero che si libra su ali dorate per eludere il dolore della prigionia, degli schiavi ebrei come dell'Italia oppressa dallo straniero, all'enfatico e ampolloso, ma documento del sentire d'un'epoca, “Leone di Castiglia” dell'Ernani, l'esecuzione, sobria e appassionata, non ha mancato di coinvolgere i numerosi partecipanti alla manifestazione. A presentare le esibizioni corali la grazia solare e l'innata eleganza di Tania Adesso, perfettamente a suo agio nell'illustrare le scelte alla base del programma musicale e nell'introdurre, con garbo, il pubblico all'ascolto. Attimi di commozione quando, al risuonare delle note dell'Inno di Mameli, l'intera platea si leva in piedi: è l'estremo tributo a chi, come Garibaldi o come il giovane poeta di Genova, alla causa dell'Italia ha votato l'esistenza.
Autore: Gianni Antonio Palumbo