Beat Onto Jazz 2015, la storia Continua
BITONTO - Il Festival Jazz di Bitonto arrivato alla quindicesima edizione ha confermato l’importanza che da alcuni anni ha acquisito la manifestazione; appuntamento di pubblico e di critica, pubblico anche quest’anno accorso numerosissimo soprattutto nelle due serate finali, con il pienone il 4 agosto per l’esibizione del grande Lars Danielson e il suo quartetto. Da sottolineare che il Festival è uno dei pochi che non esige nessun tipo di biglietto praticamente gratis dalla prima all’ultima serata, cosa straordinaria se si considera gli artisti a livello internazionale che ogni anno calcano il palco del Beat Onto Jazz. Sicuramente il merito va al direttore artistico Emanuele Dimundo capace ogni anno di selezionare artisti di altissimo livello, a Alceste Ayroldi addetto stampa e presentatore ormai perfetto della manifestazione nonché organizzatore delle serate sempre impeccabili, e a tutto lo staff che lavora tenacemente per far si che tutto vada alla perfezione.
Torniamo alle serate che quest’anno sono andate in crescendo, infatti partito in sordina, ha dato il massimo all’ultima giornata.
Ha iniziato il fastival Max Monno, bravo chitarrista jazz scuola Pentagramma che ha presentato il suo nuovo disco Brasil 2015 uscito recentemente. Max Monno, chitarra, Francesca Leone, voce, Onofrio Paciulli, pianoforte, Gianluca Fraccalvieri, basso elettrico, Mimmo Campanale, batteria, Enzo Falco, percussioni, la formazione che hanno eseguito brani classici brasiliani contenuti nel nuovo cd.
Inutile sottolineare la bravura di Francesca Leone che ha dato ai brani un tocco di magia con la sua stupenda voce.
Bravi anche tutti gli altri musicisti e in particolare la ritmica batteria e percussioni che a un certo punto hanno duettato in maniera spettacolare. Alla fine il Bis è stato cantato dal coro del pentagramma formato da ragazze che studiano canto con la docente Francesca Leone.
La serata e’ proseguita con la ormai tradizionale Jam Session dove oltre a qualche musicista del primo concerto, si sono esibiti giovani musicisti che non hanno sfigurato anzi hanno mostrato idee e tecnica non da meno.
Seconda serata con la sassofonista romana Milena Angelè e il sua quartetto: Milena Angelè, sassofono tenore, Enrico Bracco, chitarra, Edoardo Ravaglia, pianoforte, Fabio Sasso, batteria. Prima assoluta per la Puglia del progetto d’esordio discografico della sassofonista romana Milena Angelè. Resiliency, fatto di composizioni originali e cover anche non inerenti al jazz come quella eseguita sul palco dei Depeche Mode, sinceramente inattesa.
Tecnicamente perfetti e dotati i musicisti di un particolare feeling che li univa nell’esecuzione dei brani.
Lo stupore sta nel fatto che il cd non era disponibile nella serata perché tutte le copie erano state esaurite da un bel po’, cosa stranissima in questo periodo di magra per la vendita dei cd.
Il secondo set ha visto la prima pagina del percorso attraverso le musiche del Mediterraneo con un pianista che ha già calcato il palco bitontino Luigi Campoccia col suo quartetto che ha presentato “ Il sogno di Osman “, lavoro di ricerca tra i suoni del Mediterraneo intrapreso da diversi anni. Luigi Campoccia, pianoforte, Jamal Ouassini, violino, Giacomo Rossi, contrabbasso, Paolo Corsi, batteria, la formazione, avvalendosi il violinista del Marocco Jamal Ouassini, tra i maggiori interpreti della cultura musicale araba. Concerto piacevolissimo con momenti di grande Jazz nelle composizioni ed esecuzioni con un Paolo corsi strepitoso sulla batteria e il violinista di Tangeri ad arricchire il sound con melodie classiche mediterranee. Nelle righe si intravede chiaramente lo spessore di Campoccia e si capisce la sua collaborazione con il grande Giorgio Gaber.
Il 3 Agosto nella terza serata è di scena Yehya Khalil col suo sestetto: Yehya Khalil, batteria, Florent Cornillet, sassofoni, Tamer Fathy, chitarra, Mohamed Helmy, pianoforte, Mohsen Allam, fisarmonica, Maged Yehia, basso, Atef Abdel Rahman, percussioni. Yehya Khalil tacciato come il fondatore della scena del jazz in Egitto, ha avuto una carriera folgorante dopo essersi trasferito a New York in giovane età arrivando ad esibirsi più in là con leggende del jazz come Dizzy Gillespie , Duke Ellington e Herbie Hancock. Torna poi in Egitto dove continua ad esibirsi con la sua formazione. Il concerto discreto fatto di un mix tra Jazz classico e sonorità orientaleggianti dovute alle percussioni e alla fisarmonica nonché il violino che denotano appunto i suoni del mediterraneo messi in evidenza.
Il secondo set vede due musicisti Martin Taylor & Peppino D’Agostino, Martin Taylor, chitarra, Peppino D’Agostino, chitarra quasi stranamente insieme per i generi diversi dei due: il primo proveniente dal jazz classico avendo anche collaborato con Birelli Lagrene, il secondo molto americano per essere un fingerpicking style infatti vive in America pur essendo Messinese. Insomma quello che viene fuori è un’esibizione spettacolare applauditissima.
Hanno cominciato insieme per fare una piccola parentesi solista prima Taylor poi D’Agostino e nel finale di nuovo in duo. I due stili differenti si ma che fuoriuscivano dallo stesso strumento, la chitarra, si fondevano perfettamente e i due duettavano a memoria quasi suonassero insieme da sempre.
I brani alcuni standard e altri tratti dagli album di D’Agostino. Bel Concerto, bella sorpresa.
E arriviamo all’ultimo giorno quando è stato difficile persino mantenere i posti in prima fila tanta era la richiesta da parte del pubblico per una serata che vedeva nel primo set il “ From the Space Trio & Eric Marienthal.
I Musicisti: Dominique Di Piazza, basso elettrico, Eric Marienthal, sassofoni, Mirko Maria Matera, pianoforte, Alessandro Napolitano, batteria. Eric si è aggiunto per il tour, e le esecuzioni hanno avuto un valore aggiunto considerato il livello del sassofonista americano fautore di un ventennio e forse più di Jazz e Fusion suonato ad altissimi livelli con i più grandi musicisti della scena americana e non.
Stesso dicasi del bassista Dominic Piazza che ha deliziato il concerto con assoli al basso di altissimo livello.
Eseguendo quasi tutti i brani del cd hanno mostrato virtuosismo e fiato soprattutto fiato perche’ il nostro Eric non finiva mai di soffiare nel suo sax e deliziando il pubblico che ormai a Bitonto e’ da palato fino,…..ormai.
Secondo set che definirei stellare: Lars Danielsson New Quartet Liberetto II, Lars Danielsson, violoncello, contrabbasso, effetti, John Parricelli, chitarra, Gregory Privat, pianoforte, Magnus Öström, batteria e percussioni.
Ho ascoltato due anni fa Danielson a Bari senza Privat al piano che presentava Liberetto I, e sinceramente ho trovato una formazione che con il nuovo pianista ha guadagnato molto in ritmo li dove serve.
Danielson insieme ad alcuni nordici tra cui lo sfortunato Svenson, il cui ormai ex batterista fa pianta stabile con Lars ( Magnus Öström ), che hanno stravolto la scena Jazz Europea facendo appunto coniare il termine “ Jazz Nordico “ che per gli addetti al settore è appunto un Jazz molto dolce lento per la maggior parte delle volte e fatto di virtuosismi esasperati tendenti spesso a sonorita’ piu’ classiche che Jazz. Genere in cui Danielson è un maestro. L’esecuzione di brani tratti da Liberetto II e liberetto I, hanno affascinato in maniera esponenziale il pubblico presente, ( ho sentito dire ad una signora sedutami accanto “ ho le mani che mi fanno male”, tanto erano gli applausi che tributava al gruppo ), che ad ogni fine brano dedicava una Standig Ovation tanto era la magia che i brani creavano.
Impeccabili, virtuosi professionali e fantasiosi tutti quanti con a capo logicamente Danielson che dirigeva magistralmente tutti tre i suoi musicisti; una nota di merito va al pianista Gregory Privat proveniente dalla Martinica dotato di un senso del Jazz che da tempo non sentivo dal vivo, sentiremo parlare di lui ne sono convinto.
Spettacolo puro. Questi artisti non si ascoltano facilmente e grazie al Beat Onto jazz abbiamo avuto la possibilita’ di farci deliziare dalle loro note celestiali, grazie a Emanuele Delmundo grande Direttore Artistico e Alceste Ayroldi addetto stampa coordinatore e presentatore di questo grande festival.
Alla sedicesima edizione allora che chissà cosa ci regalerà... chi vivrà vedrà.
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