Arriva in libreria "Prof te la imparo io!”, il nuovo libro di Giancarlo Visitilli edito da edizioni la meridiana di Molfetta
Presentazione con l’autore a Bari lunedì 28 ottobre alle ore 18.30 L’autore di “E la felicità, prof?” ci guida in un viaggio tra i banchi di scuola, alla ricerca del vero significato della parola “educare”
MOLFETTA - Appuntamento lunedì 28 ottobre, alle ore 18.30 alla Libreria Feltrinelli di Via Melo, 119, a Bari, per la presentazione di “Prof, te la imparo io!”, l’ultimo libro di Giancarlo Visitilli, docente, giornalista, critico cinematografico, scrittore, già autore di “E la felicità, prof?”. Un viaggio oltre i cancelli delle scuole, tra i movimenti convulsi dei corridoi, tra le parole sussurrate tra i banchi di scuola e i silenzi affidati ai muri delle pareti, nell’intimità dei bagni degli edifici scolastici, alla ricerca del vero senso della parola “educare”. Ne parlano con l’autore, Elvira Zaccagnino, direttrice di edizioni “la meridiana” di Molfetta, e Maila Cavaliere, docente.
Come in un ciclo di scuola secondaria superiore, il professore barese presenta una selezione di testi – già pubblicati a sua firma nella rubrica “In cattedra” su “la Repubblica-Bari” nel quinquennio 2007-2012 – che si compongono in una narrazione a più voci sullo sviluppo “fisiologico” di una generazione nata all’ombra del Millennium Bug e cresciuta nell’incertezza delle politiche scolastiche degli ultimi governi italiani, che nel compimento di un ciclo di studi fino agli esami di maturità, si scopre pian piano alle porte della vita “adulta”.
Ma se ci hanno sempre insegnato che educare significa “tirare fuori”, Visitilli offre un ribaltamento di prospettiva, attraverso uno svolgimento di fotogrammi che accompagna il lettore nella quotidianità degli adolescenti pugliesi fatta di pregiudizi, crisi sociale ed economica, identità di genere, razzismo, disabilità, legalità e violenza. Tanta violenza: soprattutto verbale ed educativa. Pagina dopo pagina, voce dopo voce, l’urgenza narrativa – affidata alle parole scelte degli studenti – si fa magmatica, fino alla fase esplosiva: ma cosa insegna la scuola? Chi è ad insegnare tra i banchi di scuola? La scuola è in grado di insegnare la passione? Per una personale necessità di chiarezza, il prof pone domande inquiete, non formulari per ogni circostanza. Non si tratta di consigli, ma piuttosto di rispetto, di ascolto, di attenzioni verso sensibilità e valori differenti, ovvero di riconoscimento di vite in crescita. “È stando di fronte ai ragazzi che è possibile imparare a tornare sui propri sbagli - spiega Visitilli - E noi educatori, di sbagli, ne facciamo tanti, seminando in loro le nostre ansie e le nostre aspettative, i nostri sogni e il nostro coraggio mancato. Chi di noi avrebbe potuto sapere che ne sarebbe stato di sé a quattordici anni?”.
“Prof, te la imparo io!” fa parte della collana Passaggi di edizioni la meridiana di Molfetta, dedicata alle storie della gente comune il cui vissuto si intreccia, e a volte è schiacciato, dalla Storia con la S maiuscola. In libreria e on line dal 28 ottobre.
Giancarlo Visitilli è docente “per scelta” in un liceo di Bari e scrittore. Con ‘E la felicità, prof?’ (Einaudi, 2012) ha vinto il premio “Benedetto Croce” e il premio “Giancarlo Siani”, diventato poi uno spettacolo teatrale di cui ha firmato la regia, con centinaia di repliche nei teatri italiani; ‘La pelle in cui abito’ (Laterza, 2019); ‘È bravo ma potrebbe fare di più. Ha le capacità ma non le sfrutta’ (Progedit, 2021); il suo primo romanzo, ‘Una storia sbagliata’ (LiberAria, 2022) e ‘E allora, la felicità, prof?’ (Rubbettino, 2023). Giornalista e critico cinematografico, già per “la Repubblica”, attualmente per il “Corriere del Mezzogiorno”. È direttore del Driff Festival Cinema & Letteratura “Del Racconto, il Film” e fondatore della cooperativa sociale “I bambini di Truffaut”, che ha cura di bambine, bambini e adolescenti svantaggiati. Da sette anni è autore ghostwriter di canzoni per cantautori e cantanti. “Prof, te la imparo io!” è il primo libro di Visitilli con edizioni la meridiana, casa editrice di cui gli parlò Tonino Bello, quando aveva da poco compiuto tredici anni.