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Arresto del direttore di banca di Molfetta, la ricostruzione della vicenda
12 gennaio 2008
MOLFETTA -
Nuovi particolari, forniti dall'Arma dei carabinieri di Bari sull'arresto del direttore della Banca Popolare di Bari, Donato Piazzolla (direttore della filiale del Monte dei Paschi di Siena di Molfetta quando è avvenuta la vicenda) di Canosa e altre 4 persone responsabili a vario titolo di “estorsione aggravata in concorso” e “lesioni” ai danni di un costruttore del luogo. Questa la ricostruzione completa dei fatti
(nelle foto "Rai" le immagini del pestaggio riprese dal circuito chiuso del distributore di benzina dove è avvenuto il fatto, diffuse durante la conferenza stampa)
: il Piazzolla, stimato direttore di banca, intenzionato a non pagare gli 88.000 euro dovuti ad un imprenditore che gli aveva ristrutturato la villa in campagna si era rivolto al capoclan di Cerignola – tramite il proprio cognato, Savino Sangermano, anch'egli di Canosa, titolare di una concessionaria di auto -promettendogli 5.000 euro se avesse convinto il costruttore ad accontentarsi di 15.000 euro. Assunto l'incarico, lo scorso 3 gennaio, Giuseppe Caputo, 55 anni di Cerignola, nel corso di una telefonata in cui si presentava come “don Giuseppe”, consigliava allo sbigottito imprenditore di accettare la somma proposta per continuare a vivere senza problemi. Il malcapitato, non disposto a cedere, dopo due giorni veniva accoltellato e sottoposto ad un violento pestaggio ad opera del boss e di 2 sgherri presso un'area di servizio ove era stato convocato.
Le minacce ripetute nei giorni successivi facevano piegare la vittima, che l'8 gennaio – senza aver ricevuto alcuna somma - consegnava ai suoi picchiatori una falsa dichiarazione attestante di aver percepito 25.000 euro dal committente dei lavori e di non aver nulla in più da pretendere. Questa mattina l'epilogo della vicenda: i militari arrestano tutti i responsabili del fatto delittuoso: i 2 cognati e i 3 aggressori, recuperando dalle mani di questi ultimi la dichiarazione liberatoria estorta. I carabinieri avevano iniziato le indagini partendo dal referto dell'ospedale ove l'imprenditore era stato accompagnato per farsi curare le lesioni subite. Una volta vinta la ritrosia della vittima, riconosciutasi nel filmato del pestaggio - recuperato dal circuito di video sorveglianza istallato presso il distributore di carburanti - gli investigatori hanno espletato una serie di attività tecniche che dopo aver chiarito i rapporti tra tutti i personaggi della vicenda, hanno consentito di dare esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare emesse - sulla scorta delle prove raccolte - dal Gip presso il Tribunale di Trani – dr. Roberto del Castello - su richiesta del P.M. Ettore Cardinali. Il gruppo degli aggressori – tutti noti alle forze dell'ordine - composto da “don Giuseppe”, Michele Migliaccio, e Giuseppe Balducci, entrambi coratini, rispettivamente di 31 e 57 anni, sono stati portati nel carcere di Trani unitamente al cognato del direttore di banca, a quest'ultimo è stato concesso il regime degli arresti domiciliari.
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enea piccoli
13 Gennaio 2008 alle ore 00:00:00
esprimo tutta la mia riprovazione in merito agli arresti domiciliari del direttore di banca incriminato per i fatti dell'imprenditore minacciato. galera per tutti, ma in una cella di 30x30cm., così sono costretti a rimanere in piedi!! vergogna!!!!! perchè sono stati concessi gli arresti domiciliari al banchiere??? al FRESCO!!!!!
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fabrizio nardi
13 Gennaio 2008 alle ore 00:00:00
carissimi, sono proprio questi episodi sconcertanti che spingono migliaia di molfettesi, in passato migrati in cerca di fortuna ed oggi appagati dalla posizione raggiunta a non pensare minimamente a mettersi in gioco in una realtà dove sembra che tutto vada benissimo e che invece c'è tanto di quel marciume sotto da travolgere ogni cittadino ad ogni livello della società. Infatti, perfino un direttore di banca (che di soldi ne guadagna!!) si permette di intentare certi soprusi. Quindi, invito principalmente la classe politica a ripensare al proprio ruolo di garante della legalità, accontentandosi di quei POCHI SOLDI che guadagnano.
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lallo lalli
12 Gennaio 2008 alle ore 00:00:00
...qualcuno diceva in questi giorni: la giustizia in Italia? roba da ricchi. Eccone un esempio tutti in carcere tranne il direttore
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roberto de gennaro
12 Gennaio 2008 alle ore 00:00:00
Sono senza parole, vorrei solo capire come mai il direttore si era trasferito press un'altra banca.
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luigi bonetti
12 Gennaio 2008 alle ore 00:00:00
la legge è uguale per tutti e non si capisce perchè il DIRETTORE abbia usufruito degli....arresti domiciliari
Rispondi
Donato Rispoli
12 Gennaio 2008 alle ore 00:00:00
Già, non si capisce perchè il direttore abbia avuto questo privilegio essendo pericoloso almeno quanto gli altri.Adesso però,vorrei sapere quanta galera faranno tutti i balordi,direttore compreso!
Rispondi
rosa selvaggia
12 Gennaio 2008 alle ore 00:00:00
Comincia bene il 2008 a Molfetta!!!
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