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Antonio Camporeale: stop alle nuove norme europee sui metodi di pesca nel Mediterraneo
05 giugno 2010

MOLFETTA - Pubblichiamo il comunicato stampa di Antonio Camporeale (foto). 
"La giunta regionale sostenga la protesta delle marinerie locali e chieda subito la sospensione immediata del regolamento del Consiglio Europeo 1967/2006 relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel mar Mediterraneo." È quanto propone il consigliere regionale Antonio Camporeale (PdL) alla giunta della Regione Puglia dopo aver incontrato ieri sera a Molfetta le delegazioni degli armatori e dei pescatori appartenenti alle marinerie del nord e del sud barese.
"La protesta dei pescatori - sottolinea Camporeale - è motivata dai risultati estremamente negativi ottenuti durante la sperimentazione dei nuovi metodi di pesca. Pertanto, l'obiettivo della salvaguardia ambientale e delle specie marine, seppur condivisibile, non può essere realizzato sulle macerie di un'intera categoria economica".
Camporeale propone, inoltre, di istituire una delegazione tecnica a livello regionale - che comprenda anche i lavoratori del settore pesca - con il compito di esaminare nel dettaglio i contraccolpi operativi che le marinerie pugliesi stanno subendo con l'entrata in vigore delle nuove regole: "Alla luce di queste risultanze puntuali è necessario avviare immediatamente una rinegoziazione di questo nuovo impianto normativo rivelatosi inadeguato rispetto alla pesca esercitata nel Mediterraneo e in Adriatico".

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Caro Antonio, è comprensibile che tu e tutti i politicanti, stiate sguazzando in questa situazione davvero drammatica, in tutti e due i versi (quello dei pescatori e quello della salvaguardia di BENI COMUNI - fruibili non solo nell'immediato, ma anche dai figli dei nostri figli), ed in qualche modo, anche un po' turandomi il naso, vi capisco (persino il comunicato del leader del PD!!!). Quello che vorrei proporti, e proporre è: E se provassimo a educarci a non consumare, ad esempio "le sarachelle", l'agostinella, gli "allievi" di polpo e seppie, e un pò tutto quello che sà di piccolo - sicuramente gustoso, ma devastante per la bio-diversità - che male ci sarebbe! Ovviamente non sono un esperto, ma sono certo che la pesca potrebbe sopravvivere benissimo, catturando taglie più grandi, già mature dal punto di vista riproduttivo, e magari un pò più al largo. Il problema, come ha scritto un altro amico, forse è più legato ai costi che incidono più direttamente sulla gestione: quelli del combustibile (modificandoli, si darebbero delle efficienza ai pescatori che compenserebbero qualcosa); ebbene, sarebbe molto meno demagogico intervenire su quel fronte, con risultati forse più razionali. Credo che una triglia matura deponga qualche centinaio di uova, lo stesso dicasi per una seppia, per un polpo, per un'alice. Quanti ne sopravvivono, dopo la schiusa e la selezione NATURALE e BIOLOGICA? Forse qualche decina, che potranno riprodursi ancora. Lasciamo "riposare" un pò la Natura, magari qualcuno, fra qualche generazione, potrà forse ringraziarci. QUESTA SECONDO ME E' VERA POLITICA! Chissà, forse sbaglio, non sono un politico navigato come voialtri.
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